giovedì 25 febbraio 2010

Even better than the real thing!




Tutti voi conoscete Voyager -Ai confini della conoscenza, il programma di Rai2 che fa e rifà un sacco di domande ("Esistono gli ufo?", "I cerchi nel grano sono veri?", "I misteri dei Templari?", "Ci reincarniamo?", "La Sindone è vera?") senza dar mai risposte, ma promettendocele "Dopo la pubblicità". Il conduttore s'è costruito un personaggio tra il serio e l'entusiasta, ha un look semi avventuroso durante i reportages (immancabile il gilet da pescatore col marchio del programma) e impiegatizio durante gli interventi in studio.

Forse però non avete mai visto Rebus-Questioni di conoscenza, trasmesso con notevole insistenza (ci sono circa tre repliche per settimana) da Telereporter. Anche il curato presentatore di questo programma fa un sacco di domande("Esistono gli ufo?", "I cerchi nel grano sono veri?", "I misteri dei Templari?", "Ci reincarniamo?", "La Sindone è vera?"), ma la sua trasmissione è molto diversa.
Più intima, tanto per cominciare: Odeon non ha i soldoni della Rai e Maurizio Decollanz (conduttore e coautore) non si può permettere di andare in ferie in Argentina, in Yucatan o Israele come il collega Giacobbo: abito elegante, capello curato e baffetto, il nostro ospite ci riceve nel suo studio-cavernetta, ricco di ombre e atmosfera. Se la Rai prova a stupirci con effetti speciali, laser, grandi studi e video grafica, Odeon si concentra sulle sensazioni primarie: luci soffuse e -secondo la lezione di Orson Welles- inquadrature oblique, che danno un senso d'instabilità, di dubbio e di mal di mare.
Voyager è sostanzalmente un collage di filmati, uniti l'uno con l'altro dagli interventi del conduttore, che non fa altro che ripetere quanto appena detto o introdurre il filmato successivo: ben attento a non esprimere un giudizio, a non prendere nessuna parte, in realtà finisce per diventare un'entità totalmente neutra (in tutti i sensi).
Rebus, invece è una trasmissione basata anche sui filmati (di solito un pò più vecchiotti, alcuni decisamente antichi), ma soprattutto sulla dialettica. Infatti ci sono sempre almeno due ospiti, uno che ci crede (ai cerchi nel grano, al mostro di Lockness, al Triangolo delle Bermude) e l'altro che non ci crede. Si scannano civilmente sotto lo sguardo obliquo e concentrato di Decollanz (vedi foto) ma è evidente che lui, non è affatto al si sopra delle parti, anzi; per Decollanz è tutto vero e quando qualcuno dice qualcosa che non gli scomfiffera alza un sopraciglio, fa lo sguardo concentrato, gira intorno al suo minuscolo leggìo e fa una considerazione alla Perry Mason per spiazzare l'avversario e lo spettatore. L'inquadratura dondola, dissolvenza incrociata, frase ad effetto.
Decollanz è un vero personaggio, con un suo look per niente avventuroso, più affine ad un impiegato di banca, il suo modo di ripetere in continuazione lo slogan della trasmissione ("La verità, qualunque essa sia"), e di fissare l'obbiettivo: l'uomo del mistero che vi guida attraverso l'occulto e sì, fa anche un pò il piacione.
In conclusione, se proprio devo passare una serata a sentir parlare per centesima volta di Rennes le Chateau o dei Templari, io preferisco girare su Odeon. Risposte non ne avrete comunque, almeno vi sarete divertiti.
Vi infine vi segnalo questo blog che ha dedicato diversi post a Rebus, anche se con conclusioni diverse dalle mie.
Buona visione!




martedì 16 febbraio 2010

Esperienze: Abercombie e Fitch


Prima di tutto: che cos'è? E' un negozio di vestiti. Americano. Ha da poco aperto una filiale a Milano. Fa impazzire le ragazzine, ci passano interi pomeriggi, ne parlano a scuola. Ma perchè? Perchè il personale di A&F è formato da fotomodelli o quasi tali.
Non ci sarei mai entrata se uno dei ragazzi della mia scuola oggi non avesse proposto di farci un salto. Dato che gli avevo inflitto un giro in libreria, ho deciso di accettare. Vediamo dove vanno i GIOVANI dopo le ore di scuola.
Arriviamo dietro a piazza S. Babila, dove una volta c'era una banca: l'edificio è austero, ricoperto di marmo grigio scuro. Ho sempre pensato che ci fosse una specie di coda, che facessero entrare a piccoli gruppi, come in quelle discoteche dove ti fanno fare la fila. Anzi, abbigliata com'ero, col mio eskimo tedesco, pensavo che mi lasciassero fuori.
Invece no: il pesante portone vetrato si dischiude rivelando due ragazzoni sui 20 anni che sorridono e ti fanno amichevolmente cenno di entrare.
Appena varcata la soglia vieni investito da un profumo dolciastro che si spande impietosamente per tutto il negozio. Davanti a te un dipinto in cui atletici omaccioni saltellano su scaffalaure -disegnate pure quelle. La luce è soffusa viene dal basso o da enormi abat-jours poste sui banchi di vestiti. Dietro l'angolo ci aspetta un'enorme testa d'alce (spero finta) appesa tra gli scaffali di magliette. Musica disco a palla. Il nostro giovanissimo anfitrione ci guida verso una scala per salire al primo piano ("Vi faccio vedere un paio di mutande che costa 40 euro!"). C'è un sacco di gente, soprattutto giovani e giovanissimi.
Ci sono anche i vestiti, niente di particolare, anche se quelli esposti per le ragazze appaiono spaventosamente fuori misura, credo non vadano oltre la 40. L'atmosfera è quella di una discoteca di lusso, con angoli più in ombra dove sedersi a chiacchierare su comode poltrone (le ho provate personalmente). Qua e là compaiono tavoli pieni di magliette, maglioncini, pantaloni...Un pò come se fossero lì per caso, sai cara, ho gli armadi che straboccano, così ho dovuto mettere un pò di roba sul tavolo del salotto. I passaggi sono però abbastanza stretti è una specie di labirinto e c'è talmente tanta gente che ogni tanto ci si blocca, manco fossimo all'IKEA.
I commessi e le commesse sono tutti bellocci, soprattutto i ragazzi, che sembrano veramente usciti da dei servizi fotografici. Sulle pareti prosegue l'affresco di fusti in esposizione. Comincio a farmi l'idea che il vero obiettivo non siano tanto le giovanissime, quanto una clientela gay. La musica pompa e finalmente troviamo le mutande (che poi si rivelano un costume) da 42 euro. Niente di che, effettivamente non li vale. Il profumo comincia a darci il mal di testa, decidiamo di andarcene. Vicino alla scala sta ballando per conto suo una biondina sui 20 anni (ma penso molti meno). La prendiamo per una che è andata lì a farsi qualche vasca, invece quando prendiamo la scala ci sussurra "Ciao, grazie!". Mah. Scendiamo al piano successivo e qui ci aspetta un giovanotto che appena passiamo ci saluta e ringrazia pure lui, e così fino al piano terra, dove troviamo una gigantesca statua -vaga imitazione del David di Michelangelo- che rapprensenta un uomo in mutande. Riceviamo "Ciao, grazie!"anche dal tipo vicino all'uscita e dai giovanotti che aprono la porta...
Che dire. Anche se mi sembra un mercificazione degli adolescenti, dei loro corpi e un cattivo esempio che tende una volta di più a rendere insicuri i ragazzi che si devono confrontare con una schiera di fighi e di fighe che per campare fanno i commessi (nè più nè meno come centinaia d'altri molto meno prestanti), posso capire il fascino che abbia su di loro un'operazione del genere. Gli dà l'ebrezza di andare in disco senza andarci, possono lustrarsi gli occhi e raccontarsi storie su questo o quel tipo. Ci vanno vestiti già di tutto punto, col cappello giusto e il trucco perfetto. E alla fine di tutto questo ti resta solo un profumo dolciastro che ti segue fino a casa.

domenica 14 febbraio 2010

Vuoi più bene alla mamma o al papà?


Sono sicura che molti di voi si chiederanno come vanno le cose con la piccola Lena, la gattina tartaruga a pelo lungo che è arrivata a casa nostra prima di Natale. Se ricordate, era terribilmente spaventata, faceva la pipì dove capitava e bastava un rumore per farle battere il cuoricino all'impazzata.
Bisogna dire che si è molto calmata: ha preso tutte le sue belle abitudini, tipo passare la mattinata sul davanzale della finestra a guardare gli uccellini che svolazzano allegramente, oppure acquattarsi sulle sedie del tavolo del salotto con un occhio alla tv e uno a noi. Siccome a casa fa caldo, il suo folto pelo si è un pò diradato. Nonostante ciò le sue dimensioni continuano ad aumentare, dove prima c'era pelo, ora c'è ciccia. La piccola Lena è affamata come un extraterrestre che abbia fatto un viaggio interplanetario a digiuno, una vera Gargantua pelosa...Appena vede me o Speck avviarci per il corridoio arriva immediatamente alla conclusione che stiamo andando in cucina -anche se non sempre è così- e si lancia al nostro inseguimento, ci supera ed entra in scivolata sul tappetino della cucina, capottando e rimanendo ad osservare cosa succede. Se non ci si avvicina al cassetto delle sue pappe comincia a fare i numeri e a miagolare scocciata. E quando le dai da mangiare a volte vuole che stai lì con lei, a guardarla, altrimenti non mangia...
Farla stare insieme a noi è sempre abbastanza difficile, anche se non si ribella quando la prendiamo in braccio e la coccoliamo o la pettiniamo (a lei piace molto essere pettinata). Ma l'altra sera è successa una cosa gravissima!!!
Quando ormai me n'ero andata a letto (abbastanza presto, visto che devo andare a lavorare) la piccola Lena s'è avvicinata quatta quatta a Speck che era seduto sul divano e...gli si è seduta sulle ginocchia!!! Questo, unito al fatto che si apposta spesso sul cuscino di Speck, mi ha confermato che la mia piccolina vuol più bene al papà (Speck) che alla mamma (io)! ARghhhh! Sob, sob... Lo so, è normale, tutto sommato io sono sempre fuori casa, e la micetta passa più tempo con lui che con me...Però non posso fare a meno di essere disperata per questa cosa...

Infine, vi racconto della sua buffa abitudine di slanciare una gambetta all'indietro, come facevano Cochi e Renato quando cantavano "La canzone intelligente". Probabilmente è un suo vezzo, ma è proprio buffa e carina quando lo fa.
Adesso vado a coccolarla un pò, chissà che non riacquisti punti...

venerdì 12 febbraio 2010

Umiliati e Offesi

Diciamocelo, non è che non me lo aspettassi. Lo sapevo, lo sapevo benissimo che ci sarebbero stati appalti truccati, mazzette e quanto di peggio possiamo immaginare: sin dalla mattina successiva al terremoto dell'Aquila ero lì che me lo dicevo, cosa sarebbe successo.
Quando però stamattina ho letto il giornale mi sono stranamente sentita arrabbiata, come se fosse una novità, come se quest'ennesimo scandalo, col solito (ormai, sic!) strascico di prostituzione mi avesse colta di sorpresa.
Adesso basta. Basta davvero. Siamo arrivati al limite del sopportabile. I nostri governanti si prendono gioco di noi, pagano viados, prostitute ed aerei per trasportarle coi nostri soldi, rendono un'immagine miserevole e terzomondista del paese.
Noi Italiani siamo come una donna che ha bassa stima di sè e si accompagna a fidanzati che non la meritano, la tradiscono con tutte/i, le fregano i soldi dalla borsetta e ci vanno al ristorante o a pippare coca con gli amici. E se poi vengono beccati a letto con un'altra dicono "Ma non crederai mica che ti tradisco, eh?".
Non pensiamo di meritare di più? Non pensiamo di meritare dei politici che non si facciano beccare ogni tre per due in atteggiamenti sconvenienti (fermo restando che non me ne frega niente della questione morale viados/prostituta, ma che preferirei che le tasse andassero a coprire le necessità di scuole e ospedali piuttosto che di amanti e spacciatori) o perlomeno senza le mani in pasta?
E' troppo chiedere una classe dirigente non dico oorevole, ma passabile?
Vi lascio con una canzone di circa trent'anni fa...ma come suona attuale!

Viva L'Italia (Francesco de Gregori)


Viva l'Italia, l'Italia liberata,
l'Italia del valzer, l'Italia del caffè.
L'Italia derubata e colpita al cuore,
viva l'Italia, l'Italia che non muore.
Viva l'Italia, presa a tradimento,
l'Italia assassinata dai giornali e dal cemento,
l'Italia con gli occhi asciutti nella notte scura,
viva l'Italia, l'Italia che non ha paura.
Viva l'Italia, l'Italia che è in mezzo al mare,
l'Italia dimenticata e l'Italia da dimenticare,
l'Italia metà giardino e metà galera,
viva l'Italia, l'Italia tutta intera.
Viva l'Italia, l'Italia che lavora,
l'Italia che si dispera, l'Italia che si innamora,
l'Italia metà dovere e metà fortuna,
viva l'Italia, l'Italia sulla luna.
Viva l'Italia, l'Italia del 12 dicembre,
l'Italia con le bandiere, l'Italia nuda come sempre,
l'Italia con gli occhi aperti nella notte triste,
viva l'Italia, l'Italia che resiste.


giovedì 4 febbraio 2010

Check this!

Ecco a voi un fantastico blog che mescola ricette e "altro", nel senso più spassoso della parola. Non vi anticipo nulla, ma vi assicuro almeno una mezz'ora di risate a crepapelle, con necessità di bombole d'ossigeno...Ecco a voi IL GAMBERO ROTTO! Mi ringrazierete...