martedì 29 settembre 2009

Le grandi gaffes di Frittella: Il giorno più bello della vita





















A volte penso di essere l'erede naturale di Mike Bongiorno. Ieri sera vado al corso di Lingua dei Segni e scopro che due compagne si sposeranno il prossimo anno. Come si conviene in una classe quasi esclusivamente femminile inizia il chiocciare sul dimagrimento, le pettinature, il vestito...Come sarà, ah, molto semplice (lo dicono tutte, accidenti nessuna più vuole essere veramente trash e fare la meringa?), linea dritta, blablabla...
Una dice: "Io ho sempre sognato di sposarmi, fin da bambina..." e probabilmente da bambina lo sognavo pure io. Però non mi ricordo quando.
Attacca poi il discorso velo e un'altra futura sposa afferma: "Ah, guarda, io sono andata con mia sorella, il velo non lo voleva a nessun costo, ma poi quando l'ha messo...ti ggiuro, fa la differenza!". L'altra annuisce: "Assolutamente d'accordo!". Una terza compagna mi guarda con aria sognante e dice "OOOOh! Che bello!" e dalla mia bocca esce un Se lo dici tu. Per un istante è stato silenzio...Dio, mi hanno sentito. Giuro, non era premeditato. Forse il cinismo nel mio sangue ha raggiunto un tasso troppo alto e dovrei disintossicarmi...

domenica 27 settembre 2009

Il Karaoke di Doppiaazione!


Ebbene sì, noi Frittella e Ciambella, sempre più preda della nostra megalomania abbiamo deciso di farvi cantare! Dovunque e comunque!
Per questo da oggi una volta circa la settimana sceglieremo una canzone che voi potrete imparare a memoria e canticchiare per tutta la settimana, ovunque siate! Nei nostri sogni più sfrenati l'Europa intera dovrebbe trovarsi a cantare, fischiettare, lalalalare la stessa canzone per sette giorni!
Per questo primo Karaoke Gemella Frittella ha scelto un classico, facile, facile: "Waterloo" degli Abba! Allegria assicurata! Rovistate nei file mp3, recuperate i vostri vecchi cd, i vinili, le cassette semidistrutte e ascoltate la canzone mentre leggete il testo! Noi stiamo già cantando!

My, my, at Waterloo Napoleon did surrender
Oh yeah, and I have met my destiny in quite a similar way
The history book on the shelf
Is always repeating itself

Waterloo - I was defeated, you won the war
Waterloo - Promise to love you for ever more
Waterloo - Couldn't escape if I wanted to
Waterloo - Knowing my fate is to be with you
Waterloo - Finally facing my Waterloo

My, my, I tried to hold you back but you were stronger
Oh yeah, and now it seems my only chance is giving up the fight
And how could I ever refuse
I feel like I win when I lose

Waterloo - I was defeated, you won the war
Waterloo - Promise to love you for ever more
Waterloo - Couldn't escape if I wanted to
Waterloo - Knowing my fate is to be with you
Waterloo - Finally facing my Waterloo

So how could I ever refuse
I feel like I win when I lose -

Waterloo - Couldn't escape if I wanted to
Waterloo - Knowing my fate is to be with you
Waterloo - Finally facing my Waterloo



venerdì 25 settembre 2009

Gemella Ciambella ha visto il futuro del folk-rock-pop italiano...







...e il suo nome e' Peppe Voltarelli!
Con incredibile ritardo recensisco il concerto di Peppe Voltarelli tenutosi a Berlino il 24 settembre, che ho visto col mio fidanzo Brötchen (ovviamente lo pseudonimo tedesco e' d'obbligo). Stavolta Peppe Voltarelli ha suonato in un locale Jazz chiamato B-flat, nella zona Mitte di Berlino. Sorvoliamo sul fatto che gli amici che ho invitato mi hanno paccata TUTTI, parliamo del B-flat: e' un localino tipicamente jazz, piccolo e a suo modo chic, con la particolarita' che deve essere stato una volta un negozio, perche' invece di essere totalmente chiuso, ha due enormi vetrine, attraverso cui la gente che passa per strada vede gli spettatori, e la schiena degli artisti. Questa caratteristica conferisce a ogni spettacolo un'aria vagamente surreale, coi tram che sfrecciano alle spalle dei musicisti, le facce stupite della gente che si ferma a guardare la scena, etc.

Questa volta, Voltarelli ha suonato su un vero palco con una band di tre elementi: Gianni Cerone (batteria), Italo Adriani (basso) e Alessandro Palmitessa (sax), un vero e proprio "Rat pack" alla Sinatra.
Devo dire fin da subito, che l'impatto e' stato per me e Brötchen molto diverso dal concerto precedente: mentre nell'appuntamento di giugno eravamo in uno spazio piccolo, neutro e c'erano solo Voltarelli e Gennaro de Rosa a reggere quasi due ore di spettacolo, questa volta l'impressione e' di qualcosa di piu' sofisticato, ricercato, come alcuni arrangiamenti proveranno.

Tra gli altri pezzi, ricordo il tango travolgente e minaccioso di "Distratto ma pero' ", a cui e' seguita una versione swing-western-be bop di "Gerofalicchio mio": un invito a ballare, ma purtroppo nessuno mi aiuta a spostare i tavolini.
Peppe parla al pubblico nel suo personale melange poliglotta di inglese, italiano, calabrese e tedesco, e subito conquista i tedeschi e le tedesche presenti nel pubblico: ridacchiano soddisfatti e chiedono traduzioni agli amici italiani.
Ci esaltiamo tutti per "Il paese dei Ciucci", con tanto di pantomima voltarelliana, e il pubblico partecipa gioioso al coro di "i-hoooo, i-hooooooooooo!" richiesto da Peppe.
Non manca il classico della pomiciata anni 60' "Quando calienta el sol" (di Tony Vilar, un cantante calabrese, a cui Voltarelli ha dedicato un documentario on the road "La vera leggenda di Tony Vilar"), ma e' con "Onda calabra"che si sparge il delirio in sala, e io ho una delle mie celebri visioni alla Giovanna d'Arco, vedo tutto chiaramente: Peppe Voltarelli e' il Bruce Springsteen Calabrese! Si, sara' anche un locale Jazz ma tutti han voglia adesso di alzare il pugnetto per aria e urlare a squarciagola"und die Kleine und die spielen und die Arbeit"!

Segue il classico "Tittitiritittitirititittiritiri", che scivola nel consueto omaggio alle musiche dei film di Sergio Leone. Dopo la pausa, il medley che entusiasma le posse romane presenti: Chitarra romana e Tanto pe' canta' . Intanto un'anarchia surreale pervade il B-flat: un gruppo di ragazzi fuori dalle vetrine salutano e fanno di tutto per distrarre i musicisti, mentre Voltarelli ci fa applaudire un ipotetico pianista che siede al piano nel mezzo del palco, in strada brillano i fari delle auto che fan manovra e abbagliano il pubblico, un passante dall'aria quanto totalmente confusa, fissa la scena, cercando di dare un senso al tutto.
Seguono "Leggeroleggeroleggero" e la tammurriata "Raggia" ( qui veramente e' stato difficile trattenersi dal ballare sui tavoli).
L'unico bis (o Zugabe) e', purtroppo, Bartali di Conte: intendiamoci, mi piace Conte, ma una canzone di Voltarelli sarebbe stata meglio, o perlomeno una canzone di Modugno (devo dire che mi e' mancata "Malarazza"). Voltarelli e i suoi ringraziano e abbracciano ancora una volta il pianista invisibile per il suo supporto. Infine, come uno scherzo della luce, Peppe improvvisa una cover di Modugno, in stile Modugno, ma quando vede che la band sgattaiola via si intimidisce e se la batte.

Insomma, bel concerto, bravo Peppe brava la band, brava Ilaria di Bocconcini.net che ha organizzato tutto. E' stato un bel biglietto da visita per coloro che non conoscono ancora Peppe Voltarelli. Peccato pero' il tempo limitato e la scaletta quasi identica a quella di giugno.

Vorrei aggiungere una riflessione mia e di Brötchen: abbiamo la sensazione che Voltarelli non abbia bisogno di luoghi sofisticati e arrangiamenti elaborati perche' stanno stretti all'esuberanza della sua musica energetica e diretta. Brötchen sostiene addirittura che Beppe non necessiti che di se' stesso e una chitarra, al massimo un altro musicista (a scelta).

Aspettiamo il sciur Voltarelli l'anno prossimo, di ritorno dalla sua tournee' Americana con nuove canzoni dal suo nuovo album. Spero che la prossima volta ci sia spazio per ballare come tarantolati. E dato che ci sono stati omaggi a mezza italia, spero in un medley "Polenta taragna" con "Oh mia bela madunina/Vecchio scarpone/Sul ponte di bassano".

Enjoy America Peppe, viel Glück!
Grazie a Ilaria di Bocconcini.net per le notizie, il permesso di fare le foto e i link con alcuni momenti del concerto!!

http://www.youtube.com/watch?v=lR43btyC750

http://www.youtube.com/watch?v=OCWhCeQRfY0


Dry


Io (Frittella) ho sempre voluto essere come PJ Harvey. Piccola, magra, gran voce, ottima chitarrista e compositrice. Capelli scuri. Si dice assatanata. E' una di quelle donne che come Frida Khalo riescono ad essere belle e affascinanti senza aderire agli standard classici. Sulla copertina di "Dry" si vede pure che (ai tempi) aveva un pò di baffetti. La sua femminilità supera le cazzate. Negli anni '90 mentre noi ci si leccava le ferite del new romantic, questa ragazzina di Yeovil, cresciuta tra verdi colline e greggi di pecore, irrompeva sulla scena indipendente con i suoi dischi di Howlin' Wolf nel giradischi, la sua chitarra e la autoironia, cambiando per molti, l'immagine della donna rock. Fragile eppure forte, capace di sentimenti devastanti si presentava in canottiera nera con una gonnellina nera a pois bianchi e pettinata come Olivia. Faceva paura.
"Dry" fu il suo esordio, caratterizzato da suono ridotto all'osso (anche "Bone" avrebbe potuto essere un buon titolo): strepitando come una banshee guidava i suoi compagni d'avventure (due uomini, basso e batteria) all'assalto. Che grande disco. Mi dà ancora oggi gli stessi brividi di allora, quando mi sognavo al suo posto, minuscola eppure inquietante a tenere testa alle masse di fan indiavolati. Ero estasiata dal suo esporsi in tutta la fragilità nei testi, così forti, che rivelavano sentimenti profondi e senza alcuna vergogna, e nelle foto di copertina, in cui appariva nuda. Pensavo che questo la facesse ancora più forte. Affrontava di petto gli uomini, ridicolizzava il loro sentirsi machi, li riduceva ai minimi termini.
Non avevo mai sentito canzoni del genere, così pesantemente influenzate dal blues, così nuove, così chitarrose al punto giusto. La ritmica era bizzarra, sincopata, e s'intuiva che Polly (PJ sta per Polly Jean) amava anche il country e il folk, oltre al blues.
L'album seguente "Rid of me" era altrettanto bello, forse anche di più. Da allora PJ harvey ha cambiato molte pelli, è diventata molte donne, la vamp, la sofisticata, la fata delle colline inglesi. Ma la ragazzina in anfibi e gonna a pois...beh, lei è una speciale.

giovedì 24 settembre 2009

Ecco il vero TESORETTO!


Delirio! Dalla libreria Vintage del mio fidanzo sono saltati fuori alcuni libri di Bob Dylan in edizioni originali degli anni 60!!! Compresi gli spartiti di 3 album!! Inutile dire che adesso sono MIEI!

mercoledì 23 settembre 2009

60 anni e non dimostrarli


Almeno fisicamente! A parte gli scherzi, Bruce, non sei un mistico come Bob Dylan che rimane la stella del mio sistema solare, però, insomma, finora hai fatto la tua parte nel mondo del rock n' roll. E sicuramente sei arrivato ai 60 in ottima forma, invidiabile. Auguri!

martedì 22 settembre 2009

Post Mortem


Credetemi, quello che sto scrivendo mi raccapriccia. Ma devo farlo. Mi sto chiedendo quale logica abbia spinto la famiglia Bongiorno a permettere la diffusione dei vecchi spot di Infostrada con Mike e Fiorello. A raffica, su tutte le televisioni, con la dicitura "Per desiderio della famiglia Bongiorno". Non vedo altro scopo che quello di sfruttare a fini di bieco commercio l'onda anomala di commozione per la morte del presentatore, di dargli un'esistenza mediatica oltre la morte, mantenendolo in uno stato di vita apparente, come uno zombie catodico.
Finchè il suo ricordo è vivo, Mike vale soldi e deve sembrare vivo pure lui.
Le gag che potevano essere divertenti quando era in vita diventano macabre, a maggior ragione se ci aggiungi la presenza del figlio più giovane.
Sono perplessa, evidentemente a certa gente non è permesso morire. Alcuni, come Elvis, vengono rapiti dagli alieni. Altri dalla pubblicità.

lunedì 21 settembre 2009

A volte è meglio andare a piedi


Sui mezzi dell'Azienda Tramviaria Milanese sono comparsi da qualche tempo i cartelloni di una campagna per la buona educazione del passeggero. Quando ero in Inghilterra mi ricordo di averne visti sulla metropolitana, dunque pur considerandoli inutili- uno non diventa più educato per aver letto un cartello- non avrei nulla da dire, non fosse per il tono mieloso, anzi no, stucchevole dei messaggi.
Facciamo un esempio (le frasi sono ricostruite a memoria ma fedeli nel contenuto):
"Lui fece sedere quell'uomo dai capelli bianchi. Lei sorrise vedendo quel gesto così semplice. Scendendo gli passò accanto e gli sorrise ancora con gli occhi".
Un buon inizio, ma per farvi capire meglio ve ne riporto un'altra:
"Lei tornò indietro a prendere il giornale dimenticato. Fu allora che incrociò i pensieri di quell'uomo. Pensieri molto affascinanti."
Per chi non l'avesse capito, sui mezzi si cucca. Anime solitarie, venite a pigiarvi nelle carrozze affollate e troverete una fidanzata/o. Basta fare i bravi. Nel frattempo i denti cominciano a cariarsi. Ma continuiamo, che ne dite? Si può certamente andare oltre:
"La loro storia iniziò con una donna incinta. Entrambi al suo passaggio si alzarono per farla sedere. Subito dopo i loro sguardi s'incontrarono e cominciarono a raccontarsi."
Buonismo a tutta birra e glicemia alle stelle. Ma il colpo di grazia ve lo dò con questa:
"Due ragazzini stavano pasticciando il tram. Sia lui che lei s'intromisero per fermarli. Poi si guardarono e i loro cuori si fermarono un istante."
Pietà, pietà!!!! In una città dove nessuno reagisce vedendo due borseggiatrici al lavoro sulle borse di due turiste sul tram (è capitato), chi vuoi che s'interessi di qualche scritta a pennarello? Sarebbe magari il caso di lavare più spesso le carrozze, semmai, sono davvero fetide e i pennarelli almeno non puzzano.
Mi chiedo, perchè usare sempre questi metodi che suppongono che il destinatario sia un bambino, neanche troppo intelligente? Perchè appellarsi sempre all' anema e core italiani? Perchè non mettere qualcosa di più neutro, una specie di promemoria del divieto? Di questo passo la prossima campagna avrà come tema "Se non fai il bravo sui mezzi pubblici poi la mamma piange". Quasi mi viene da preferire una linea dura a base di sorveglianza e multe, almeno i passeggeri sarebbero considerati persone adulte da cui pretendere educazione.

venerdì 18 settembre 2009

Archeologia oggi: speciale Grecia!!!


Mi sono commossa, nel ritrovare questo scarpone cariatideo, probabilmente offerto alla dea Sperpera, protettrice della moda e dello shopping selvaggio.
Il pezzo, in creta cotta al forno, e' praticamente perfetto e non mancano nemmeno i lacci! Risalente probabilmente al periodo pre-bizzantino, quando i greci cominciarono a sperimentare altre calzature che non fossero i soliti sandali.




Nave votiva dedicata a Nettuno, in conchiglia fossile e legno. Impossibile definire il periodo di fattura, ma si suppone che questo genere di offerta votiva fosse usata per augurare buona fortuna ai mercanti che solcavano i mari. Le stelle marine-ninja simboleggiavano la lotta contro i numerosi pirati che infestavano i mari all'epoca.




Rarissimo "Bambi stiloforo" del periodo ionico-dorico, in cemento policromo. Lo stato di questo pezzo e' incredibilmente buono, forse a causa di susseguite mani di vernice.
Tradizionalmente questa figura era collocata nei giardini degli antichi greci come simbolo di grazia, prosperita' e cartoni animati sdolcinati.

martedì 15 settembre 2009

"Lucy in the Sky with Diamonds"


Ero in prima o seconda media quando conobbi la psichedelia.
Ovviamente io non lo sapevo cosa fosse, e non avrei avuto un nome da darle fino a molti anni dopo. Le cose andarono come segue:
un giorno la nostra giovane insegnante di educazione musicale ci portò in classe un giradischi e un vinile. Era un'insegnante simpatica, con gli occhiali.
Quella che c'era prima era una tipa strana coi capelli ricci e bruni che le racchiudevano la faccia come in un cespuglio e portava un profumo fortissimo, che anche adesso ricordo perfettamente come mi trapanava le narici. Le lezioni con questa prof dall'odore penetrante sembravano dei tableau vivant, o delle scene di un film di Peter Greenaway. Avresti detto che eravamo tutti impagliati, dipinti. Invece eravamo vivi, respiravamo e lei faceva addirittura lezione.

Comunque, quest'altra ragazza era una forte. Ci aveva portato da ascoltare "Sgt Pepper" dei Beatles. Io i Beatles li conoscevo perchè a mio padre piacciono tutte le loro canzoni tristi come "Yesterday" e "Let it be", e perchè a mia zia piacevano i Rolling Stones, che erano (pensavo io) i super nemici dei Beatles.
Cominciò a parlarci della terza traccia dell'album "Lucy in the Sky with Diamonds": scrisse il titolo alla lavagna e ce lo tradusse
-Lucy nel cielo coi diamanti.- Io lo sapevo perchè studiavo inglese ed era un titolo facile da tradurre. Comunque non voleva dire niente.
La prof però aveva capito cosa stavo pensando. Cerchiò tre lettere, la L di Lucy, la S di Sky e la D di Diamonds:
-L' LSD è una droga psichedelica si pensa che il testo della canzone sia stato scritto sotto l'effetto di questa droga.- e appoggiò la puntina sul disco
Dopo questa rivelazione (esistono droghe psichedeliche che ti fanno vedere persone volanti coi diamanti?) fummo travolti dai suoni che si sprigionavano dal vinile come una specie di magico effluvio, la terrorizzante tastiera dell'intro lasciava posto alla voce da finto bambino di John Lennon: Lucy ha gli occhi caleidoscopici e il cielo è di marmellata, i fiori di cellophane ti crescono in testa. Mi vedevo tutto, i taxi di carta di giornale, le persone fatte come cavalli a dondolo, questa ragazza con diamanti di mille colori al posto degli occhi che ti arriva alle spalle, mentre la melodia si contorceva guizzando da un ritmo all'altro senza che potessi afferrarla veramente.
Non durò neanche 4 minuti il mio primo viaggio psichedelico, ma fu terrorizzante. Da quel momento una sensazione di terrore e di tremenda curiosità mi seguirono. Ogni tanto ci pensavo, ogni tanto mi ricordavo di Lucy e dei suoi occhi e del cielo di marmellata.
Poi nel 1987 si celebrò il ventennale di "Sgt. Pepper": lessi molti articoli e rimasi ovviamente ipnotizzata dalle storie favolose, dalle leggende che il disco si porta dietro. Quella di Lucy e di come abbiano trovato un nome alla sua canzone è una delle tante.

Comunque, mi comprai la riedizione in vinile e finalmente potei riascoltare "Lucy in the Sky with Diamonds". Mi sentivo ancora come quando ero una ragazzina, trovai la cosa elettrizzante. Perchè era paurosa, sì, ma non era una paura cattiva, solo di un mondo strano e lontano da questo, incomprensibile. Ma talvolta le cose che non capisco mi piacciono molto.
Lucy è ancora con me, ogni tanto salta fuori e la seguo in quel mondo.
Alla tv hanno fatto un documentario in cui Paul McCartney dice che il titolo non ha niente a che fare con l'LSD ma è solo un disegno che aveva fatto il figlio di John Lennon. A me non importa se anche è vero, non è proprio importante quando cammino dietro a Lucy sotto agli alberi di mandarino...

Immagine: "Lucy in the Sky with Diamonds" by Mackin Magic

domenica 13 settembre 2009

Horror acustico


Invecchiando, non sopporto più il rumore. Potrebbe essere per via della mia frequentazione dei sordi: ormai mi sono abituata a comunicare senza parlare, a volte mi sorprendo a cercare di spiegare più coi segni che con la voce, e la mia tendenza alla comunicazione scritta mi aiuta a chiudermi sempre di più ai suoni.
Ma potrebbe anche essere che la città stia diventando troppo rumorosa. E' vero che oggi c'è il gran premio di Monza, ed essere sulla rotta dei maledetti elicotteri che vanno e vengono dall'autodromo (Saigon. Merda, sono ancora solamente a Saigon) non è proprio rilassante, ma a volte veramente, mi sembra di diventare matta.
Automobili, cantieri edili, la metropolitana (dentro e fuori), la "Setta del sottoscala" che canta a squarciagola, il vicino fuori di testa che tiene la musica alta, i ragazzi sottocasa che chiaccherano, la vicina che passa l'aspirapolvere per ore, il tizio che urla nel telefonino in una lingua straniera, il club Arci all'angolo e la musica alta e la gente che esce per fumare...Gli incidenti stradali nelle strade limitrofe, i vicini delle altre case che senti litigare (senza però capire di cosa)...Pensavo che la periferia fosse più tranquilla.
Ieri stavo cercando di guardare un dvd e ho dovuto chiudere tutte le finestre, altrimenti non capivo nulla di quello che dicevano gli attori.
Prendendola da un punto di vista più serio, si tende a sottovalutare l'impatto dell'inquinamento acustico, che però è fortissimo, sia a livello fisico (si perdono molti decibel di udito solo per il fatto di vivere in città) che psicologico.
Sto leggendo un libro sulle tecniche della musicoterapia applicate a gruppi di sordi. Rivelazione, l'ascolto non avviene unicamente attraverso l'orecchio, ma attraverso tutto il corpo, che è uno strumento lui stesso, con un suo ritmo e con le sue risonanze. Così il rumore non è semplicemente una questione acustica, ma qualcosa che influenza direttamente il nostro tono muscolare, la nostra respirazione, il nostro equilibrio psicofisico. I danni dell'inquinamento acustico sono molto più gravi di quello che pensiamo (e non è che un sordo ne sia esente): le nevrosi, le depressioni, ma anche problemi più fisici, sono dovuti anche a questo. Se non ci credete, pensate all'effetto che vi fanno i toni bassi (rilassanti)ed i toni alti. Pensate solo alle energie diverse che vi danno un notturno di Chopin e una canzone di Jimi Hendrix.
In mancanza di un piano antirumore da parte delle amministrazioni locali (il comune di Milano ha di recente bloccato la discussione per l'ennesima volta) l'unica via mi sembra scappare in campagna in un posto dimenticato da tutti. Chissà se lo trovo...

Immagine: "Calo d'ascolto" Edoardo Belinci

sabato 12 settembre 2009

Consigli Comunali

Trogloditi da Daniela1980.

Sindaco di paesino della Bergamasca: - Pota, adès parliamo dela targa alla bibliùteca.
Consigliere 1:- Cùsa l'è?
Sindaco:- Dove teniàm i libèr
Consigliere 1:-Pota!
Sindaco:- Alùra, la bibliùteca l'è intùlata a Pepino Impastato
Consigliere 2:- Chi l'è?
Sindaco:- Un tèrùn!
Brusìo: -OOOOH! Tèrùn, tèrùn...
Sindaco:- Pota! Mì la bibliùteca dedicata a un tèrùn la voèri no!
Consigliere 1:-Pota!
Consigliere 3:-Pota, ma perchè gliel'han dedicata àlùra?
Sindaco:- Perchè l'han masà i mafiùss!
Brùsio:- I mafiùss, i tèruni....
Consigliere 2:- L'è una roba tra tèrùni alùra!!
Sindaco:-Pota! E poi la màfia chì la ghè no!
Consigliere 1:- Pota!
Consigliere 3:-L'è stada un'idea dei comunisti che ghèran prima.
Brùsio:- I comunisti, i mafiùs, i tèruni...
Sindaco:- Pota, Pota! Alùra, chi vota per togliere la targa?
Alzata di mani
Sindaco:- Pota! Apròvato!
Consigliere 2:-Pota! Ma àdess a chì la dedichiamo la bib...bib... cum'è che s'a ciama?
Consigliere 3:- Bibliùteca! Sindaco! C'hai una idea?
Sindaco:- Pota! Don Baggi!
Consigliere 1:-Pota?
Consigliere 2:-Pota?
Consigliere 3:-Pota?
Sindaco:- L'è un prete, nato da queste parti.
Brùsio:- Un prete, un prete, un prete....
Consigliere 2:- Pota, ma cos'ha fatto?
Sindaco:- Il prete...
Consigliere 3:- Pota, i preti van ben per tùc!
Consigliere 2:-L'eletòre sarà d'acordo!
Sindaco:- Pota! Alùra? Alsata di màno!
Alzata di mani
Sindaco:-Pota! Apròvato!
Consigliere 1:- Ma pòsiam cambiarla solo l'àno pròsimo la targa, mi sà che stò prete nùn l'è mica mòrt più de dès (10) ann fa!
Sindaco:- Ghè la dèroga per i personagi dè livelo nasiùnal!
Consigliere 2:-E il Don Baggi l'èra un persùnagio nasiùnal?
Sindaco:- Pota! Della Nassiùn Padana!
Brùsio:- Nasiùn Padana! Nasiùn Padana! Nasiùn Padana!
Sindaco:- Pota! Adès dichiaro il cùnsiglio chiùso! Andemm al'osteria a ber un gocetto!
Consigliere1:- Impastato...Chè cùgnùm l'è?
Consigliere 2:- L'è un cùgnùm da tèrùn!
Consigliere 3:- Pota! Pènsen semper a magnà!
Consiglio Comunale:- Pota! Pota!Pota!



mercoledì 9 settembre 2009

L'amore ai tempi dell'influenza suina...


Scusate, ma mi viene da ridere. In un liceo di Roma sarà proibito agli studenti baciarsi per non diffondere i germi dell'influenza suina, in arrivo a breve. Come se servisse a qualcosa...Sicuro, gli allievi obbediranno sicuramente, se la fanno sotto al pensiero della suina e di essere scoperti dalle bidelle in atteggiamenti antigenici...E scommetto che anche fuori della scuola manterranno questa disciplina, giusto? E mai più baci sulle guance a nonne e zie. Mi piacerebbe essere lì per vedere...
http://www.repubblica.it/2009/09/sezioni/cronaca/nuova-influenza-3/baci-vietati/baci-vietati.html?ref=search
Se andate sul sito di "La Repubblica" e scrivete nella casella delle ricerche "vietato baciarsi" scoprirete poi che questo è uno dei divieti preferiti, in tutto il mondo...Mah...

lunedì 7 settembre 2009

Arrivano i mostri!!!


Sul bancone delle offerte di un negozio del centro vedo un succoso cofanetto contenente tre film di Ishiro Honda dedicati a "Rodan il mostro alato": il prezzo è ridicolo, l'occasione di quelle che se te le lasci scappare poi passi 6 mesi a sbattere la testa contro il muro.

Così si decide che per la Festa di Fine Estate a casa di Ciccio, dopo l'assalto alla torre di Babele di cotolette e patate fritte ci guarderemo uno dei tre film. Abbiamo a disposizione le seguenti scelte: "Rodan il mostro alato", "L’invasione degli astromostri" e "Gli eredi di King Kong". Scegliamo il terzo perchè sulla costina della custodia sono segnalati i mostri contenuti nella pellicola e in questo ce ne sono molti di più che negli altri due.

Sappiate innanzitutto che di King Kong non si vede neanche un pelo. Godzilla, Minilla (suo figlio), Rodan, Manda, Motha e un'altra serie di mostri sono stati "confinati" su un'isola felice dove sono liberi di fare un pò quello che vogliono mentre degli scienziati terrestri li studiano. Ma improvvisamente i mostri riescono a fuggire e cominciano a distruggere tutte le più grandi città della terra. Chi li ha convinti a fare ciò?

Sono i cattivissimi Kijlak, extraterrestri dai vestiti trendy-spaziale che a seconda della temperatura assumono sembianze umane o di bruchi. Hanno una trasmittente che si trova sulla luna e manda onde radio ai cervelli dei mostri guidandoli come dei robot radiocomandati. Il loro scopo è ovviamente occupare il pianeta.

I terrestri si battono eroicamente contro questa civiltà aliena, ma solo quando trovano il modo di convincere Godzilla e compagnia a ribellarsi ed aiutare il genere umano dimostrano di avere qualche possibilità.

Le battaglie dei mostri sono epiche, fantastiche, entusiasmanti! I mostri saltano fuori dappertutto! Godzilla fa la parte del leone, ma anche gli altri s’impegnano. Minilla sembra una cheer leader saltellante fino al momento in cui non sputa un letale anello di fumo (o di energia) che sconfigge definitivamente il cattivo mostro mandato dai Kijlak. L'attacco a Tokio è un capolavoro del genere con i bellissimi modellini fatti a pezzi da ben tre mostri insieme. La mano di Ishiro Honda si vede nella raffinatezza delle immagini, nelle trovate senza fine, nell'accuratezza delle ricostruzioni. Sarà che non mi sono mai arresa agli effetti speciali creati col computer, ma questo film mi ha dato un’infinita soddisfazione.

L'edizione del dvd è bislacca: non siamo riusciti nonostante i tentativi a far partire la versione con audio italiano. Ci siamo accontentati dell’Inglese con sottotitoli in italiano, ma a quel punto ci siamo accorti che la traduzione di questi ultimi non era precisissima:“Hold tight!” (Tenetevi forte!) dice il comandante di un’astronave e sotto compare “Accendete i retrorazzi!”.

A parte questo particolare, un vero spasso! E abbiamo ancora due film da vedere!!!

venerdì 4 settembre 2009

Peppe Voltarelli Strikes Again














Vi ricordate di Peppe Voltarelli, che andammo a vedere qualche mese fa a Berlino? Bene, egli replica, con tanto di band il 24/9, sempre a Berlino. Per dettagli www.bocconcini.net oppure ilaria.bucchioni@bocconcini.net

giovedì 3 settembre 2009

Prima di vederli: "Videocracy"




Oggi ero a casa del mio amico Ciccio e sfogliavo una rivista di cinema, "Film TV". Leggiucchiando qua e là ho trovato una recensione del film "Videocracy", di Erik Gandini, un italiano emigrato in Svezia, che da là osserva quello che succede nella madre patria. Non mi dilungherò troppo nè darò opinioni su una pellicola che non ho ancora visto, anche se la guarderò certamente.
Il film parla della cultura (termine quanto mai improprio) delle veline e dei tronisti e del Grande Fratello che impera quaggiù, quella dell'apparire in televisione a tutti i costi, quella che vede la politica e la televisione unite in una micidiale alleanza.
Naturalmente è interessante vedere il punto di vista di un Italiano all'estero (mia sorella vive in Germania e spesso le chiedo come siamo visti là), ma l'osservazione più sagace del giornalista mi pare questa: egli sostiene che non è tanto Berlusconi il problema, ormai, ma noi Italiani, anestetizzati, smarriti nel migliore dei casi, complici più o meno coscienti di quanto sta accadendo. Complici al punto che non ci rendiamo neanche conto di quanto sia cambiato il paese. Ed è vero. E' forse il difetto peggiore degli italiani, quello di abbandonarsi senza spirito critico al comando del più forte, che lo sia per la brutalità o per la potenza mediatica.
E' evidente ormai che Berlusconi è stato stigmatizzato al punto da diventare un feticcio di tutto il male che potevamo farci. Ma anche se il suo governo dovesse cadere domani, non cambierebbe niente, perchè gli Italiani sono sempre gli stessi, non vogliono responsabilità sulla loro vita.
Insomma, come in un episodio di Star Trek, possiamo dire che "Il nemico è dentro di noi". E non abbiamo neanche il Signor Spock a darci una mano.

martedì 1 settembre 2009

Archeologia Oggi 2

Mollichina votiva di una nave vichinga, ritrovata nello strato 4a delle tovaglie da lavare dell'estate 2009 rimaste sporche a causa della chiusura della lavanderia.