lunedì 28 marzo 2016

Zombie Mixer

Entrare nella cucina di Speck è un po' come fare un viaggio nel tempo, ci si possono trovare alcuni interessanti reperti archeologici. Il mio preferito, diciamo così, è un piccolo frullatore risalente a quasi quarant'anni fa. Speck lo usa da sempre per grattugiare il formaggio per il risotto, noci e nocciole e di tutto un po', e ormai il povero elettrodomestico è esausto. Ricordo quella volta che un'amica portò a casa nostra avocado e lime per fare il guacamole, e nonostante i frutti fossero maturi, dopo diversi tentativi di ridurli in crema con il frullatore in questione, finì con lo schiacciare la polpa con una forchetta. Speck disse che la colpa era nostra, non sapevamo come usarlo: bastava scuoterlo come uno shaker mentre frullava.
L'amica ribatteva che l'oggetto vintage avrebbe fatto un'ottima figura in una vetrinetta decorativa, ma era del tutto inutile per cucinare. Non sono proprio riuscita a darle torto.

Due settimane fa ho sentito un borbottìo provenire dalla cucina: Speck stava cercando di rianimare il povero elettrodomestico, inutilmente. Onore al caduto, finiva un'era e c'era una concreta speranza che un nuovo frullatore, con nuove funzionalità e lame affilate, arrivasse a casa nostra.
Così pensavo. Ma come in un film di Sam Raimi, quando un finale glorioso si profila all'orizzonte e l'eroe (io) ci si sta avviando sorridente, da un muro spunta la mano insanguinata di uno zombie, e in questo caso la mano regge il mefitico frullatore. Novello dottor Frankenstein, Speck è infatti riuscito con ammirevole abilità a ridargli vita, e da quel giorno, inceppandosi e tossicchiando ogni tanto, il malefico aggeggio è tornato in azione (si fa per dire).
Pensavo che non sarei mai riuscita a liberarmi di lui. Poi, una sera, ho sentito nuovamente un borbottìo provenire dalla cucina. Sono corsa a vedere e la scena della tentata resurrezione del frullatore mi si è ripresentata. Speck lo aveva smontato e cercava il guasto. Trovatolo, aggiustatolo, rimontava il tutto, ma a quel punto non funzionava più. La cosa si è ripetuta una decina di volte, con il povero tecnico riparatore sempre più frustrato dalla resistenza alla rianimazione.

Qualche giorno fa sono rientrata dal lavoro e il frullino zombie non c'era più: sconfitto nonostante il suo impegno, Speck lo ha buttato via, ed è un peccato perché, come diceva la mia amica, si poteva sempre tenere come cimelio, oggetto di design da esporre. Ma se una notte dovessi sentire un frullare nell'oscurità...
Il frullino della palude nera