sabato 20 settembre 2014

Un'estate col golfino

Quest'anno la permanenza estiva alla dacia è durata di più, grazie al ritardato inizio della scuola. Inutile dire che, a causa delle avverse condizioni meteorologiche, abbiamo passato un sacco di tempo a casa, a pisolare, leggere, cucire...ma senza grandi entusiasmi. Anzi, considerando che quest'anno non avevo neanche esami da preparare per l'università ho fatto veramente poche cose rispetto a quelle che mi ero prefisse (la latitanza su questo blog ne è prova). Mi ero portata decine di stoffe progettando un intero nuovo guardaroba e alla fine ho cucito una gonna e iniziato un paio di pantaloni; ho riempito una valigia di libri e ne ho letti uno e mezzo; ho ingolfato lo zaino di matite e pennarelli e non ho disegnato un tubo...insomma, la pigrizia ha avuto la meglio sulla mia produttività.

Venendo ai gatti, Romeo è arrivata alla nostra porta un pò dimagrita e abbiamo passato l'estate a ingrassarla a dovere. Per la prima volta ho anche avuto occasione di vederla a caccia, mi ha ammazzato un passero sotto gli occhi e che dire, è la natura, mica posso dirle che non si fa, è una questione di sopravvivenza. Però fa impressione. Macchianera si è presentato con una ferita dietro l'orecchio. Non so cosa gli sia successo, ma è molto più scontroso dello scorso anno, ci sono voluti quasi due mesi perchè ritornasse a strusciarsi sulle gambe mentre ci chiedeva la pappa.
Verso la metà di luglio poi, sono comparsi dei nuovi gatti: la gatta e il gatto rosa, due fratelli praticamente indistinguibili, e due piccolini molto invadenti che hanno dato parecchio filo da torcere a Romeo, che quando si tratta di difendere il suo territorio diventa una vera tigrotta. Per qualche giorno le risse si sono susseguite coinvolgendo anche me (ho rimediato una botta unghiata da Romeo, diretta ad un altro gatto). Meno male che una vicina (la proprietaria dei gatti rosa) si è portata a casa i piccoli, ristabilendo la pace nel cortile.
Per Lena invece, Speck quest'anno ha recintato tutto il giardinetto posteriore della dacia (una specie di grossa aiuola rettangolare), e la piccola ha molto apprezzato, pretendeva di uscire anche quando pioveva o c'era stato qualche temporale che aveva trasformato la terra in un piccola palude.
Un capitolo a parte lo merita la Miciccia, che purtroppo ha avuto un peggioramento nelle condizioni di salute. Non è più una giovincella, e abbiamo temuto per lei, ma grazie alle cure dei nostri genitori, per ora tiene botta. Durante la permanenza nelle montagne bergamasche è migliorata, e adesso l'andremo a trovare.

Veniamo all'Università. Lo scorso anno ho avuto una botta di depressione, in cinque anni ho 9 esami, tutti passati, alcuni anche brillantemente, tuttavia troppo pochi per giungere al traguardo della laurea entro i 50 anni. Inoltre, essendo la sede così lontana, seguire le lezioni è veramente difficile. Così avevo deciso di cambiare facoltà e università, Quindi, due settimane fa sono andata a Venezia per fare il passaggio a Milano. Obiettivo Lingue e Letterature Straniere. Procedura veloce, ma non indolore. Lasciare Venezia era per me una sconfitta, ma...diciamo che non vedevo alternative.
POI, martedì scorso sono andata a immatricolarmi.
Entro, prendo il mio numerello: 60, 45 persone davanti a me. Pazienza, aspetterò. Mi siedo e dopo un pò una tipa mi chiede un'informazione. Le rispondo e questa mi dice: "Ma ti rendi conto che mi hai già risposto due volte? Non sono idiota!". Le ho girato le spalle pensando che forse idiota non era, ma maleducata certo sì. Quando infine è venuto il mio turno, la botta finale: l'impiegata non è stata certo maleducata, ma sembrava quasi che le desse fastidio che mi volessi iscrivere. Infine, il pagamento per l'immatricolazione dovevo farlo in contanti. Tragedia. E' questa l'università di una città che si bulla di ospitare l'Expo mondiale? Che si definisce EUROPEA? La città di piazza affari piena di banche? Contanti?
Se prima ero depressa, ora ero in un pozzo di disperazione. Non ho perso tempo e ho scritto subito a Cà Foscari chiedendo di ritirare la richiesta di trasferimento. Sembra che tutto andrà a posto e io tornerò gaiamente a far la spola con Venezia. Che figata.