sabato 29 novembre 2008

Bookspotting! 24/29 novembre


Nonostante la neve e le conseguenti difficoltà di movimento dei mezzi a milano, un Bookspotting ricco di varietà.
Chi l’avrebbe detto alla prima puntata, piena di bestselleroni. Invece, accanto ai soliti romanzi d’amore e gialli (Faletti e l’ormai immancabile Stieg Larsson) questa settimana troviamo Tom Wolfe, Borges, Evangelisti. Ci sono anche libri sull’autoguarigione, mentre purtroppo sembra assente la fantascienza, genere ormai demodé.
Si vedono molti libri usati, vecchi.
Speriamo che i regali natalizi non appiattiscono l’andazzo.

E ora ecco i libri sbirciati per voi sui mezzi pubblici…

“Tempesta d’amore” libro Harmony
“Il bambino nel bosco” Karen Fossum
“Il falò delle vanità” Tom Wolfe
“Zoya”Danielle Steele
“Io uccido” Giorgio Faletti
“Critica e crescita della conoscenza” (autore sconosciuto)
“Finzioni” Jorge Louis Borges
“L’eleganza del riccio” Muriel Barbery
“Viaggio al centro della terra” Jules Verne
“L’internazionale Italiana tra libertari ed evoluzionisti” Gianni Emilio
“I sintomi parlano” Rossella Panigatti
“Ascolta il tuo corpo” Jim Dawson, Susan Perry
“Il peso dell’innocenza” Richard Patterson
“La solitudine dei numeri primi” Paolo Giordano
“Eragon” Christopher Paolini
“Promessa d’amore” Danielle Steele
“Uomini che odiano le donne” Stieg Larsson
“Poirot e…(?)” Agatha Christie
“?” Carl Ludwig Sand
“La strada per Omaha” Robert Ludlum
“Addio mia amata” Raymond Chandler
“Breve storia delle religioni” Gerhard Staguhn
“Il cacciatore di aquiloni” Khaled Hosseini
“Chemdek, nuovo mistero dell’inquisitore” Valerio Evangelisti
“Idi di Marzo” Valerio Massimo Manfredi
"L'italiano" Sebastiano Vassalli

sabato 22 novembre 2008

Prendi la pizza e scappa!


Non so se vi ricordate il film in cui Sordi si reca a mangiare in un ristorante di Roma che si chiama "Dallo zozzone", dove gente bene va per farsi insultare dal padrone che gli serve pasta e fagioli.
Andare a mangiare la pizza da Spontini a Milano è sicuramente un'esperienza più soft ma che si inserisce nello stesso filone.
L'ambiente è piacevolmente spartano, tipo una tavola calda anni 50' mobili semplici e scrausi. Il cameriere ti direziona frettolosamente al tavolo, che tradisce un piano non pulitissimo. Non c'è menù, la comunicazione col cameriere è ridottissima:
"Normale o abbondante?" e "Da bere?"
L'attesa non è brevissima (un quarto d'ora, per una pizza al trancio non è poco) ma quando il piatto arriva capisci perchè il locale è così famoso. Quello che dicono della pizza di Spontini è vero, ve lo garantisco.
Però, quando avete quasi finito di mangiare, il cameriere comincia a ronzarvi intorno e se voi lo ingnorate arriva a portarvi via il piatto vuoto dicendo: "Eh, signorine, finito?". Cominci ad intuire qualcosa. La Raffa, che frequenta il locale ogni tanto ignora il tipo e dato che abbiamo ancora da bere continuiamo a chiaccherare.
Dieci minuti dopo lo stesso figuro torna all'attacco, comincia a pulire il tavolo e tenta di portarti via il bicchiere dicendo: "Eh signorine? A quest'ora mi aspettavo che foste al dolce, al caffè...si sta facendo tardi". Arraffo il bicchiere con l'ultima birra e quello se ne va nuovamente.
Al terzo tentativo, il cameriere è esplicito: "Signorine, Spontini vi saluta: due abbondanti, una birra un'acqua minerale, 16 euro".
Vabbè, andiamocene, che dobbiamo fare?
Mentre ci dirigiamo alla cassa, lo stesso lord da pizzeria mormora un "Finalmente" e al momento di pagare scopriamo che l'amico ha calcolato nel conto anche 50 centesimi di mancia che però non riceverà da noi. Anzi, suppongo che la scatoletta che torreggia sul registratore di cassa rimanga desolantemente vuota.
Son fortunata ad essere così contenta della serata e ad essere così stanca della settimana, perchè altrimenti la pizza gliel'avrei vomitata addosso, al cameriere.
Il mio fidanzato (che da Spontini ci andava quando ancora non c'erano manco i tavoli) mi aveva avvertito. La pizza è buona, ma il personale cafone. Che sia una tattica aziendale? Che ci siano corsi di maleducazione per i camerieri di Spontini? Che sia un tentativo di scremare l'esagerata clientela?
Se quest'ultima è la risposta esatta mi sento di rassicurare Spontini. Con me ha funzionato.

venerdì 21 novembre 2008

BOOKSPOTTING! 16/21 novembre


Ebbene, eccoci qui.
Ancora nessuna segnalazione da voi lettori...Quando avete voglia...

Questa settimana ho viaggiato sul passante ferroviario (tra parentesi, architettura di uno squallore indegno della nostra storia artistica) e ho visto i distributori automatici di libri...Che dire, son cose strane. Gli autori sono quelli di grido: Allende, Saviano, Camilleri... Così, se da una parte è interessante come idea, dall'altra si rischia una pericolosa uniformità della proposta e la banalizzazione dell'oggetto Libro. Mica poco.
Consiglio di Bookspotting: servitevene solo in caso di emergenza.
Venedo ai libri della settimana, molta varietà, si notano libri di tecniche di massaggio, storia, fa ingresso il fantasy(sempre letto da donne); resiste comunque il giallo/noir e noto la sempiterna presenza di Stieg Larsson col suo tomo che anche Silvio Orlando in televisione ha lodato.

Ed ora i libri sbirciati per voi sui mezzi pubblici:
"Il dono dell'aquila" Carlos Castaneda

"Quattrocento" Susana Fortes

"Viaggio in India, racconti Indiani" Herman Hesse

"Il ladro del tempo" Linda Buckley Archer

"Guarda come ti amo" Luis Leante

"Il cacciatore di aquiloni" Khaled Hosseini

"Il grande libro dello shiatsu" curato da F. Bottalo

"Animal farm" George Orwell

"Pol Pot. Anatomia di uno sterminio" Philip Short

"La bastarda di Istanbul" Shafak Elif

"Bryan di Boscoquieto nella terra dei mezzi demoni" Federico Ghirardi

"Il bambino del fiume" Sadie James

Libro su BOB Dylan (autore e titolo ignoti)

"Non dire notte" Amos Oz

"La ragazza di polvere" Michael Connely

"Felicie" Georges Simenon

"Firmino" John Savage

"Boccamurata" Simonetta Agnello Hornby

"Uomini che odiano le donne" Stieg Larsson (2 avvistamenti)

"Un anello da Tiffany" Lauren Weisberger

"Pochi inutili nascondigli" Giorgio Faletti

"Il capitano è fuori a pranzo" Charles Bukowski

"Il labirinto del tempo" Maxience Ferniere


venerdì 14 novembre 2008

BOOKSPOTTING! 10/14 novembre 2008


Occhei, occhei,
a parte Monty, nessuno ha risposto all'appello di partecipare alla rubrica. L'invito è sempre valido, quando avete voglia, sapete dove siamo.
La vostra Gemella Frittella invece è ormai presissima da questa entusiasmante attività: salta da una carrozza all'altra del metrò all'inseguimento di passeggeri ignari che stringono in mano misteriosi tomi, salta, si sporge, rotola come Starsky e Hutch cercando di cogliere il titolo, l'autore...A volte si fa notare pure troppo, piegata in due occhieggia di sottecchi un passeggero che sembra presissimo dal suo libro...Eddai, mostrami la copertina, fa il bravo!
Una sfida urbana che ha un solo difetto: sai cosa leggono gli altri ma non leggi più tu...

Venendo alla settimana, pur essendo rimasta a casa per ben due giorni, non posso dirmi scontenta del bottino.

Thriller e romanzo d'amore spadroneggiano. Roberto Saviano e Sieg Larsson tornano ancora. Compaiono Camilleri e Simenon (roba di classe), mentre Moccia purtroppo non ci permette di dimenticarlo...

E ora il libri sbirciati per voi sui mezzi pubblici....

"Libri e amore a Los Angeles" Jennifer Kaufman e Karen Mack
"Quo vadis, Baby?" Grazia Verasani
"Un indovino mi disse" Tiziano Terzani
"Gomorra" Roberto Saviano
"Uomini che odiano le donne" Stieg Larsson
"Gatto e topo" James Patterson
"L'età del dubbio" Andrea Camilleri
"Sepulchre" Kate Mosse (in Inglese)
"Senza Scampo" Georges Simenon
"Eva Luna" Isabel Allende
"La scelta" Nicholas Parks
"Prima di mezzanotte" Andrew Klavan
"Il gioco dell'angelo" Carlos Ruiz Zafron
"Martin" (?)
"Korean War" (?)
"Amore 14" Federico Moccia
"L'armonia nascosta" (?)
"La gabbia d'oro" Ebadi Shirin
"Una corsa nel vento" Pete Goss
"Tutto sotto il cielo" Matilde Asensi
Libro Harmony



Antonio T.

Tanti, tanti anni fa, ero una giovane pischella (e Ciambella pure), col pazzo sogno di diventare una disegnatrice di fumetti. Finito il liceo artistico mi recai dunque in una scuola che sembrava potermi dare la specializzazione desiderata.

La scuola, benchè discretamente costosa, non soddisfò le mie aspettative, che vennero brutalmente deluse. Ma nonostante ciò portai a casa almeno tre risultati:

1)Il mio più migliorissimissimo amico Ciccio,
2)Il mio buon amico Valentino,
3)L'insegnamento di Antonio Tettamanti.

Antonio faceva l'insegnante di sceneggiatura: fisicamente ricordava un gambero, magro, nodoso, con un grosso naso, folti baffi, abbondantissimi capelli e occhiali.
Antonio veniva in classe e le sue lezioni consistevano in lui che attaccava a parlare sorseggiando whisky (Four Roses) da un bicchierino di carta.

Pareva che la sua lingua fosse bionica, poteva parlare per tre ore di fila senza stancarsi: ogni domanda che gli facevamo scatenava una nuova corrente di parole, ogni parola portava alla citazione di un libro, di una canzone, di un film. Sapeva tutto di letteratura, di musica e di cinema.
Aveva fatto il 68' Antonio, e se lo ricordava bene, aveva visto cose che noi post adolescenti anni '80, ex paninari (beh, qualcuno lo era stato), cresciuti nell'era dei Duran Duran e del Moncler non potevamo immaginare.

Era grande Antonio, era figo Antonio, perchè non ti raccontava balle, non ti faceva credere che tutto sarebbe andato bene, sapeva che non sarebbe andata così. Sapeva che l'ottanta percento di noi sarebbe finito a far tutt'altro che il disegnatore di fumetti (e nel mio caso vivaddio) e che a riuscire non sarebbero stati per forza i più bravi.

E invece di lezioncine teoriche ben confezionate lui ti trascinava con la parlantina instancabile nel cuore di tutto e ti faceva capire che c'è sempre qualcosa sotto la superficie e che se vuoi puoi anche andarlo a cercare. Nulla te lo vieta.

Grazie ad Antonio ho ricominciato a leggere libri (avevo smesso dopo le minchiate inflittemi al liceo), ho apprezzato veramente la musica ed il cinema, e ho scoperto di saper scrivere.

Credo che lui (Dylan a parte) sia stato il mio unico vero Maestro, e se anche non sono ancora riuscita a mettere del tutto in pratica il suo motto ("ESAGERARE!"), gli devo molto del poco di buono che ho fatto.

Mi piacerebbe rincontrare Antonio, speriamo che succeda prima o poi.

lunedì 10 novembre 2008

Gemella Ciambella vi svela: quando Goldoni piange!


Ed eccomi finalmente con la tanto temuta recensione della "Trilogie der schönen Ferienzeit", ovvero"Trilogia della villeggiatura" di Carlo Goldoni, portata al Berliner Ensamble un paio di settimane fa ( 1 e 2 Novembre) sotto la regia di TONI SERVILLO (trema Frittella!).

Premetto che non sono una teatrante, ma credo nelle mie impressioni, e che sono disposta a cambiare idea se qualcuno mi da' delle buone spiegazioni.
La sera del 2 novembre io, il mio ragazzo e la nostra amica Katrin (che di teatro se ne intende, oltre che a lavorarci) ci rechiamo al Berliner Ensamble, il teatro che fu diretto da Bertold Brecht.
La serata e' nebbiosa e umida, il teatro sta' a fianco del fiume, ma noi siamo tutti contenti per l'occasione: teatro italiano, di quello buono marca Goldoni, e come sorpresa scopriamo che c'e' anche Toni SErvillo! Infatti non e' stato pubblicizzato per niente come autore della regia, sembrava piu' importante (chissa' perche') il nome del Piccolo Teatro di MIlano.

Inizia.
La scenografia e' scarna, fatta di pochi dettagli, ma alla fin fine funzionale, anche se ben poco "Veneziana".
La Trilogia della Villeggiatura racconta la storia di una serie di personaggi della ricca Borghesia Veneziana che vanno in vacanza a godersela come solo loro sapevano fare nel 1700.

Entrano in scena Leonardo (Andrea Renzi), il suo servitore Paolino (Francesco Paglino) e la sorella di Leonardo, Vittoria (Eva Cambiale) e tutti hanno un molto distinguibile accento Napoletano! Gia' questo mi puzza...non eravamo a Venezia?!
Vittoria e' la tipica ragazza dell'alta borghesia Goldoniana: insolente, spaccamaroni, viziata... per far capire queste "qualita' " pero' non e' necessario sembrare isteriche, non vi pare?
Mi gira la testa: gli attori parlano velocissimi, nemmeno io li riuscivo a capire!
Figuriamoci i tedeschi che magari hanno studiato un po' di Italiano! E' teatro o "le avvertenze" alla fine di uno spot di medicinali????
Come se non bastasse, Leonardo parla come se fosse in un vicolo a contrattare sulla "maria": strascica e sussurra le parole, abbassa la voce, non parla a noi, il pubblico, parla con qualche amico immaginario vicino a lui. Sempre con l'accento Napoletano.

FINALMENTE entra in scena anche Toni Servillo, che si e' riservato la parte del giullare: Ferdinando, lo scroccone, vestito di colori sgargianti, che cerca la famiglia migliore da cui farsi invitare in vacanza. Con lui l'accento Napoletano funziona, sa proprio fare il personaggio tipico scroccone, da commedia di Eduardo.

Salto di scena, eccoci a casa di Filippo (Paolo Graziosi), un vecchio signore, galant'uomo generoso e rilassato, che si preoccupa poco dei soldi, e che ha una figlia, Giacinta (Anna della Rosa). Giacinta e' la fidanzatina segreta di Leonardo, e se Vittoria e' isterica, Giacinta (in questa interpretazione) non passa un giorno senza essere mestruata pesante.
Giacinta e' la tipica ragazza che per fare la figa sembra sempre saputella, rigida come se avesse ingoiato una scopa e preoccupata delle apparenze. Giacinta e' antipatica, e il suo unico
pregio e' che almeno proietta la voce e non facciamo fatica a capire cio' che dice.

E cosi via: si parte per la villeggiatura, con tutti questi personaggi, tra continui cambi di decisione a causa della presenza di un "nemico" di Leonardo, Guglielmo (Tommaso Ragno).
Fino a qui il ritmo e' senza infamia, ma anche senza lode, giacche' alla fine del primo terzo della trilogia abbiamo la continua impressione di essere all'introduzione.
Si aggiungono altri personaggi, Brigida (Chiara Maffi) la servitrice di Giacinta, che recita con la voce da cartone animato Giapponese...probabilmente non le hanno detto che "allegra come Colombina" non significa "Allegra come Memole-dolce-Memole".

Per fortuna ci sono anche attori bravi: Fulgenzio (Gigio Morra) e la zia di Giacinta, Sabina (Betti Pedrazzi) e ancora Filippo (Paolo Graziosi), sono tutti all'altezza, proiettano la voce bene, si divertono, ma misteriosamente non hanno un forte accento del sud...che e' successo? e' forse una malattia che ha colpito solo le nuove generazioni???

La noia...ehem, la storia continua, e durante la villeggiatura, Giacinta (ormai promessa sposa di Leonardo) si innamora di Guglielmo, che ha fin'ora detto poche parole.
Giacinta che vuole fare la donna innamorata e' imbarazzante: il suo contorcersi come un gatto col maldipancia sulla sedia a sdraio per spiegare quanto l'attizza Guglielmo e' roba da brividi.
Anche il tic nervoso che essa sviluppa a causa della passione che deve tenere nascosta, sembra appiccicato li', col Vinavil. Totalmente falso.

E adesso arriva Guglielmo: Guglielmo e' cotto di Giacinta, ma e' succube delle di lei decisioni per non scuotere la situazione, ed e' sempre eternamente triste e apatico. L'idea puo' funzionare e se fatta bene puo' risultare divertente (un paio di timide risate le ha strappate) , ma purtroppo Guglielmo e' piu' depresso che bel-tenebroso, strascica anche lui le parole con accento, parla anche lui con un amico immaginario (forse lo stesso di Leonardo, non so) e non si capisce proprio perche' Vittoria e Giacinta dovrebbero contenderselo.

A questo punto ci annoiamo. Seguono altre schermaglie ed altre storie di personaggi minori come Costanza (Mariella Lo Sardo), la nipote Rosina (Giulia Pica) e il di lei spasimante Tognino (Marco d'Amore), fino al finale, ovvero il disastro finale.
Giacinta incapace di scuotersi dal suo (e solo suo) perbenismo, si impone di seguire cio' che la societa' crede sia piu' giusto e cioe' sposare Leonardo, buttare tra le braccia dell'odiata cognata il vero amore Guglielmo, e farsi rilocare controvoglia a Genova, dove Leonardo, rivelatosi in bancarotta, potra' curare gli affari del padre di lei (bravi, buona idea).
E adesso vorremmo davvero andare a casa.

Giacinta sceglie un destino che lei si e' costruita e abbraccia l'uomo che non ama, la voce di Giacinta e' grave, recita con parole secche e vuote.
Sipario.

E adesso, possiamo andarcene? ah no...Applausi...

Ok, possiamo andarcene adesso???
No, fanno almeno tre o quattro uscite e noi ci sentiamo di applaudire perche' magari cosi ci fanno uscire prima. Bravi bravi adesso andate pero', eh? c'e' il notiziario in Tedesco che mi aspetta a casa...

Ci aspettavamo qualcosa di frizzante, farsesco, con spunti di giocosi ammiccamenti, e invece ci siamo presi una mattonata tipo "Ceckov, Ibsen e Mann vanno al lido ".
E' giusto cosi? io non lo so...

Dunque ora mi chiedo:
-Se Servillo voleva fare un "Goldoni alla Napoletana" perche' gli attori non parlano tutti in Napoletano? Cioe', dove doveva andare questa messa in scena alla fine?

-Perche' gli attori sono diretti in modo per niente organico? Prima recitano di corsa, poi normali, alcuni in Napoletano altri no, alcuni ridenti alcuni totalmente tragici...?
I tedeschi forse non capiscono l'Italiano, ma capiscono se uno recita bene o male.

-Perche' dare i soldi al Piccolo di Milano (che io ritengo da sempre sopravvalutato)
per venire qui ?

La risposta unica potrebbe essere "tutto quanto fa Curriculum": quando lo leggono diranno solo "Wow, sei andata a Berlino, allora sei brava", chi andra' mai ad indagare se a me, pubblico pagante, e' piaciuto?

Mi spiace dirlo ma la regia mi e' parsa confusa, piatta, non e' riuscita a sottolineare i punti in cui avrebbe dovuto fare ridere (ad esempio la gag dei due vestiti uguali passa del tutto inosservata).
Dimmi Servillo, chi ti ha obbligato a dirigere cosi? E perche' alcuni parlano per loro stessi e non per il pubblico?

Dimmelo Toni!

Concludero' col giudizio disincantato del mio ragazzo (Tedesco che parla l'Italiano):
" Si, non era brutto, era noioso". E ha proprio ragione.

venerdì 7 novembre 2008

BOOKSPOTTING!


Ebbene, alla terza settimana dall'inizio di questa rubrica, grande novità, il titolo!


Adesso che siamo più fighi con un nome anglosassone, possiamo addirittura lanciare quest'attività come un nuovo sport urbano!

Sì, cari lettori da tutto il mondo (esageriamo), vi invito a segnalarci dalla vostra città cosa vedete leggere sui mezzi pubblici (per gli aereoportuali vale la sala d'aspetto, la coda al check in e all'imbarco) all'indirizzo gemellearotelle@gmail.com : forniteci titolo, autore, giorno e luogo dello spotting, tenendo presente che la rubrica si riferisce ai giorni lavorativi.
I vostri avvistamenti verranno pubblicati nella puntata settimanale col vostro nome in calce, se volete.

Vi prometto che diventerà una vera droga, non ne potrete più di scoprire cosa sta tanto appassionando la vecchietta seduta di fianco a voi. Senza scordare per voi, cuori solitari, che può essere un buon modo per attaccar discorso con qualcuno (poi fateci sapere se ha funzionato)

E ora parliamo di questa settimana, molto ricca e varia, più ancora della scorsa; segnalo il romanzo d'amore come grande classico (da Sveva Casati Modigliani a Liala), mentre il giallo e il noir subiscono un leggero calo anche se rimangono molto gettonati. Il grande Stephen King, avvistato almeno tre volte, fa sempre la sua porca figura.
Infine, con piacere noto giovani lettori di buon gusto e adulti che sanno apprezzare un buon libro per ragazzi.

Ecco i libri sbirciati per voi questa settimana:

"Lady Hamilton" Gilbert Sinolue
"L'ordine del sole nero" James Rollins
"Gomorra" Roberto Saviano (2 avvistamenti)
"Il Barone" Sveva Casati Modigliani
"Luisito" Susanna Tamaro
"Serpenti nel Paradiso" Alicia Giménez Bartlett
"La storia di Lisey" Stephen King
"Le notti di Salem" Stephen King (2 avvistamenti)
"Uomini come Dei" H.G. Wells
"Maigret (titolo?)" Georges Simenon
"Trilogia della città di K" Agota Kristof
"I pazzi di Gregoire" Valerio Petrarca
"Segreti e Bugie. La nera bianca" Helen Van Slyke
"Messiah" Brian Starling
"La più cara sei tu" Liala
"Sex and The City" Candance Bushnell
"Il piccolo Principe" Antoine de Saint-Euxpéry
"L'energia della preghiera" ????? (religioso)
"Harry Potter e..." Rowling
"La Storia dell'Amore" Nicole Krauss
"La sposa del fiume" Jonis Agee (storico)
"Pippi Calzelunghe" Astrid Lindgren
E aggiungiamo il primo avvistamento di un collaboratore esterno:
"Il meglio del fumetto erotico Giapponese" AAVV, spottato da Monty sulla 73...Grazie!
Forza gente, fate come lui!










mercoledì 5 novembre 2008

lunedì 3 novembre 2008

One of Us Must Know (Sooner or Later)

I didn't mean to treat you so bad
You shouldn't take it so personal
I didn't mean to make you so sad
You just happened to be there, that's all
When I saw you say goodbye to your friends and smile
I thought that it was well understood
That you'd be comin' back in a little while
I didn't know that you were sayin' goodbye for good.

But sooner or later one of us must know
That you just did what you're supposed to do
Sooner or later one of us must know
That I really did try to get close to you.

I couldn't see what you could show me
Your scarf had kept your mouth well hid
I couldn't see how you could know me
But you said you knew me and I believed you did
When you whispered in my ear
And asked me if I was leavin' with you or her
I didn't realize just what I did hear
I didn't realize how young you were.

But sooner or later one of us must know
That you just doing what you're supposed to do
Sooner or later one of us must know
That I really did try to get close to you.

I couldn't see when it started snowin'
Your voice was all that I heard
I couldn't see where we were goin'
But you said you knew and I took your word
And then you told me later as I apologized
That you were just kiddin' me, you weren't really from the farm
And I told you, as you clawed out my eyes
That I never really meant to do you any harm.

But sooner or later one of us must know
That you just did what you're supposed to do
Sooner or later one of us must know
That I really did try to get close to you.
BOB DYLAN (from Blonde on Blonde-1966)

Voyager de noaltri puntata pilota 1

A gennaio verrà inaugurata la nuova trasmissione "Voyager de noaltri" con una serie dedicata ai "Misteri di via Padova"; nell'attesa gustatevi queste puntate pilota featuring "I Misteri di Creta", a cura di Gemella Frittella e del Professor Fuchs. Enjoy!

sabato 1 novembre 2008

Ancora sulle manifestazioni per la scuola

"La mia generazione è un trucco buono, critica tutti per non criticar nessuno... E fa rivoluzioni che non fanno male, così che poi non cambi mai. Essere innocui insomma che sennò è volgare..." Afterhours

Qualcuno di voi saprà che lavoro in una scuola professionale. Il mio ruolo è praticamente invisibile, sono un tutt'uno col soffito e il pavimento, non conto niente di niente.
Però questa mia posizione mi permette di assistere come un osservatore esterno alle lezioni e al dipanarsi dei rapporti e all'esemplificazione delle strategie.

L'altro giorno ho assistito a una micro discussione sulle manifestazioni che si stanno svolgendo in difesa della scuola pubblica. Il direttore, pur dicendosi consapevole del rischio che corre la scuola pubblica e in qualche modo il corso di cui si occupa (finanziato a quanto pare dalla regione), ravvisava negli studenti manifestanti solo la voglia di perdere un giorno di scuola.
Io stessa, parlando con la coordinatrice mi son sentita dire che lo scipero del 30/10 era "strumentale" e che se la riforma è una schifezza, bisogna protestare in altro modo. Ci ho pensato un pò. L'unica alternativa che mi sia venuta in mente è quella di scrivere una letterina a Babbo Natale, ma qualcuno dice che non esiste.

Uno dei grandi successi mediatici della politica di questi anni è stato questo, convincerci che manifestare sia rozzo e inutile, che bisogna protestare efficacemente, con classe e senza creare disturbo ad alcuno. A dire, limitatevi a sgruntare nei vostri tinelli tra un cucchiaio e l'altro di minestra...Mah!
La memoria italiana è più corta che quella degli altri paesi evidentemente.

Ed è molto più comodo stare col culo sulla sedia di una classe, anche se non riscaldata, a far finta di seguire una lezione che finirà in bagarre, accettando che gli altri pensino per te, ti dicano cosa è meglio che tu faccia, piuttosto che prendersi la responsabilità di dire "No, io questo per me non lo voglio" e uscire sotto la pioggia (a momenti anche grandine) per farsi sentire. Dire la propria opinione è sempre più difficile che uniformarsi, perchè bisogna vincere la paura e la pigrizia ed esser pronti a sostenere una discussione. Troppa fatica per certa gente. Peccato che siano ragazzi con un grande potenziale, che vengono subito convinti che c'è qualcuno che ha già pensato per loro e non dovranno sforzare le loro celluline grigie per arrivare a una conclusione, quale che sia.

Se non fossi una cinica mi si spezzerebbe il cuore.