sabato 26 gennaio 2013

Ambulatori del terrore 3

Continua il mio viaggio allucinante nei luoghi della sanità. Ieri è scattata l'operazione  "What's up doc?"(cit. Bugs Bunny), ovvero cambio del medico curante. Fortunatamente l'ufficio scelta e revoca è vicino a casa, così ci sono andata prima del lavoro. Entro e passo prima attraverso l'accettazione dove una vecchietta sta mandando a quel paese una delle operatrici, che a sua volta le urla "Vaffanculo!" mentre questa se ne va via. Proseguo un pò sotto shock e prendo il mio numerino, trovo addirittura un posto a sedere. Attendo.
Ad uno dei tre sportelli aperti un vecchietto sta chiedendo delle informazioni sull'esenzione dal pagamento dei medicinali per la pressione. L'impiegato spiega pazientemente per cinque minuti. Agli altri sportelli i numeri scorrono velocemente. Il vecchietto viene licenziato e a piccoli passi esce dalla stanza. E' il turno di due donne cinesi, una delle quali deve fare la tessera sanitaria. Peccato che proprio lei sia andata in bagno. Alla fine l'altra scambia il suo numerino con quello della signora che era dopo di lei, e la fa passare avanti. Ma ecco il vecchietto di prima, arranca sui suoi passi e chiede alla collega dell'altro impiegato le stesse cose che aveva chiesto a lui. La signora dice: "Guardi che io le posso dire le stesse cose che le ha detto il mio collega." Il vecchietto borbotta, discute un altro pò bloccando la fila e poi se ne va. Le cose procedono speditamente, tra poco sarà il mio turno.
Quando il vecchietto rientra per la terza volta strisciando i piedi quasi mi metto a ridere: torna dal primo impiegato (sant'uomo, una pazienza!) e insistente perora la propria causa:
"Ma il mio medico ha detto che non li ha i moduli per l'esenzione!"
"Li deve avere, noi non li abbiamo, è il medico di famiglia che ve li deve dare!"
"Ma lui dice che non ce li ha."
"Non è possibile o li trova da medico o deve andare alla tipografia dove li stampano!"
"Anche io ho lavorato nella pubblica amministrazione, ho sempre cercato di essere d'aiuto...!"
"Ma noi la stiamo aiutando, è che quei moduli qui non ci sono!"
La cosa va avanti ancora circa dieci minuti, durante i quali il vecchietto le prova veramente tutte. Quando è il turno di un giovane filippino, questo si mette accanto al vecchietto, ma non ha il coraggio di scalzarlo via dal bancone. Alla fine una ragazza seduta accanto a me, esasperata, fa segno al giovanotto di andare avanti. Lui obbedisce. A quel punto, dopo un'ultima resistenza, il vecchietto se ne va, forse definitivamente. Nei dieci minuti che sono stata lì non si è fatto vedere, ma chissà, la giornata era appena iniziata...








giovedì 24 gennaio 2013

Un chilo e mezzo di fatti propri

Ultimamente rimango basita dall'assurdità del comportamento dei milanesi. Sembra che tutti credano di avere il diritto di dire qualunque cosa a chiunque, senza curarsi della distanza dovuta al fatto di non conoscersi minimamente.
Vi faccio un esempio, che in due giorni ha colpito me e Speck in due punti della città allo stesso modo.

Andiamo con ordine: da un anno sono vegetariana, e non mi sembra di aver avuto alcuna conseguenza da questo cambiamento, anche perchè di carne ne ho sempre mangiata poca. I miei genitori sono perennemente preoccupati e mio padre dà ordini perchè si provveda ad analizzare il mio sangue per capire se ho carenze dovute alla mia nuova dieta.
Così, ieri, diligente come sempre, durante il dialogo surreale con il mio (tra poche ore) ex medico, tiro fuori la domanda per un test extra del sangue, questi mi chiede perchè, io rispondo e sapete cosa mi dice lui? "Deve mangiare un pò di carne!" Sono rimasta senza parole.
Oggi Speck è andato in farmacia a chiedere un integratore di vitamina B dato che sta seguendo una dieta vegetariana. E sapete cosa ha risposto la farmacista? "Mangi la carne, no?"

Mi chiedo cosa ci sia di difficile da capire: se sono vegetariana NON mangio carne, quindi non stiamo parlando di una possibilità, ma di un dato di fatto. E poi, chi vi ha chiesto un'opinione? E' fuorilegge essere vegetariani forse? Anche se lo fosse, a voi, cosa interessa? Siamo parenti? Amici? Direi di NO.

Mi piacerebbe sapere se a questi vegetariani avrebbero il coraggio di dire cose così stupide
Io cerco di non essere fanatica, cucino addirittura la carne per Speck quando lui la vuol mangiare, ma se continuo ad incontrare cretini di questa fatta, giuro che diventerò una fondamentalista! Quindi se non ci conosciamo, leggete il titolo di questo post ed eseguite!

mercoledì 23 gennaio 2013

Ambulatori del terrore 2.1

Oggi era l'ultimo giorno di malattia che mi ha dato il medico. Ho ancora la febbre e per di più una specie di emicrania a grappolo che deriva dal mal di denti (mi è già successo di recente). Ieri sono andata dal dentista il quale ha sentenziato che ho un granuloma nella gengiva e dovrò togliere il dente e fare un impianto, dunque mi toccherà fare anche degli esami del sangue e l'elettrocardiogramma. Quindi torno all'ambulatorio del medico tabagista.
Oggi non c'era per niente fila, sono una persona prima di me. In pochi minuti entro, lo becco con la sigaretta accesa in mano, mi faccio fare le ricette e mi tocca pure spiegare perchè devo fare l'elettrocardiogramma. Ma non era lui il medico?
Poi gli chiedo altri giorni di malattia (due, ma onestamente, io lavoro anche al sabato). La risposta? No, perchè tanto la febbre dopo un episodio acuto resta anche per una settimana. Non mi è mai capitato di sentire niente del genere. Vorrei tirar fuori una velata minaccia sul fatto che non si fuma in un ambulatorio medico, ma lascio perdere. Tento di spiegare quanto sia difficile andare a lavorare con un dolore del genere alla testa e per di più la febbre. Chissenefrega.
Ok, me ne vado senza ancora essere stata visitata. Non ti preoccupare dottore, quando torno al lavoro passo davanti all'ufficio "scelta e revoca" e cambio medico. E forse ti denuncio anche perchè fumi in ambulatorio. (risata diabolica, risata diabolica...)

martedì 22 gennaio 2013

Ambulatori del terrore 2

Ieri stavo proprio male, il dolore al dente e la febbre mi hanno omogeneizzata. Non potevo andare al lavoro così. Ho preso coraggio e sono andata dal mio medico. Benchè l'avessi cambiato un anno fa, ancora non ero stata da questo dottore. Purtroppo devo ammettere di non amare i medici generici, il loro grigiume -derivante forse dalla monotonia, dalla frequentazione di gente malata e lagnosa, da una posizione ormai consolidata di impiegato statale- e ultimamente la mancanza di tempo per visitarti decentemente. Al confronto il Guido Tersilli di Sordiana memoria era scrupolosissimo. Il medico che avevo prima aveva un bello studio ed era bravo, purtroppo era lontano da casa mia, e l'unica volta che mi sono fatta visitare da lui ha ricevuto circa dieci telefonate in 14 minuti, tanto che alla fine mi sentivo di star disturbando.
Dunque esco di casa, attraverso velocemente il quartiere ed arrivo allo studio. La porta è aperta, nessuna segretaria ad accoglierti; in una stanzetta sulla destra, lunga e stretta, dai muri giallastri, sono stipate almeno venti persone su panche dal design di circa trent'anni fa. Le visite sono in teoria appena iniziate ma c'è già il pienone. All'inizio ci sono un paio di stranieri e parecchie buie vecchiette. Sarà la luce, sara la disposizione delle panche, ma mi sembra di essere in un quadro scandinavo dell'ottocento oppure sulla scialuppa di Caronte, diretti verso l'Inferno.
Dopo un quarto d'ora che aspetto e nessuno viene chiamato, mi chiedo se la persona che è adesso in ambulatorio ha un problema grave, o se il dottore gli sta facendo il terzo grado, non esce più. Invece, cinque minuti dopo arriva un tizio alto, sui 60 portati male nonostante i capelli ancora scuri, che saluta ricambiato con calore da tutti. Allora capisco, è lui il medico. In ritardo di 30 minuti sull'orario pubblicizzato.
Da lì la fila si fluidifica. Una signora piuttosto chic continua a telefonare, entra ed esce dalla porta dello studio, si siede vicino al calorifero, poi ha troppo caldo e apre la finestra, facendo congelare tutti. Finalmente la persona prima di me entra dal medico e imitando i miei compagni mi metto in posizione in anticamera aspettando il mio turno.
Osservando i muri mi rendo conto che questo studio doveva essere molto stiloso negli anni '80. Infatti, insieme ad infiniti attestati di partecipazione a convegni medici, sui muri sono appesi in cornice tre poster chiaramente di quell'epoca dal titolo "surrealismo cardiocircolatorio": nel primo è rappresentato un cuore umano come se fosse il motore di un'automobile, con l'esterno in metallo riflettente e varie spaccature da cui si vedono le parti anatomiche trasformate in fili elettrici ed elementi meccanici. Il secondo rappresenta circa allo stesso modo un paio di reni ed il terzo un robot femmina ( tipo quello che c'era nella pubblicità di un'automobile negli anni '80, appunto), che però rivela un misto di organico e inorganico sotto la carrozzeria.
Gli somiglia pure un pò....
Finalmente arriva il mio turno, entro: la prima cosa che vedo è il fumo della sigaretta che si sta fumando il medico. Ecco, siamo veramente fermi a trent'anni fa, forse anche quaranta. Personalmente non ho mai trovato il fumo fastidioso e trovo la guerra santa contro i fumatori a volte un pò esasperata, anche se personalmente non ho mai avuto interesse per quest'abitudine. Però un medico non può fumare in studio, è antigenico e lo scredita nei confronti del paziente. Mi vengono alle labbra parole scandalizzate che facciano desistere lo sciagurato da questa abitudine per di più fuori legge, ma non le dico. Lui abbassa la mano che regge la sigaretta dietro il tavolo, come per non essere colto in flagrante. Troppo tardi. Il medico è mollemente adagiato su una poltrona imbottita. Non ha l'aria antipatica, ma neanche da simpaticone. Ha i capelli lunghi, non porta il camice, sembra uno di passaggio. Davanti a lui c'è una scrivania coperta di scatole di medicinali, fogli vari e alla sua destra un computer. Mi siedo, e mentre racconto il mio tranquillo week end di dolore fisico noto un posacenere pieno di cicche. Magari è lì da ieri sera. Riemerge la mano che reggeva la sigaretta, ma essa è scomparsa. L'ha buttata per terra e schiacciata col piede? Gli consegno la mia tessera sanitaria, lui la mette nel computer e mi dà tre giorni di malattia. Mentre fa quest'operazione sento una voce: "Pattuglia 12 chiama Corvo, rispondi Corvo! Pattuglia 12 chiama Corvo, rispondi Corvo!". E' il cellulare del medico, con una suoneria da Ispettore Coliandro. Almeno non risponde, e  dopo un pò la Pattuglia 12 si arrende. Saluto il medico e me ne vado. Non mi sono nemmeno tolta il cappotto, non mi ha visitata, niente. Sono un pò scioccata, ma sto troppo male per pensarci. Appena mi ripiglio cambio medico, lo giuro.

lunedì 21 gennaio 2013

Ambulatori del terrore 1

Spinta dal dolore tremebondo del mal di denti accoppiato a febbre e influenza, sabato scorso mi sono spinta fino ad un ambulatorio dentistico che fa pronto soccorso. L'estate scorsa, sempre colpita da un mal di denti, andai in un altro ambulatorio pubblico e mi trovai molto bene, quindi, essendo chiuso quest'ultimo, mi sono fidata. Una giornata da lupi: freddo, vento e neve, mi aggiravo in centro, zona policlinico, imbaccuccata come un cittadino dell'ex blocco sovietico. La struttura ospedaliera è piuttosto vecchiotta. Non c'era una sola indicazione di dove fosse il pronto soccorso. Chiedo alla macilenta portinaia, una donna che da tempo dovrebbe essere in pensione, la quale mi spiega sbrigativamente la strada per arrivare alla Clinica Odontoiatrica. Esco da una porticina, destra sinistra, destra e la raggiungo. Come si entra? Non lo so. Comincio a suonare un campanello e cercare di aprire le porte d'ingresso. Niente. Finalmente arriva una grassoccia infermiera che mi fa entrare.
"Ci sarà un sacco di gente" mi aveva detto Speck. Invece la sala d'aspetto dai muri dipinti di giallo e l'illuminazione fioca che proviene dai dei venerandi neon è VUOTA. Non so se depone bene. Dò i miei dati all'infermiera e vengo a sapere che pagherò 28 euro di ticket contro i 15 dell'estate scorsa. Non posso fare troppe sceneggiate, quindi va bene.
Un minuto dopo esce dallo studio un'altra infermiera, conciata quasi peggio della portinaia e con la stessa cordialità dipinta sul volto, cioè assente. Mi fa passare in una stanzetta illuminata giusto un pò di più della sala d'aspetto dove un giovane e inentusiasta medico mi fa accomodare su una sedia dentistica malandata. Provo a sedermi pressapoco lo stesso disagio di quando sono in metropolitana, in una carrozza affollata e c'è un posto libero: vorrei sedermi ma non riesco a non provare un brivido di inquietudine igienica.
Almeno il medico mette i guanti sterili. Prende uno degli attrezzi e mi batte sui denti fino a che non dico "AHI!" e lui sentenzia: "E' l'inizio di un ascesso". L'avevo sospettato anche io.
Mi licenzia con una ricetta per l'antibiotico e un consiglio per un antidolorifico di quelli che ti mandano nel mondo delle fate. Mentalmente declino l'offerta, posso farcela senza stordirmi. Prima di uscire, un ultimo momento di orrore: l'infermiera anziana prende gli strumenti usati dal medico e non li mette in un contenitore che sarà poi portato a sanitizzare, ma li immerge in un bagno disinfettante, un pò come si faceva trent'anni fa.
Da notare che nell'altro pronto soccorso mi era stata fatta una radiografia ed una visita completa.
Esco nella tormenta con la sensazione di essere stata nell'ospedale di Fantozzi. E dire che pensavo fosse una satira esagerata...

sabato 19 gennaio 2013

L'inverno del nostro scontento

Ragazzi, se il 2012 aveva picchiato duro, il 2013 non vuol perder tempo e ci mette immediatamente al tappeto camminandoci addosso. Infatti a dicembre scorso io e Speck ci eravamo variamente ammalati. Tutto sembrava in qualche modo risolto (anche se non eravamo in formissima neanche durante le vacanze) ma da 10 giorni casa nostra sembra un lazzaretto: Speck ha un'otite media acuta e si sta bombando di medicinali, tanti che da un paio di giorni è coperto da un alone fosforescente. E io, per non farmi mancare nulla, dopo diverse settimane di resistenza a germi assortiti, ieri mattina mi sono alzata con un atroce quanto immotivato mal di denti che mi ha portato ad una specie d'isteria analgesica, tanto che tra ieri e oggi avrò speso 30 euro in ibuprofene, paracetamolo e altre sostanze. Sono così disperata che oggi mi sono pure recata in un pronto soccorso dentistico degno di Frankenstein, ma avevo bisogno di dire "almeno ho provato" e poter dare la colpa al medico se la cosa non si risolve.
Siamo distrutti. Ma almeno Lena sta bene.
Branko diceva che gennaio sarebbe stato un mese difficile per il mio segno, ma non pensavo COSI' difficile!
Branko...Lui ci aveva avvertito!
Speriamo solo che abbia azzeccato con febbraio, sennò non arrivo a marzo...

mercoledì 9 gennaio 2013

Un nuovo blog

Se guardate nella colonna dei blog trovate un nuovo nome "Figures in action". Pubblica divertentissime storie a fumetti realizzate come fotoromanzi con giocattoli, action figures, appunto. Alcuni post sono strepitosi. Buon divertimento!

domenica 6 gennaio 2013

Ancora sull'Epifania

Abbiamo dimenticato di pubblicare il sito ufficiale della Befana: cliccate qui e lo troverete...per tutti i nostri piccoli "Doppiaazionari"...

sabato 5 gennaio 2013

Epifania!

A casa Ciambella Frittella ci teniamo ad alcune tradizioni: una di queste e' l'Epifania. Il 6 Gennaio e' visto dai piu' come l'arrivo dei Magi, per altri e' il giorno dei folli ma nella tradizione pagana era il vero natale: era il giorno di una simbolica rinascita.

Con sorpresa abbiamo scoperto che la Befana, il simbolo a noi piu' caro di questa festa, e' celebrato e conosciuto solo in Italia e in alcune regioni, come il Tirolo, la tradizione esiste a macchie.
Ma niente paura, lo sportello servizi di Doppiaazione e' qui per questo pubblichiamo la storia della Befana disegnata da una illustratrice-blogger, Cristina Pavesi, per diffondere e tenere viva questa tradizione. La trovate qui sotto: il copyright e' dell'autrice ma la storia puo' essere diffusa con ogni mezzo a patto che non venga modifiicata.

Cliccate sulle immagini per vederle piu' grandi 



Buon divertimento e...buona Befana!