giovedì 31 marzo 2011

Pandemonio a casa del PIzza!!!

Cliccate sul disegno per vederlo grande!

Il Pizza non e' riuscito a resistere al restyling forzato operato dai Gremslins. Nuova entry il Gremlins Polenta!

lunedì 28 marzo 2011

Buone Notizie

Beh, forse Robert Plant e Jimmy Page non torneranno insieme, ma noi sappiamo come consolarci.
Leggete qui...

Gemella Ciambella adora...Peter Finch!

Peter Finch era bellissimo e bravissimo. Durante la sua carriera ha affrontato parti davvero coraggiose, come il dottore di "Sunday Bloody Sunday" o il profeta televisivo di "Network" (in italiano "Quinto potere").
Peter Finch aveva un fascino d'altri tempi. Forse perche' recito' spesso in film inglesi, per me impersonava l'Inghilterra anni 60' audace, gagliarda, presa in un vortice di liberazione e confusione culturale eppure a suo modo tradizionale ed ancora legata alle catene del morente impero e anche incredula di fronte al cambiamento. Ad ogni modo Peter Finch era Australiano, Inglese solo di nascita.
Peter Finch, che bello era. Ah, se lo avessi conosciuto...
Una volta scrissi una canzone per celebrare la mia passione per lui...devo ritrovarla.

La brava Diane Cilento abbracciata dal meraviglioso Peter Finch


Peter Finch trova interessante Audrey Hepburn in "Storia di una monaca"

Il suo celebre sorriso ironico...aaaaaah!!! (urlo da 15enne invasata)

mercoledì 16 marzo 2011

Fight Club per ragazze: Black Swan

Da un po' di anni in qua, il fatto che un film vinca un Oscar e' diventato piu' un segno che marca qualcosa di cui fidarsi poco, piuttosto che un sigillo di qualita' come in realta' vorrebbe essere. Se qualcuno ti dice "Ah, ma quel film/attore/attrice ha preso l'Oscar!" si comincia a dubitare subito della bonta' dell'opera. E anche Black Swan non viene meno a questa legge ormai universale.

Nina (Natalie Portman)  e' una giovane (?!) ballerina che aspira al ruolo di punta nel balletto "Il lago dei cigni". Nina pur essendo brava e' ancora troppo virginale e poco donna per affrontare il doppio ruolo proposto dalla storia: mentre il cigno bianco le viene da dio, il ruolo del cigno nero ovvero la dark lady, non le viene proprio. E chi si stupirebbe di questo fatto, a vedere la sua cameretta rosa-barbie, piena di coniglietti e bambole di porcellana e considerando la madre (una irriconoscibile Barbara Hershey)  iperprotettiva che le sta' addosso come avesse ancora 10 anni?
A cercare di tirare fuori la sua personalita' di donna e con essa il suo lato oscuro, ci pensa Vincent Cassel, nel ruolo del direttore-coreografo mefistofelico che due o tre volte riesce a ficcarle pure la lingua in bocca, ma sempre per il dovere sul lavoro.
L'inaspettata amicizia-rivalita' con Lily, un'altra ballerina piu' grande e molto piu' disinibita, rende le cose ancora piu' complesse perche' Nina comincia ad avere delle visioni in cui tutti i personaggi compresa lei sono coinvolti, tanto da non capire piu' se si tratta di realta' o psicosi.

Invidie, gelosie professionali, passioni nascoste, paranoia e condizionamenti della personalita', c'e' un po' di tutto. Il film di per se' non e' per niente noioso, grazie soprattutto alle scene di danza, passa bene senza  momenti di noia ma e' inevitabile fare il paragone col capolavoro dirompente di David Fincher "Fight Club" e chiedersi "Ci sarebbe stato Black Swan se prima non ci fosse stato Fight Club?".

Nina e' un po' come il personaggio di Edward Norton che non sa di stare facendo tutto da solo. Anche se Nina non ha la sua versione di Tayler Durden si sdoppia e proietta spesso sugli altri cio' che invece fa a se' stessa. Anche Nina cerca una sua liberta', una sua nuova identita', slegata dallo stereotipo che tutti , compresa se' stessa, hanno di lei. Come nel film di Fincher ci sono ferite fisiche oltre che psicologiche ma mentre in Fight Club ci si spaccava la faccia a pugni, in Black Swan ci sono misteriose malattie della pelle di origine nervosa che a volte sono solo allucinazioni. In entrambi i films due chiari messaggi sono: "non puoi demandare il potere decisionale sulla tua vita ad altri" e anche "ognuno ha diritto alla sua unicita' indipendente dalle proprie origini". Infine in entrambi i film le conseguenze dello sdoppiamento psicologico e della ricerca interiore sono reali e soprattutto irreparabili! Ma la differenza e' che nel film di Fincher  tutto era raccontato con ironia ed incredulita' mentre in "Black Swan" l'orrore della psicosi (anche se non viene mai nominata) e' tragico e reale, c'e' sangue, diventa quasi noioso alla fine.

Ci sono alcune cose non molto credibili nel film, del tipo che Nina non ha amici o amiche con cui confidarsi, a cui raccontare degli orribili incubi che ha. E poi l'assurdita' della malattia della pelle: perche' spendere tanti soldi in una crema coprente invece di andare da un dermatologo? E poi non metto in dubbio che Natalie Portman sia brava ma onestamente cercare di farla passare per una 19enne e' un po' azzardato anche perche' di anni ne ha quasi 30. Buffo che Nina critichi la madre dicendo che a 28 anni la sua carriera di danzatrice era terminata mentre in realta' lei e' gia' piu' che 29enne!

Trovo un po' snervante il volto della Portman, sempre contratto in una smorfia di dolore ma  che non riesce a comunicare passione o disperazione o paura o chi sa' il cazzo. A guardare il film ci si chiede se l'Oscar fosse per la "migliore faccia corrucciata"...?  Inoltre ho l'impressione che il regista volesse in realta' una copia della giovane Audrey Hepburn e la Portman non puo' essere un'altra attrice.
Vincent Cassel sa fare bene la sua parte di uomo maliardo e manipolatore. Non si capisce bene perche' citino Benjamin Millepied tra gli attori (non ha 1/2 primo piano...e' sempre ai lati dell'inquadratura), forse solo perche' e'  diventato il compagno della Portman. Brava invece Mila Kunis nel ruolo di Lily, e' simpatica nonostante la rivalita' con la protagonista (anzi, quasi tifiamo per lei). Una sorpresa per la serie "A volte ritornano" e' il cameo di Wynona Ryder nella parte della ballerina alla fine della carriera: col volto costantemente semicoperto e' una presenza inquietante, quasi come la bambina di "Ring". Insieme alla gia' citata Barbara Hershey (orribilmente sfigurata dal Botox), conferisce alle storie secondarie un sapore Aldrich-iano alla "Che fine ha fatto Baby Jane", che se ci si pensa fa gelare il sangue.

Una nota tecnica sulla eccellente scelta dei colori che dominano il film: sono freddi e pochissimi, molto chiari o incredibilmente cupi, rendono l'atmosfera claustrofobica. Il rosso appare solo sul palco della prima, il giallo arancio appare solo nella scena di seduzione tra Lily e Nina.

Ci sono o ci faccio?

Noi ci siamo davvero!
                                                          
Nel complesso Black Swan e' interessante, lascia in qualche modo un messaggio ma manca del mordente che ha fatto di Fight Club un film leggendario. Anche senza Oscar, Fight Club e' stato come una granata nel cervello, ha cambiato la vita di molte persone (compresa quella di chi scrive) con le sue illuminanti situazioni che rappresentano come in un  teatrino delle ombre cingalesi la nostra realta' di tutti i giorni. Black Swan tra qualche anno potrebbe essere ricordato come un grande film horror o come una soap-schizzoide da post adolescente frigida (la cui interprete tanto post adolescente non era), anche grazie al rumore provocato dall'Oscar. Staremo a vedere.

lunedì 14 marzo 2011

The Rise and fall of Karl Theodor von Guttenberg

Karl Theodor von Guttemberg, il ministro alla difesa tedesco, si e' dimesso dopo tre settimane circa dallo scoppio dello scandalo legato alla sua tesi di laurea.
I fatti in breve: un professore universitario ha letto per caso, a distanza di 7 anni dalla laurea di Guttemberg, la sua tesi e vi ha trovato qualcosa di strano. Molti pezzi suonavano al professore familiari, troppo familiari e facendo una rapida ricerca ha scoperto che il 25% della tesi era stata "copiata", riportando cospique citazioni da piu' famosi esperti, senza pero' farne nomi, e dunque facendo passare il lavoro di altri per il proprio, cioe' di Guttemberg.

La notizia ovviamente ha fatto scalpore in Germania: tutti si sono buttati alla ricerca di un perche' e un per come. La gente "comune" era incredula: Guttemberg era diventato il principe della nazione, con le sue belle maniere, il suo bel faccino pulito, la moglie, l'aspetto onesto e intransigente.
Angela Merkel, presa alla sprovvista, ha dichiarato dopo un primo momento di imbarazzo che si sarebbe dovuto verificare la veridicita' delle affermazioni dell'illustre professore contro il suo ministro. In seguito, quando la percentuale del plagio e' stata confermata, la Merkel ha dichiarato che "per fare bene il proprio lavoro Guttenberg non ha bisogno di una laurea". Il che puo' anche essere vero, ma il problema e' che il lindo ministro ha mentito, e in modo abbastanza grave.
Penso a tutti coloro che lavorano per poter studiare, per avere quel punto in piu' che puo' migliorare il loro futuro e non mi meraviglio che non potessero tollerare questa eccezione, soprattutto in un paese dove il "pezzo di carta" ancora serve in modo serio.

Per salvare Guttemberg il suo capo di partito ha persino accusato, con sapienza Berlusconiana, che si trattasse di un complotto della sinistra.
E' stato comunque inutile: pressato dall'opinione pubblica e dai media, il ministro Guttemberg si e' dimesso. Un gesto questo che segnala comunque decenza, una decenza che in paesi come ad esempio l'Italia, ormai non esiste piu'.
Di fronte alla capitolazione di questo ex ministro, che in qualche modo ha ammesso di aver sbagliato ( anche se non fino in fondo, infatti alcuni sospettano che la tesi sia opera di un ghost writer) mi viene spontaneo chiedermi perche' in Italia le cose non vanno allo stesso modo. Come e' possibile che un ministro della difesa si dimetta perche' ha "copiato a scuola" e invece un primo ministro imputato di evasione fiscale, rapporti con minorenni, favoreggiamento della prostituzione minorile (che a mio avviso e' come lo stupro), al contrario minacci e si atteggi lui a vittima?! E come e' possibile che in Germania un poltico del partito cattolico bavarese (la cosa piu' cattolica sul suolo germanico) non si sia mai aggrappato alla religione o chiesto l'intervento o sostegno della chiesa anche in un momento decisamente nero, mentre in Italia il Vaticano si affretta a cambiare l'interpretazione dei suoi dogmi (validi pero' per tutte le persone normali) per adattarli ai capricci dei potenti? Evidentemente c'e' qualcosa che non va.

I valori sono capovolti in Italia, e' successo proprio quello che nel "Pinocchio", Collodi ci presentava come un sarcastico scherzo: gli onesti vanno in galera, i colpevoli girano liberi.  
Come ribadiva Bennato nella sua canzone appunto ispirata a Pinocchio "...in prigione in prigione, e che ti serva di lezione!". L'Italia e' un paese dove il provincialismo impera, dove si e' sempre preferita la facciata bella ed ipocrita alla sostanza, onesta ma spiacevole.

Negli anni recenti l'Italia si e' imbarbarita, come un paese di poveri dove la gente vende i propri figli ai ricchi per un tozzo di pane. L'unica differenza e' che gli italiani di oggi lo fanno per piu' soldi. Sembra che le cose piu' normali, come l'amore, l'onesta', il lavoro, la fantasia, siano solo cagate per i coglioni. L'unica cosa che conta sono i soldi il potere, l'apparire in tv, la chirurgia plastica. Non c'e' molta differenza tra l'Italia di oggi e l'Albania del dopo dittatura, quando le donne (mogli, figlie, nipoti non importava) venivano obbligate dalle proprie famiglie a prostituirsi nella piu' ricca Europa.

Questa volta il nodo l'ha fatto troppo stretto...
Non c'e' purtroppo da meravigliarsi dunque, che in Germania Guttemberg sia stato  costretto a lasciare il suo posto, mentre se mai oggi in Italia un politico colpevole di un qualunque reato si dimettesse saremmo davvero, davvero davvero sorpresi.

domenica 13 marzo 2011

E' vero ma mi guardo bene dal crederci

A proposito di nucleare, guardatevi quest'intervento di Chicco Testa (Presidente del Forum Italiano per l'energia nucleare oggi e antinuclearista in un tempo che fu) a "Otto e Mezzo" due giorni fa, a poche ore dal sisma che ha colpito il Giappone. Egli smentiva con gagliarda sicumera il pericolo di una catastrofe nucleare a seguito proprio del sisma.
Poi, guardatevi le immagini dell'esplosione della Centrale di Fukushima  e alzi la mano chi quest'anno pensa di andare a farci le ferie...

venerdì 11 marzo 2011

Fur (pilu)

Non so se abbiate sentito parlare di questo film, non so quanto male possiate averne sentito parlare. Date retta, è molto peggio.
Andiamo con ordine: il sottotitolo "Un ritratto immaginario di Diane Arbus" allude alla fotografa newyorchese di origine russa, diventata famosa per i ritratti di personaggi strani ed inquietanti (nani, prostitute, travestiti, ma anche persone all'apparenza quasi normali) che andava a cercare nei luoghi oscuri dell'America degli anni 60.
Nel film è figlia di una ricca famiglia di pellicciai ed assiste il marito -fotografo pubblicitario- durante le sfilate dei capi. Hanno due figlie, una vita in apparenza perfetta, anche se lei veste come un'hamish e ci sono abiti appesi in giro per la casa come se gli armadi non fossero stati inventati.
Diane è un pò particolare, ama spogliarsi in pubblico ed è irresistibilmente attratta da ciò che è visivamente deforme, strano, esagerato. La sua famiglia da pubblicità dei cereali per la colazione non riveste quindi un interesse troppo profondo e quando al piano di sopra arriva un vicino dal vello a dir poco esuberante, la curiosità si risveglia in lei.
Dopo un pò di giri in giro -appostamenti, sguardi obliqui a figuri che salgono le scale calvi e le ridiscendono con addosso splendidi parrucchini fulvi- riesce a fare la conoscenza di Lionel, l'affascinante vicino affetto da ipertricosi, che parla a mezza voce e si guadagna da vivere confezionando parrucche col suo copioso pelo.
Il loro primo incontro è favoloso, non solo Lionel assomiglia alla bestia di "La bella e la bestia", ha una casa da cartone animato con una vicina contorsionista e una vasca da bagno interrata dove Diane si immerge in sottoveste e si fa un trip psichedelico senza droghe.
Fico.
Un pò Belle e un pò Alice nel paese delle pelo-meraviglie, Diane è pronta per la metamorfosi: ciaociao casalinga disperata, benvenuta voyeur del mondo dei freaks. Lionel è un tipo fascinoso che ha recitato nel primo uomo lupo (altro che Long Chaney) e veniva esibito nei circhi come fenomeno, conosce tutti i posti assurdi della città e ci porta la sua nuova amica, che comincia a sentire un friccicore al core. Il pilu l'attrae sempre più e il glabro maritino perde appeal, neanche la povera barbetta che si fa crescere può competere con il manto copioso dell'uomo del piano di sopra.
Ma Lionel nasconde un triste segreto: sta morendo lentamente di una malattia che gli disfa il polmoni. Presa tra l'amore per lui e il dovere verso la sua algida e perfetta famigliola Diane decide di rompere col primo. Quando sale a salutarlo se lo trova davanti completamente nudo (se si eccettua la pelliccia) che agita un rasoietto e le intima "Taglia tutto".
Lavoro titanico a dir poco!
Ma la nostra ragazza non si lascia scoraggiare e comincia ansimando amorosamente a radere il polpaccio del suo amore. Imperdibile questa sequenza che sicuramente ti pone le seguenti domande: Dove lo mette il pelo che toglie? Quante lamette avrà usato? E perchè Lionel si mette ad ansimare quando lei gli rasa le gambe? E soprattutto, perchè si è fatto rasare?
Perchè, cari miei, almeno per venti minuti di film il pubblico femminile ha il diritto di vedere Robert Downey Jr (Lionel), specialmente se quei venti minuti includono la scena di sesso fra lui e Diane (che chissà che voglia ci poteva avere di effusioni dopo una notte passata nella più lunga depilazione della storia!): sì insomma, freak va bene, ma a letto vogliamo la normalità.
Da qui il delirio prende il sopravvento: lui si vuole suicidare in mare e lì la porta e la lascia sulla spiaggia, dopo averle donato una pelliccia da lui confezionata col suo proprio pilu (mmmm!). Lei prova ad imitarlo ma nun ja fa. Poi torna a casa, molla marito e figlie e parte per il mondo a far le sue fotografie.
La scena finale la vede in un parco popolato da nudisti che cerca di far conoscenza con una frequentatrice per convincerla a farsi fare una foto.
E allora, cosa vogliamo dire? Prima di tutto che il regista è Steven Shainberg, quello che ci aveva sorpresi e divertiti con "Secretary", la favola d'amore della segretaria masochista col capo sadico. Un film molto economico che grazie alla bravura degli interpreti ed alla bella sceneggiatura è diventato un vero cult (peste colga chi non l'ha ancora visto) in cui si parlava di emancipazione femminile, di sessualità fuori dagli schemi classici (tanto cari al cinema americano), di donne che a partire dalla sofferenza personale prendono coscienza della propria unicità e imboccano una strada anticonformista che le porta ala felicità.
Stven Shainberg: "Forse tagliando questa scena..."
A ben guardare le tematiche sarebbero le stesse, specialmente nel momento in cui Diane si rende conto di essere "l'assistente di suo marito" e di essersi cercata una sistemazione onorevole per soffocare le proprie inclinazioni. Ma è tutto troppo caricato, troppo barocco perchè possa essere minimamente credibile. E cosa c'azzecca la faccia da bambina capricciosa di Nicole Kidman con tutto questo? E' impossibile ignorare la sua incapacità di esprimere emozioni e sembra sempre un pezzo d'arredamento fuori posto.
Nicole Kidman sfoggia un capino in pelliccia umana...
La relazione erotica fantasticata con un freak è un classico sottinteso a molti film horror (Dracula in primis, ma anche l'Uomo Lupo e perfino Il Mostro della Laguna Nera), e forse avrebbe dovuto essere il fulcro "perverso" della storia. Ma il regista o la produzione hanno avuto paura di affrontarla direttamente, tanto è vero che prima di fare l'amore con Lionel, Diane lo depila da capo a piedi. Perchè i freak sono sempre freak e anche quando Lionel coinvolge Diane nel suo mondo, lo sguardo è turistico, non d'interesse profondo, è lo stesso voyeurismo che vorrebbero "condannare". La Kidman si guarda intorno come una mocciosa ad una fiera, mentre un nano canta una canzone d'amore e tutto quanto intorno sembra dire "Oh, com'è carino". Ed infatti non si osa il lieto fine, Diane non lascia la famiglia per trasferirsi con "La Bestia" e sfidare apertamente le convenzioni. Si limita ad andarsene in silenzio, quatta quatta dopo che lui è morto.
L'elemento favolistico (che permeava anche Secretary, con l'improbabile studio dell'avvocato, la famiglia americana fuori di testa, la lavanderia a gettone dove si poteva cenare...) prevale e diventa stucchevole...Cacchio, Lionel non s'incazza mai! Mai dico! Un santo! E' possibile credere una cosa del genere da parte di una creatura tanto vessata dalla vita? Direi di no...

Ho la sensazione che l'idea di base fosse buona (anche se non l'avrei connessa con un personaggio reale come Diane Arbus), ma come spesso accade in America, dare troppi soldi e di conseguenza troppe regole ad un regista che s'è fatto notare nel cinema indipendente a low budget è un errore. E così che vengono fuori questi pasticci!

martedì 8 marzo 2011

Un giorno, all'ora di pranzo...

Squilla il telefono:
-Pronto?
-Buonggiorno siggnora, sono X dal call center Wind, innanzitutto buona Festa della Donna.
-...Grazie...(Cazzo, ora cercherà di vendermi qualcosa?)
-Siggnora, le faccio una domanda: se lei potesse avere una cameriera che le fa i mestieri, sarebbe contenta?
-(COSA???) Scusi, cosa vuole dire?
-Siggnora, se avesse una cameriera, che le fa i lavori più pesanti in casa, sarebbe più contenta?
-(So che vuoi arrivare da qualche parte, ma non voglio sapere dove) Veramente, preferisco farmele da me le faccende (ignobile bugia)
-OOGGESSù! UN'ALTRA!!! Click. Tututututututu...
-???