martedì 30 dicembre 2008

Gemella Ciambella indaga: chi sono quegli scheletri nell'armadio?!


“...ma...allora non e' che non hai dei bei vestiti! E' che ti vesti male!” (la sincerita' e il candore di Verena Trausch colpiscono come un missile MIG la mia illusione di essere una donna di stile)


Ammettiamolo donne, tutte noi abbiamo degli scheletri nell'armadio...essi non sono il corpo del vostro precedente amante o il cadavere della vostra insopportabile suocera...
si tratta invero, di alcuni vostri VESTITI, che per oscure ragioni giacciono per lo piu' inutilizzati nel vostro armadio.
Lo so, vi capisco...li avete comprati in un impeto di follia, magari negli anni 80'! Forse erano pure in saldoooo, e quando li avete comprati avete pensato: ne ho assssssolutamente bisogno!!!

E adesso invece...vi siete accorte che magari sono vestiti troppo variopinti o stravaganti che non pensate di utilizzare, se non a Carnevale. Oppure, ecco ce n'e uno che avete preso per una serata particolare, e' costoso, sexy e bellissimo, ma vi toccherebbe fare un restauro completo (depilazione completa, trucco favoloso, nuovo taglio di capelli e tacchi paura) per fargli onore. E allora costa troppa fatica, meglio dimenticarlo li'. Oppure ci sono vestiti che vi andavano bene prima, ma adesso, purtroppo, non vi entrano piu', ma voi li tenete e sperate nel futuro.

Qualunque sia il vostro motivo, io ci scommetto che nel vostro armadio, come nel mio del resto, ci sono dei vestiti, delle scarpe, degli accessori che non usate, che magari pensate a come abbinare la mattina con la combinazione del giorno, ma costa una fatica erculea, e allora RIMANDATE.

Tranquille, siamo tutte cosi'. Ma proprio per questo vi consiglio di andare a dare un'occhiata alle vostre scatole e tirarli fuori questi scheletri, dargli un'occhiata e rivalutarli...in fondo non ci vuole la serata con George Clooney o Jaquin Phoenix o...Toni Servillo ( questo e' per te Frittella!) per indossare qualcosa di carino o particolare.
Ma il vero scopo di questo post e' di fare outing e dire anche voi con me "Si, anche io ho un sacco di scheletri nell'armadio!" guardarli e finalmente fare un punto della situazione.
In alcuni casi c'e' solo il mercatino dell'usato nel futuro di alcuni "Scheletri", o la donazione ad amiche che hanno misure piu' consone (sapeste quante magliette a balconcino ho dato via per mancanza di tette); in altri casi pero', c'e' un brillante futuro che li attende.

ED ecco alcuni dei miei Scheletri (che si sono tra l'altro ridotti molto, da quando mi sono spostata a Berlino, per ovvie ragioni di spazio...)


Il mio vestito verde da Ninfa delle foglie
Ah, anche questo quando l'ho comprato mi sono sentita di aver sbancato l'enalotto! L'ho preso tipo 9/10 anni fa in un negozio su una tangenziale, per tipo 10mila lire dell'epoca!
Per quel prezzo e' davvero un affare: taglio anni 20', colore bello, rifinito decentemente.
Mi va ancora bene, ma non mi sento piu' di indossarlo: non ho piu' 20 anni e davvero, senza tette non ha senso metterselo perche' sparisco nei volaant! lo vuole qualcuno?!

Ah, gli stivali viola scamosciati a punta!
questi sono stati un affare al contrario...li ho comprati a LOndra, quasi 3 anni fa, in una svendita di un negozio molto figo e costoso, uno che vende cose da romantiche donne inglesi (se ci penso adesso mi vien da ridere...).
Sono stivali bellissimi, ma decisamente, bisogna averci il fisico: dotati del cosiddetto "kitten heel", ovvero un tacco basso e sottilissimo, sono assolutamente proibitivi qui a berlino, dove tutti i marciapiedi hanno i san pietrini. Credo poi, che la punta-appuntita da modella di Versace mi si addica anche meno...Ma il dilemma e' “A chi li regalo?!” chi cazzo ha il 41 di piede ed e' donna?!

Forse solo io e Frittella, ma non mi pare il suo stile...


La camicia turchese Sisley “Truffaut”

No no, non e' che Sisley l'ha chiamata cosi', sono io che quando l'ho vista piu' di 6 anni fa in un negozio milanese ho detto a me stessa “Cristina, questa e' la tua occasione! Con la gonna plissettata sembrerai una delle attrici di Truffaut”...AHAHAHAHAHAH! Fatevi anche voi con me una bella risatona! Il taglio dritto e la stoffa morbida farebbero bene il loro lavoro, se pero' io possedessi un paio di tette misura 3a o 4a, almeno! Anche questa messa una volta...


Il tubino di velluto verde smeraldo

Questo pero' e' stato un vero affare: per 18 sterline me lo sono rapacemente aggiudicato in un negozietto di usato a Camdem alcuni anni fa...Ci entro ancora, ma devo trattenere il respiro...ma e' troppo bello, non posso darlo via. Purtroppo l'ho messo una sola volta (troppo elegante e corto forse, per l'ufficio) ma la mia amica Michela mi ha rincuorata: col giusto abbinamento potrei indossarlo piu' spesso.


Gonna di promod ROMANTICA!

Ah, questa pero' l'ho messa due volte!! Nella mia testa c'era questo abbinamento formidabile: stivali a punta, questa gonnina di tulle e una maglietta di ciniglia turchese. Avevo tutti I pezzi ma non li ho mai combinati. Troppa fatica e troppo freddo, specialmente a Londra. Adesso che vivo a berlino spero di poterla usare con un abbinamento piu' giovane e sportivo...e soprattutto spero di usarla!

La gonna di seta a pallini

Si, un'altro di quei costosi errori che ho fatto nel tentativo di provare a me stessa che ero un'eroina di Jane Austen: svolazzante e informe, e' fantastica per le donne con una forma formosa, ma su di me fa l'effetto di un vestito da strega...anche qui pensavo a Truffaut, ma se ci penso adesso mi vien da ridere...Qualcuna di voi vuole questa gonna? E' gratis...

Spero vi stiate divertendo...ovviamente questo non e' tutto, ho altre cose, magari faro' un altro post piu' in la', se questo vi piacera'. Aspetto commenti...


Nel frattempo, vi invito a guardare negli occhi I vostri fantasmi, che siano stati un acquisto avventato o un regalo sbagliato, guardateli, scegliete cosa volete tenere e tentate combinazioni che li renderanno attuali. Anzi! Potreste scoprire di avere un tesoro nascosto! E se avete qualcosa che e' un vero orrore ma vi piace tanto, tenetelo: e' bello avere qualche piccolo segreto nel nostro armadio.

la vostra Gemella Ciambella

-Dedico questo post ad Alessia Verena e Simona, che si sono sorbite le mie “sfilate” per la scelta dei nuovi abbinamenti di vestiti.

domenica 28 dicembre 2008

Il Bar dell'Artista




A Milano, sulla circonvallazione, c'è "Il Bar dell'Artista".
Dietro al bancone c'è il mio amico Mario Leny, uno di quei personaggi che bisogna conoscere.
Il suo bar trasuda della sua proprompente personalità e del suo amore per la musica.

Per Elvis Presley innanzitutto: Elvis è dovunque, sulle pareti in forma di poster, sulle mensole come testa in ceramica e come pupazzetto. Ma siccome Mario stesso è musicista ed ha tanti amici nel ramo, ci sono anche foto di lui e sua moglie con un pò di celebrità come Loredana Bertè e Renato Zero.

La musica regna sovrana e se la radio non è accesa, c'è lo stereo, con i dischi anni '60 o i ciddì dello stesso Mario.
L'atmosfera è quella che non puoi trovare nei pub puzzolenti di fritto e neanche nei bar figacciosi del centro, perchè anche se entri per la prima volta, magari sta andando la canzone che ti piace di più e se sei simpatico al Mario ti prende un pò in giro, ti coinvolge nelle discussioni, e alla fine esci un pò più su di morale...

Mi piace il bar del mio amico Mario Leny, è un posto come ormai nella gelida Milano ce ne sono pochi, dove ancora si possono scambiare quattro chiacchiere con persone con gli amici o con persone di passaggio e sentirsi un pò meno soli...




sabato 20 dicembre 2008

Bookspotting! 15/19 dicembre


Evviva! Evviva!
Eccoci all'ultimo appuntamento prima delle feste di Natale, durante le quali il vostro bookspotter avrà da fare tra feste e regali.
Ovviamente potete scriverci, se volete, di quanto avvistate fino al 6 Gennaio, le segnalazioni saranno comunque pubblicate.
A questo proposito invito tutti quelli che leggono la rubrica a inviare al solito indirizzo gemellearotelle@gmail.com i titoli dei loro libri dell'anno, quelli che per un motivo o per l'altro li hanno colpiti. Potete parlare anche della peggior ciofeca o del volume più sublime, basta che ci aggiungiate un commentino. Dài, uscite dal guscio, che poi facciamo una bella puntata di riepilogo del 2008. E già che ci siamo, segnalateci i titoli che regalate o che vi regaleranno.

Ed ora veniamo alla settimana: siamo ancora lontani dalle quantità del mese scorso, ma c'è una ripresa. Pochi direi i titoli di pregio, ma torna Stieg Larsson col secondo suo romanzo pubblicato. Per il resto personaggi stranoti ( Gogol, Camilleri) e nomi a me totalmente sconosciuti (Caterine Dunne): se avete commenti, fate pure. Compare per la prima volta il libro "Nelle terre estreme" che ha ispirato il film di Sean Penn. Purtroppo non ho idea se sia stato un successo editoriale o meno...Chi di voi l'ha letto?
Ed ora i libri sbirciati per voi sui mezzi ATM...Buone Feste!!!

"Contraccolpo" Andy McNab
"Uccelli da preda" Wilbur Smith
"Racconti Pietroburgo" Nicolaj Gogol
"Spingendo più in là la notte" Mario Calabresi
Guida Tturistica di Kenya e Tanzania
"New Moon" Stephanie Meyer
"A piccoli passi" Silvia Vegetti Finzi (puericultura)
"L'amore o quasi" Caterine Dunne
"L'età del dubbio" Andrea Camilleri
"Nelle terre estreme" Jon Krakauer
"Pochi inutili Nascondigli" Giorgio Faletti
"Idi di Marzo" Valerio Massimo Manfredi
"La ragazza che viene dal passato" Simone Van del Vlugt
"La figlia della foresta" Isabel Allende
"La ragazza che giocava col fuoco" Stieg Larsson

venerdì 12 dicembre 2008

Bookspotting! 10/12 dicembre

Le vacanze, gli scioperi, il maltempo senza requie: i nostri poveri lettori della rete metropolitana sono fiaccati e non reagiscono. Intimiditi dall'umidità ripongono per troppo amore i loro volumi e si accontentano di miseri giornaletti gratuiti, o di dispense o riviste.

Il risultato è un Bookspotting assai limitato questa settimana.

Una discreta varietà di titoli, nonostante tutto: vi invito a notare la mancanza di Stieg Larsson per la prima volta dall'apertura di questa rubrica, mentre "Gomorra" si riconferma un classico del mezzo pubblico.

Ed ora vi propongo un gioco: quando riuscite a sbirciare sul metrò il titolo di un libro, provate a prenderlo come un'ispirazione di un qualcosa che potreste fare per il vostro futuro, o per risolvere un problema...
Vi faccio un esempio: "I love shopping" vi consiglia forse di distrarvi con un giro per negozi, "La pista di sabbia" potrebbe essere un invito ad andare al mare, questo week end. Se volete esagerare potete anche comprare il libro e scoprire se ha in serbo qualche illuminante rivelazione. Vedete voi, può essere divertente...

Ed ora senz'altro indugio i libri sbirciati per voi sui mezzi pubblici...

"The Shining" Stephen King
"Nanga Parbat, la montagna del destino" Rehinold Messner
"Nodo di sangue" Hamilton Laurell K.
"Le Petit Prince" Antoine De S. Euxpery
"I love shopping" Sophie Kinsella
"Brisinger" Christopher Paolini
"La finestra rotta" Jeffrey Deaver
"Il viaggiatore notturno" Maurizio Maggiani
"Il giardiniere notturno" George Pelecan
"Gomorra" Roberto Saviano
"Il mondo delle cose senza nome" Daniela Rossi

venerdì 5 dicembre 2008

Bookspotting! 1/6 dicembre


Beh, non poteva continuare per sempre tanta abbondanza!

Vuoi perchè la gente è stanca, vuoi che ho scelto le carrozze sbagliate, ma questa settimana il bottino della rubrica è molto meno ricco delle scorse settimane.

Sempre grande varietà, dal giallo, alla scienza (ben tre titoli) al romantico. E anche questa settimana non manca Stieg Larsson. La cosa più strana è che sono soprattutto donne quelle a cui vedo leggere questo libro...Che debba leggerlo anch'io prima o poi?

Comunque, ecco a voi i libri sbirciati per voi sui mezzi pubblici...Menzione speciale a Monty che partecipa con una segnalazione, bravo bravo...


"Il Quinto Giorno" Frank Shatzing ( Monty 4/12 sulla 73 )
"Altre voci, altre stanze" Truman Capote
"La mappa della vita" Renato Dulbecco
"Uomini che odiano le donne" Stieg Larsson
"Figli del Nilo" Wilbur Smith
"Stato di paura" Michael Crichton"
"L'insostenibile leggerezza dell'essere" Milan Kundera
"Firmino" Sam Savage
"Gomorra" Roberto Saviano
"Un altro giro di giostra" Tiziano Terzani
"Ti ricordi di me?" Sophie Kinsella
"L'eroe di Trafalgar" Cornwell
"Un bastimento carico di riso" Alicia Gimenez Bartlet
"Dolomiti e calcari del Nordest" Alessandro Gogna
"La casa degli spiriti" Isabel Allende
"La vedova, il santo,il segreto del pacchero estremo" Gaetano Cappelli
"Il matematico impertinente" Piegiorgio Odifreddi
"Mondo senza fine" Ken Follet
"La pista di sabbia" Andrea Camilleri
"Le sabbie del Tempo" Michael Hoeye
"Il capo dei capi" Attilio Bolzoni, Giuseppe D'Avanzo
Libro Harmony
"Il gene egoista" Richard Dawkins
Meridiano Mondadori dedicato a Pasolini
"Codice 632" Josè Rodrigues Dos Santos
"A feast for crows" George R.R. Martin

martedì 2 dicembre 2008

Frittelle Spaziali


Fred e Geoffrey Hoyle “Quinto Pianeta” Feltrinelli (1965)

Rovistando nella biblioteca di un paesuccio dell’Alessandrino mi imbatto in un libro dalla copertina bizzarra (vedi foto) su cui campeggia la scritta “Dopo quel viaggio nello spazio sua moglie non era più la stessa”.
Sfoglio il volume, che promette di essere un fantascientifico TRASH con punte pornografiche.
Lo prendo. Lo porto in camerata all’ostello e leggiucchiando qua e là sembro confermata nelle mie previsioni. Le altre ragazze ascoltano la lettura e sghignazzano.
Incipit :”Hugh Conway si mosse a disagio nel letto. Un’ora prima sua moglie gli si era data con tanto fervore ch’egli ebbe la piena conferma di quello che sospettava: gli era stata infedele un’altra volta.”

La storia è un’ennesima versione del “Pianeta proibito” o di “Solaris”, ma molto meno filosofica.
Il protagonista (Conway) è uno scienziato che ha scoperto il pianeta Achilles nel sistema Helios, che si sta avvicinando alla terra. Conway fa anche parte di una commissione di tecnici che sta predisponendo una missione di esplorazione del pianeta a cui parteciperanno (seppur separatamente) Occidente e Russia.
Infine Conway ha una moglie che viene dipinta come un’oca semininfomane che lo cornifica da 10 anni(l’inizio del loro matrimonio), approfittando di una non meglio specificata e inarrivabile bellezza.
Tagliando corto, le due missioni torneranno decimate dalla curiosa natura di Achilles. Tra i superstiti c’è l’amante della moglie di Conway e dentro di lui un alieno che alla morte dell’uomo passerà nel corpo della donna.
L’alieno ha il potere di evocare negli uomini visioni tridimensionali dei loro incubi peggiori.
Aggiungendo che si tratta degli autori di A come Andromeda, da cui venne tratto il famoso sceneggiato RAI degli anni 70, ci sarebbe da aspettarsi grandi cose.

E invece…

Tanto per cominciare il libro è quasi totalmente narrato: i dialoghi sono pochissimi e a volte veramente imbarazzanti nella loro inutilità. Il resto è una continua pomposa descrizione assolutamente inconcludente. L’azione si svolge con una lentezza estenuante e ci si rende conto che tutta la prima parte della storia, perlomeno fino all’arrivo della missione su Achilles è completamente inutile. Nelle intenzioni degli scrittori si vorrebbe dipingere una società futuribile, dominata da “commissioni” cui il protagonista è avverso, ma è tutto talmente vago, annegato in paroleparoleparole inutili che ci vuole del bello e del buono per capirlo. E anche a capirlo ce lo si dimentica subito.
La descrizione delle tensioni politiche tra est ed ovest è grossolana e approssimativa (non ci viene mai spiegato il perché) e i due blocchi ne vengono fuori come bambocci litigiosi che non hanno alcun apparente motivo per contrastarsi, a parte contrastarsi.

Il mistero di Achilles, del perché sia fatto a quel modo e il motivo che spinge l’alieno ad intraprendere il viaggio verso la terra non sono spiegati, ma solo, come sempre, accennati, e poi al nostro buon cuore capirci qualcosa.

Se la piattezza dei personaggi forse un crimine poi, questi signori andrebbero messi in galera: Conway non ha più colore/calore di un funzionario (descritto con raro disprezzo) che compare per caso per interrogare qualcuno o di uno zerbino fuori dalla porta d’ingresso. Per quanti sforzi facciano padre e figlio nella congiunzione cosmica della loro creazione, non riescono ad affezionarsi tanto ad un carattere da portarlo a fondo e renderlo tridimensionale. Addirittura un personaggio viene indicato semplicemente come “la ragazza bruna”...

Quanto al sesso, beh, c’è davvero da rimpiangere i libri pornografici.
Gli autori sono sessuofobi del tipo britannico: dato che non ce la fanno a chiamare le cose col loro nome, a dire cazzofigaculotette, come due adolescenti pruriginosi ogni tanto si eccitano alludendo a una spalla nuda, ad un astronauta che si sveglia coi capelli di una donna nel naso, o a una presunta relazione tra il padrone di casa e “la ragazza bruna”.
“Mentre Conway e la sua moglie appena scoperta se la spassavano nella suddetta maniera…” scrivono all’inizio del capitolo 14 intendendo che i due stanno facendo l’amore.
E’ sconcertante poi la misoginia e il disprezzo per le donne che emergono: il concetto sembra essere tutte le donne sono puttane, pure mia moglie (che ci sia un transfer?), magari arrivasse un’entità aliena e si potesse scopare come una volta.
L’astronauta russa viene scelta solo perché è una donna bella (brava? Quando mai?) e da quel momento si vorrebbe far intendere che gli ormoni degli altri astronauti prendano il sopravvento. Tutto è allusione perché tutto è sporco.
“S’imbatterono in una barriera (…)alzata da una guardia campestre(…). Nessuno dei tre alzò un dito mentre Conway rimuoveva l’ostacolo.(…) Avevano le facce atteggiate a un sorriso di beatitudine e sembrava stringessero tra le braccia qualcosa che secondo Conway doveva consistere in femmine immaginarie”.

Insomma, non avendo il coraggio di dare spazio a fantasmagorici rapporti spaziali, sesso con l’alieno e quant’altro, il professore e suo figlio fanno la figura dei misogini e dei segaioli. Ma l’avranno fatto leggere alla moglie/madre, questo libro?
"Non sopporto cose scritte in maniera sciatta e confusa", parola di Raymond Carver e di Gemella Frittella...

sabato 29 novembre 2008

Bookspotting! 24/29 novembre


Nonostante la neve e le conseguenti difficoltà di movimento dei mezzi a milano, un Bookspotting ricco di varietà.
Chi l’avrebbe detto alla prima puntata, piena di bestselleroni. Invece, accanto ai soliti romanzi d’amore e gialli (Faletti e l’ormai immancabile Stieg Larsson) questa settimana troviamo Tom Wolfe, Borges, Evangelisti. Ci sono anche libri sull’autoguarigione, mentre purtroppo sembra assente la fantascienza, genere ormai demodé.
Si vedono molti libri usati, vecchi.
Speriamo che i regali natalizi non appiattiscono l’andazzo.

E ora ecco i libri sbirciati per voi sui mezzi pubblici…

“Tempesta d’amore” libro Harmony
“Il bambino nel bosco” Karen Fossum
“Il falò delle vanità” Tom Wolfe
“Zoya”Danielle Steele
“Io uccido” Giorgio Faletti
“Critica e crescita della conoscenza” (autore sconosciuto)
“Finzioni” Jorge Louis Borges
“L’eleganza del riccio” Muriel Barbery
“Viaggio al centro della terra” Jules Verne
“L’internazionale Italiana tra libertari ed evoluzionisti” Gianni Emilio
“I sintomi parlano” Rossella Panigatti
“Ascolta il tuo corpo” Jim Dawson, Susan Perry
“Il peso dell’innocenza” Richard Patterson
“La solitudine dei numeri primi” Paolo Giordano
“Eragon” Christopher Paolini
“Promessa d’amore” Danielle Steele
“Uomini che odiano le donne” Stieg Larsson
“Poirot e…(?)” Agatha Christie
“?” Carl Ludwig Sand
“La strada per Omaha” Robert Ludlum
“Addio mia amata” Raymond Chandler
“Breve storia delle religioni” Gerhard Staguhn
“Il cacciatore di aquiloni” Khaled Hosseini
“Chemdek, nuovo mistero dell’inquisitore” Valerio Evangelisti
“Idi di Marzo” Valerio Massimo Manfredi
"L'italiano" Sebastiano Vassalli

sabato 22 novembre 2008

Prendi la pizza e scappa!


Non so se vi ricordate il film in cui Sordi si reca a mangiare in un ristorante di Roma che si chiama "Dallo zozzone", dove gente bene va per farsi insultare dal padrone che gli serve pasta e fagioli.
Andare a mangiare la pizza da Spontini a Milano è sicuramente un'esperienza più soft ma che si inserisce nello stesso filone.
L'ambiente è piacevolmente spartano, tipo una tavola calda anni 50' mobili semplici e scrausi. Il cameriere ti direziona frettolosamente al tavolo, che tradisce un piano non pulitissimo. Non c'è menù, la comunicazione col cameriere è ridottissima:
"Normale o abbondante?" e "Da bere?"
L'attesa non è brevissima (un quarto d'ora, per una pizza al trancio non è poco) ma quando il piatto arriva capisci perchè il locale è così famoso. Quello che dicono della pizza di Spontini è vero, ve lo garantisco.
Però, quando avete quasi finito di mangiare, il cameriere comincia a ronzarvi intorno e se voi lo ingnorate arriva a portarvi via il piatto vuoto dicendo: "Eh, signorine, finito?". Cominci ad intuire qualcosa. La Raffa, che frequenta il locale ogni tanto ignora il tipo e dato che abbiamo ancora da bere continuiamo a chiaccherare.
Dieci minuti dopo lo stesso figuro torna all'attacco, comincia a pulire il tavolo e tenta di portarti via il bicchiere dicendo: "Eh signorine? A quest'ora mi aspettavo che foste al dolce, al caffè...si sta facendo tardi". Arraffo il bicchiere con l'ultima birra e quello se ne va nuovamente.
Al terzo tentativo, il cameriere è esplicito: "Signorine, Spontini vi saluta: due abbondanti, una birra un'acqua minerale, 16 euro".
Vabbè, andiamocene, che dobbiamo fare?
Mentre ci dirigiamo alla cassa, lo stesso lord da pizzeria mormora un "Finalmente" e al momento di pagare scopriamo che l'amico ha calcolato nel conto anche 50 centesimi di mancia che però non riceverà da noi. Anzi, suppongo che la scatoletta che torreggia sul registratore di cassa rimanga desolantemente vuota.
Son fortunata ad essere così contenta della serata e ad essere così stanca della settimana, perchè altrimenti la pizza gliel'avrei vomitata addosso, al cameriere.
Il mio fidanzato (che da Spontini ci andava quando ancora non c'erano manco i tavoli) mi aveva avvertito. La pizza è buona, ma il personale cafone. Che sia una tattica aziendale? Che ci siano corsi di maleducazione per i camerieri di Spontini? Che sia un tentativo di scremare l'esagerata clientela?
Se quest'ultima è la risposta esatta mi sento di rassicurare Spontini. Con me ha funzionato.

venerdì 21 novembre 2008

BOOKSPOTTING! 16/21 novembre


Ebbene, eccoci qui.
Ancora nessuna segnalazione da voi lettori...Quando avete voglia...

Questa settimana ho viaggiato sul passante ferroviario (tra parentesi, architettura di uno squallore indegno della nostra storia artistica) e ho visto i distributori automatici di libri...Che dire, son cose strane. Gli autori sono quelli di grido: Allende, Saviano, Camilleri... Così, se da una parte è interessante come idea, dall'altra si rischia una pericolosa uniformità della proposta e la banalizzazione dell'oggetto Libro. Mica poco.
Consiglio di Bookspotting: servitevene solo in caso di emergenza.
Venedo ai libri della settimana, molta varietà, si notano libri di tecniche di massaggio, storia, fa ingresso il fantasy(sempre letto da donne); resiste comunque il giallo/noir e noto la sempiterna presenza di Stieg Larsson col suo tomo che anche Silvio Orlando in televisione ha lodato.

Ed ora i libri sbirciati per voi sui mezzi pubblici:
"Il dono dell'aquila" Carlos Castaneda

"Quattrocento" Susana Fortes

"Viaggio in India, racconti Indiani" Herman Hesse

"Il ladro del tempo" Linda Buckley Archer

"Guarda come ti amo" Luis Leante

"Il cacciatore di aquiloni" Khaled Hosseini

"Il grande libro dello shiatsu" curato da F. Bottalo

"Animal farm" George Orwell

"Pol Pot. Anatomia di uno sterminio" Philip Short

"La bastarda di Istanbul" Shafak Elif

"Bryan di Boscoquieto nella terra dei mezzi demoni" Federico Ghirardi

"Il bambino del fiume" Sadie James

Libro su BOB Dylan (autore e titolo ignoti)

"Non dire notte" Amos Oz

"La ragazza di polvere" Michael Connely

"Felicie" Georges Simenon

"Firmino" John Savage

"Boccamurata" Simonetta Agnello Hornby

"Uomini che odiano le donne" Stieg Larsson (2 avvistamenti)

"Un anello da Tiffany" Lauren Weisberger

"Pochi inutili nascondigli" Giorgio Faletti

"Il capitano è fuori a pranzo" Charles Bukowski

"Il labirinto del tempo" Maxience Ferniere


venerdì 14 novembre 2008

BOOKSPOTTING! 10/14 novembre 2008


Occhei, occhei,
a parte Monty, nessuno ha risposto all'appello di partecipare alla rubrica. L'invito è sempre valido, quando avete voglia, sapete dove siamo.
La vostra Gemella Frittella invece è ormai presissima da questa entusiasmante attività: salta da una carrozza all'altra del metrò all'inseguimento di passeggeri ignari che stringono in mano misteriosi tomi, salta, si sporge, rotola come Starsky e Hutch cercando di cogliere il titolo, l'autore...A volte si fa notare pure troppo, piegata in due occhieggia di sottecchi un passeggero che sembra presissimo dal suo libro...Eddai, mostrami la copertina, fa il bravo!
Una sfida urbana che ha un solo difetto: sai cosa leggono gli altri ma non leggi più tu...

Venendo alla settimana, pur essendo rimasta a casa per ben due giorni, non posso dirmi scontenta del bottino.

Thriller e romanzo d'amore spadroneggiano. Roberto Saviano e Sieg Larsson tornano ancora. Compaiono Camilleri e Simenon (roba di classe), mentre Moccia purtroppo non ci permette di dimenticarlo...

E ora il libri sbirciati per voi sui mezzi pubblici....

"Libri e amore a Los Angeles" Jennifer Kaufman e Karen Mack
"Quo vadis, Baby?" Grazia Verasani
"Un indovino mi disse" Tiziano Terzani
"Gomorra" Roberto Saviano
"Uomini che odiano le donne" Stieg Larsson
"Gatto e topo" James Patterson
"L'età del dubbio" Andrea Camilleri
"Sepulchre" Kate Mosse (in Inglese)
"Senza Scampo" Georges Simenon
"Eva Luna" Isabel Allende
"La scelta" Nicholas Parks
"Prima di mezzanotte" Andrew Klavan
"Il gioco dell'angelo" Carlos Ruiz Zafron
"Martin" (?)
"Korean War" (?)
"Amore 14" Federico Moccia
"L'armonia nascosta" (?)
"La gabbia d'oro" Ebadi Shirin
"Una corsa nel vento" Pete Goss
"Tutto sotto il cielo" Matilde Asensi
Libro Harmony



Antonio T.

Tanti, tanti anni fa, ero una giovane pischella (e Ciambella pure), col pazzo sogno di diventare una disegnatrice di fumetti. Finito il liceo artistico mi recai dunque in una scuola che sembrava potermi dare la specializzazione desiderata.

La scuola, benchè discretamente costosa, non soddisfò le mie aspettative, che vennero brutalmente deluse. Ma nonostante ciò portai a casa almeno tre risultati:

1)Il mio più migliorissimissimo amico Ciccio,
2)Il mio buon amico Valentino,
3)L'insegnamento di Antonio Tettamanti.

Antonio faceva l'insegnante di sceneggiatura: fisicamente ricordava un gambero, magro, nodoso, con un grosso naso, folti baffi, abbondantissimi capelli e occhiali.
Antonio veniva in classe e le sue lezioni consistevano in lui che attaccava a parlare sorseggiando whisky (Four Roses) da un bicchierino di carta.

Pareva che la sua lingua fosse bionica, poteva parlare per tre ore di fila senza stancarsi: ogni domanda che gli facevamo scatenava una nuova corrente di parole, ogni parola portava alla citazione di un libro, di una canzone, di un film. Sapeva tutto di letteratura, di musica e di cinema.
Aveva fatto il 68' Antonio, e se lo ricordava bene, aveva visto cose che noi post adolescenti anni '80, ex paninari (beh, qualcuno lo era stato), cresciuti nell'era dei Duran Duran e del Moncler non potevamo immaginare.

Era grande Antonio, era figo Antonio, perchè non ti raccontava balle, non ti faceva credere che tutto sarebbe andato bene, sapeva che non sarebbe andata così. Sapeva che l'ottanta percento di noi sarebbe finito a far tutt'altro che il disegnatore di fumetti (e nel mio caso vivaddio) e che a riuscire non sarebbero stati per forza i più bravi.

E invece di lezioncine teoriche ben confezionate lui ti trascinava con la parlantina instancabile nel cuore di tutto e ti faceva capire che c'è sempre qualcosa sotto la superficie e che se vuoi puoi anche andarlo a cercare. Nulla te lo vieta.

Grazie ad Antonio ho ricominciato a leggere libri (avevo smesso dopo le minchiate inflittemi al liceo), ho apprezzato veramente la musica ed il cinema, e ho scoperto di saper scrivere.

Credo che lui (Dylan a parte) sia stato il mio unico vero Maestro, e se anche non sono ancora riuscita a mettere del tutto in pratica il suo motto ("ESAGERARE!"), gli devo molto del poco di buono che ho fatto.

Mi piacerebbe rincontrare Antonio, speriamo che succeda prima o poi.

lunedì 10 novembre 2008

Gemella Ciambella vi svela: quando Goldoni piange!


Ed eccomi finalmente con la tanto temuta recensione della "Trilogie der schönen Ferienzeit", ovvero"Trilogia della villeggiatura" di Carlo Goldoni, portata al Berliner Ensamble un paio di settimane fa ( 1 e 2 Novembre) sotto la regia di TONI SERVILLO (trema Frittella!).

Premetto che non sono una teatrante, ma credo nelle mie impressioni, e che sono disposta a cambiare idea se qualcuno mi da' delle buone spiegazioni.
La sera del 2 novembre io, il mio ragazzo e la nostra amica Katrin (che di teatro se ne intende, oltre che a lavorarci) ci rechiamo al Berliner Ensamble, il teatro che fu diretto da Bertold Brecht.
La serata e' nebbiosa e umida, il teatro sta' a fianco del fiume, ma noi siamo tutti contenti per l'occasione: teatro italiano, di quello buono marca Goldoni, e come sorpresa scopriamo che c'e' anche Toni SErvillo! Infatti non e' stato pubblicizzato per niente come autore della regia, sembrava piu' importante (chissa' perche') il nome del Piccolo Teatro di MIlano.

Inizia.
La scenografia e' scarna, fatta di pochi dettagli, ma alla fin fine funzionale, anche se ben poco "Veneziana".
La Trilogia della Villeggiatura racconta la storia di una serie di personaggi della ricca Borghesia Veneziana che vanno in vacanza a godersela come solo loro sapevano fare nel 1700.

Entrano in scena Leonardo (Andrea Renzi), il suo servitore Paolino (Francesco Paglino) e la sorella di Leonardo, Vittoria (Eva Cambiale) e tutti hanno un molto distinguibile accento Napoletano! Gia' questo mi puzza...non eravamo a Venezia?!
Vittoria e' la tipica ragazza dell'alta borghesia Goldoniana: insolente, spaccamaroni, viziata... per far capire queste "qualita' " pero' non e' necessario sembrare isteriche, non vi pare?
Mi gira la testa: gli attori parlano velocissimi, nemmeno io li riuscivo a capire!
Figuriamoci i tedeschi che magari hanno studiato un po' di Italiano! E' teatro o "le avvertenze" alla fine di uno spot di medicinali????
Come se non bastasse, Leonardo parla come se fosse in un vicolo a contrattare sulla "maria": strascica e sussurra le parole, abbassa la voce, non parla a noi, il pubblico, parla con qualche amico immaginario vicino a lui. Sempre con l'accento Napoletano.

FINALMENTE entra in scena anche Toni Servillo, che si e' riservato la parte del giullare: Ferdinando, lo scroccone, vestito di colori sgargianti, che cerca la famiglia migliore da cui farsi invitare in vacanza. Con lui l'accento Napoletano funziona, sa proprio fare il personaggio tipico scroccone, da commedia di Eduardo.

Salto di scena, eccoci a casa di Filippo (Paolo Graziosi), un vecchio signore, galant'uomo generoso e rilassato, che si preoccupa poco dei soldi, e che ha una figlia, Giacinta (Anna della Rosa). Giacinta e' la fidanzatina segreta di Leonardo, e se Vittoria e' isterica, Giacinta (in questa interpretazione) non passa un giorno senza essere mestruata pesante.
Giacinta e' la tipica ragazza che per fare la figa sembra sempre saputella, rigida come se avesse ingoiato una scopa e preoccupata delle apparenze. Giacinta e' antipatica, e il suo unico
pregio e' che almeno proietta la voce e non facciamo fatica a capire cio' che dice.

E cosi via: si parte per la villeggiatura, con tutti questi personaggi, tra continui cambi di decisione a causa della presenza di un "nemico" di Leonardo, Guglielmo (Tommaso Ragno).
Fino a qui il ritmo e' senza infamia, ma anche senza lode, giacche' alla fine del primo terzo della trilogia abbiamo la continua impressione di essere all'introduzione.
Si aggiungono altri personaggi, Brigida (Chiara Maffi) la servitrice di Giacinta, che recita con la voce da cartone animato Giapponese...probabilmente non le hanno detto che "allegra come Colombina" non significa "Allegra come Memole-dolce-Memole".

Per fortuna ci sono anche attori bravi: Fulgenzio (Gigio Morra) e la zia di Giacinta, Sabina (Betti Pedrazzi) e ancora Filippo (Paolo Graziosi), sono tutti all'altezza, proiettano la voce bene, si divertono, ma misteriosamente non hanno un forte accento del sud...che e' successo? e' forse una malattia che ha colpito solo le nuove generazioni???

La noia...ehem, la storia continua, e durante la villeggiatura, Giacinta (ormai promessa sposa di Leonardo) si innamora di Guglielmo, che ha fin'ora detto poche parole.
Giacinta che vuole fare la donna innamorata e' imbarazzante: il suo contorcersi come un gatto col maldipancia sulla sedia a sdraio per spiegare quanto l'attizza Guglielmo e' roba da brividi.
Anche il tic nervoso che essa sviluppa a causa della passione che deve tenere nascosta, sembra appiccicato li', col Vinavil. Totalmente falso.

E adesso arriva Guglielmo: Guglielmo e' cotto di Giacinta, ma e' succube delle di lei decisioni per non scuotere la situazione, ed e' sempre eternamente triste e apatico. L'idea puo' funzionare e se fatta bene puo' risultare divertente (un paio di timide risate le ha strappate) , ma purtroppo Guglielmo e' piu' depresso che bel-tenebroso, strascica anche lui le parole con accento, parla anche lui con un amico immaginario (forse lo stesso di Leonardo, non so) e non si capisce proprio perche' Vittoria e Giacinta dovrebbero contenderselo.

A questo punto ci annoiamo. Seguono altre schermaglie ed altre storie di personaggi minori come Costanza (Mariella Lo Sardo), la nipote Rosina (Giulia Pica) e il di lei spasimante Tognino (Marco d'Amore), fino al finale, ovvero il disastro finale.
Giacinta incapace di scuotersi dal suo (e solo suo) perbenismo, si impone di seguire cio' che la societa' crede sia piu' giusto e cioe' sposare Leonardo, buttare tra le braccia dell'odiata cognata il vero amore Guglielmo, e farsi rilocare controvoglia a Genova, dove Leonardo, rivelatosi in bancarotta, potra' curare gli affari del padre di lei (bravi, buona idea).
E adesso vorremmo davvero andare a casa.

Giacinta sceglie un destino che lei si e' costruita e abbraccia l'uomo che non ama, la voce di Giacinta e' grave, recita con parole secche e vuote.
Sipario.

E adesso, possiamo andarcene? ah no...Applausi...

Ok, possiamo andarcene adesso???
No, fanno almeno tre o quattro uscite e noi ci sentiamo di applaudire perche' magari cosi ci fanno uscire prima. Bravi bravi adesso andate pero', eh? c'e' il notiziario in Tedesco che mi aspetta a casa...

Ci aspettavamo qualcosa di frizzante, farsesco, con spunti di giocosi ammiccamenti, e invece ci siamo presi una mattonata tipo "Ceckov, Ibsen e Mann vanno al lido ".
E' giusto cosi? io non lo so...

Dunque ora mi chiedo:
-Se Servillo voleva fare un "Goldoni alla Napoletana" perche' gli attori non parlano tutti in Napoletano? Cioe', dove doveva andare questa messa in scena alla fine?

-Perche' gli attori sono diretti in modo per niente organico? Prima recitano di corsa, poi normali, alcuni in Napoletano altri no, alcuni ridenti alcuni totalmente tragici...?
I tedeschi forse non capiscono l'Italiano, ma capiscono se uno recita bene o male.

-Perche' dare i soldi al Piccolo di Milano (che io ritengo da sempre sopravvalutato)
per venire qui ?

La risposta unica potrebbe essere "tutto quanto fa Curriculum": quando lo leggono diranno solo "Wow, sei andata a Berlino, allora sei brava", chi andra' mai ad indagare se a me, pubblico pagante, e' piaciuto?

Mi spiace dirlo ma la regia mi e' parsa confusa, piatta, non e' riuscita a sottolineare i punti in cui avrebbe dovuto fare ridere (ad esempio la gag dei due vestiti uguali passa del tutto inosservata).
Dimmi Servillo, chi ti ha obbligato a dirigere cosi? E perche' alcuni parlano per loro stessi e non per il pubblico?

Dimmelo Toni!

Concludero' col giudizio disincantato del mio ragazzo (Tedesco che parla l'Italiano):
" Si, non era brutto, era noioso". E ha proprio ragione.

venerdì 7 novembre 2008

BOOKSPOTTING!


Ebbene, alla terza settimana dall'inizio di questa rubrica, grande novità, il titolo!


Adesso che siamo più fighi con un nome anglosassone, possiamo addirittura lanciare quest'attività come un nuovo sport urbano!

Sì, cari lettori da tutto il mondo (esageriamo), vi invito a segnalarci dalla vostra città cosa vedete leggere sui mezzi pubblici (per gli aereoportuali vale la sala d'aspetto, la coda al check in e all'imbarco) all'indirizzo gemellearotelle@gmail.com : forniteci titolo, autore, giorno e luogo dello spotting, tenendo presente che la rubrica si riferisce ai giorni lavorativi.
I vostri avvistamenti verranno pubblicati nella puntata settimanale col vostro nome in calce, se volete.

Vi prometto che diventerà una vera droga, non ne potrete più di scoprire cosa sta tanto appassionando la vecchietta seduta di fianco a voi. Senza scordare per voi, cuori solitari, che può essere un buon modo per attaccar discorso con qualcuno (poi fateci sapere se ha funzionato)

E ora parliamo di questa settimana, molto ricca e varia, più ancora della scorsa; segnalo il romanzo d'amore come grande classico (da Sveva Casati Modigliani a Liala), mentre il giallo e il noir subiscono un leggero calo anche se rimangono molto gettonati. Il grande Stephen King, avvistato almeno tre volte, fa sempre la sua porca figura.
Infine, con piacere noto giovani lettori di buon gusto e adulti che sanno apprezzare un buon libro per ragazzi.

Ecco i libri sbirciati per voi questa settimana:

"Lady Hamilton" Gilbert Sinolue
"L'ordine del sole nero" James Rollins
"Gomorra" Roberto Saviano (2 avvistamenti)
"Il Barone" Sveva Casati Modigliani
"Luisito" Susanna Tamaro
"Serpenti nel Paradiso" Alicia Giménez Bartlett
"La storia di Lisey" Stephen King
"Le notti di Salem" Stephen King (2 avvistamenti)
"Uomini come Dei" H.G. Wells
"Maigret (titolo?)" Georges Simenon
"Trilogia della città di K" Agota Kristof
"I pazzi di Gregoire" Valerio Petrarca
"Segreti e Bugie. La nera bianca" Helen Van Slyke
"Messiah" Brian Starling
"La più cara sei tu" Liala
"Sex and The City" Candance Bushnell
"Il piccolo Principe" Antoine de Saint-Euxpéry
"L'energia della preghiera" ????? (religioso)
"Harry Potter e..." Rowling
"La Storia dell'Amore" Nicole Krauss
"La sposa del fiume" Jonis Agee (storico)
"Pippi Calzelunghe" Astrid Lindgren
E aggiungiamo il primo avvistamento di un collaboratore esterno:
"Il meglio del fumetto erotico Giapponese" AAVV, spottato da Monty sulla 73...Grazie!
Forza gente, fate come lui!










mercoledì 5 novembre 2008

lunedì 3 novembre 2008

One of Us Must Know (Sooner or Later)

I didn't mean to treat you so bad
You shouldn't take it so personal
I didn't mean to make you so sad
You just happened to be there, that's all
When I saw you say goodbye to your friends and smile
I thought that it was well understood
That you'd be comin' back in a little while
I didn't know that you were sayin' goodbye for good.

But sooner or later one of us must know
That you just did what you're supposed to do
Sooner or later one of us must know
That I really did try to get close to you.

I couldn't see what you could show me
Your scarf had kept your mouth well hid
I couldn't see how you could know me
But you said you knew me and I believed you did
When you whispered in my ear
And asked me if I was leavin' with you or her
I didn't realize just what I did hear
I didn't realize how young you were.

But sooner or later one of us must know
That you just doing what you're supposed to do
Sooner or later one of us must know
That I really did try to get close to you.

I couldn't see when it started snowin'
Your voice was all that I heard
I couldn't see where we were goin'
But you said you knew and I took your word
And then you told me later as I apologized
That you were just kiddin' me, you weren't really from the farm
And I told you, as you clawed out my eyes
That I never really meant to do you any harm.

But sooner or later one of us must know
That you just did what you're supposed to do
Sooner or later one of us must know
That I really did try to get close to you.
BOB DYLAN (from Blonde on Blonde-1966)

Voyager de noaltri puntata pilota 1

A gennaio verrà inaugurata la nuova trasmissione "Voyager de noaltri" con una serie dedicata ai "Misteri di via Padova"; nell'attesa gustatevi queste puntate pilota featuring "I Misteri di Creta", a cura di Gemella Frittella e del Professor Fuchs. Enjoy!

sabato 1 novembre 2008

Ancora sulle manifestazioni per la scuola

"La mia generazione è un trucco buono, critica tutti per non criticar nessuno... E fa rivoluzioni che non fanno male, così che poi non cambi mai. Essere innocui insomma che sennò è volgare..." Afterhours

Qualcuno di voi saprà che lavoro in una scuola professionale. Il mio ruolo è praticamente invisibile, sono un tutt'uno col soffito e il pavimento, non conto niente di niente.
Però questa mia posizione mi permette di assistere come un osservatore esterno alle lezioni e al dipanarsi dei rapporti e all'esemplificazione delle strategie.

L'altro giorno ho assistito a una micro discussione sulle manifestazioni che si stanno svolgendo in difesa della scuola pubblica. Il direttore, pur dicendosi consapevole del rischio che corre la scuola pubblica e in qualche modo il corso di cui si occupa (finanziato a quanto pare dalla regione), ravvisava negli studenti manifestanti solo la voglia di perdere un giorno di scuola.
Io stessa, parlando con la coordinatrice mi son sentita dire che lo scipero del 30/10 era "strumentale" e che se la riforma è una schifezza, bisogna protestare in altro modo. Ci ho pensato un pò. L'unica alternativa che mi sia venuta in mente è quella di scrivere una letterina a Babbo Natale, ma qualcuno dice che non esiste.

Uno dei grandi successi mediatici della politica di questi anni è stato questo, convincerci che manifestare sia rozzo e inutile, che bisogna protestare efficacemente, con classe e senza creare disturbo ad alcuno. A dire, limitatevi a sgruntare nei vostri tinelli tra un cucchiaio e l'altro di minestra...Mah!
La memoria italiana è più corta che quella degli altri paesi evidentemente.

Ed è molto più comodo stare col culo sulla sedia di una classe, anche se non riscaldata, a far finta di seguire una lezione che finirà in bagarre, accettando che gli altri pensino per te, ti dicano cosa è meglio che tu faccia, piuttosto che prendersi la responsabilità di dire "No, io questo per me non lo voglio" e uscire sotto la pioggia (a momenti anche grandine) per farsi sentire. Dire la propria opinione è sempre più difficile che uniformarsi, perchè bisogna vincere la paura e la pigrizia ed esser pronti a sostenere una discussione. Troppa fatica per certa gente. Peccato che siano ragazzi con un grande potenziale, che vengono subito convinti che c'è qualcuno che ha già pensato per loro e non dovranno sforzare le loro celluline grigie per arrivare a una conclusione, quale che sia.

Se non fossi una cinica mi si spezzerebbe il cuore.

giovedì 30 ottobre 2008

Libri in Metrò


Nel complesso una settimana decisamente più ricca della precedente, sia dal punto di vista della quantità che della qualità. E' vero, 'è Federico Moccia, ma anche Zola e Auster!



Oltre che dalla fortuna potrebbe dipendere dagli orari (questa settimana sono uscita di casa più tardi del solito).
Segnalo anche la quantità di gente che leggere libri e riviste religiose: si stanno moltiplicando.



Comunque, ecco i libri sbirciati per voi sui mezzi pubblici milanesi...



"Il Terzo Segreto" Berry Christian (thriller)
"Fuori da un evidente destino" Giorgio Faletti
"Amore 14" Federico Moccia (adolescenziale)
"Uomini che odiano le donne" Larsson Stieg (avvistato due volte)

Catalogo DMAIL (lo so, non è un libro, ma un sublime opuscolo che ci fa credere possibile spaventare i ladri con una finta telecamera o tagliare le verdure con un puntatore laser...)

"Trilogia di New York" Paul Auster
"L'eleganza del Riccio" Muriel Barbery
"Germinal" Emile Zola
"Men, Women and Pianos" Arthur Loesser
"I 45 Racconti" Ernest Hemingway
"Senza Volto" Latifah
Guida turistica dell'Argentina
Libro religioso Americano
"No Logo" Naomi Klein
"Mayflower" Nathaniel Philbrick
"Figlia del Silenzio" Kim Edwards












Manifesta!Manifesta!


L'ultima manifestazione che ricordo con affetto è quella del 23 marzo 2002 a Roma. Fu un'esperienza emozionante, ancora oggi incontro persone con cui si ricorda quel giorno con un (bel) pò di nostalgia.
Oggi non eravamo certo a livelli del genere, però dopo tanta astinenza, tanta delusione e inerzia, vedere tanta partecipazione scalda il cuore.

Allora, avevo progettato di unirmi alle maestre d'asilo, ma scopro stamattina alle 8.30 che loro manifesteranno la prossima settimana: oggi ci saranno soprattutto studenti.
Va bene, non importa, andrò da sola. Sulla banchina del metrò trovo un gruppo di liceali della scuola vicina...Mi aggrego a loro.
Scendiamo a Cordusio, il concentramento è a Cairoli. Chiamo mia cugina, è ancora a Loreto, che aspetta un'amica.
Seguo i miei liceali fino in piazza Cairoli, e quando arrivo lì si sta preparando il corteo, furgoni col sound system, bandiere, striscioni, volantinaggio. Un mucchio di gente.

Mi chiama Martino, il mio amico scenografo e dopo un pò riusciamo a beccarci. Lui è sempre super elegante, non sembra neanche uno studente. Ci raggiungono due ragazze sue amiche, studenti a Brera e andiamo alla ricerca dello spezzone di corteo dell'Accademia, imboccando via Dante e tornando in Cordusio.
Effettivamente i "Braidensi" stanno proprio lì. Incontriamo un pò di gente, saluti vari, le amiche di Martino parlano di un loro compagno che ha il potere di attirare le manganellate dei poliziotti dovunque vada, meno male che non è venuto oggi.
A questo punto risaliamo nuovamente via Dante alla volta di Piazza Cairoli, insomma, quella è l'intenzione ma stiamo immobili in corteo per una bella ora: pioggia, pioggia più forte, pioggia piùpiù forte, grandine, non ci facciamo mancare niente.

Quando ci arriviamo sono le 11 e io devo scappare, mannaggia.
Lascio Martino e realizzo che la mia manifestazione ha consistito in 3 vasche in centro...Ma che bello vedere tanti ragazzi tutti insieme, tutti diversi e uniti. Non mollate!

lunedì 27 ottobre 2008

Gemella Ciambella: prima o poi la si paga




Vi intratterro' brevemente con un fatto che mi sento di condividere con voi: io e Gemella Frittella siamo due famose "Schizzinose", che nella lingua della zona dove siamo nate significa "difficili nel mangiare".

Sin da piccole abbiamo reso un'inferno la vita di nostra mamma, con fisime impossibili sul cibo:
non mangiavamo niente che contenesse "verdurine", "nervetti", e un'infinita' di ingredienti, quali: verdure varie (eccetto patate fritte), insalate, aceto, frutta, frutta candita, formaggi, e qualunque cosa la cuoca (nostra mamma) preparava, veniva scrutinata, vivisezionata e poi la nostra commissione interna accettava o rifiutava il cibo.

Inutile dirvi che la nostra mamma deve aver fatto una festa tipo quella della "Liberazione" quando io e Frittella ce ne siamo andate di casa. Ebbene, adesso, nonostante il tempo sia passato il boomerang del contrappasso mi ha raggiunta! Infatti ogni tanto vorrei cucinare per gli amici del mio ragazzo: pensavo che sarebbe stato facile, dato che sono Tedeschi... di solito basta che la cuoca sia italiana e mangiano tutto.
E invece no.
Uno non mangia ne' melanzane ne' zucchine, spinaci, sedano, carote e la lista puo' continuare...ma come fa?! La cipolla deve essere affettata fine. Altrimenti non la mangia. Senza contare altre assurde manie dei miei amici crucchi, come "non condire la pasta ma mettila in tavola separata dal sugo, per non rovinare l'estetica" oppure "mangiamo l'insalata INSIEME alla pasta col ragu', perche' il gusto fresco dell'insalata pulisce la bocca". Quando ho assistito a questa scena stavo per svenire.

Ebbene, credevo di essermi guadagnata un posto in paradiso dopo aver iniziato a mangiare molte verdure e cose che prima non oltrepassavano la frontiera del mio piatto...ma mi sbagliavo! Adesso capisco mia mamma, oh, come la capisco!

SCUSA ANCORA MAMMA!!! adesso pero' smettila di ridere cosi forte, ti sento fino a Berlino...

Alla luce di tutto cio' mi sento di poter dire che alla fine tutto si paga, i nostri "peccati" tornano a Boomerang e ci aspettano al varco, come farebbe Clint Eastwood, e allora...non c'e' scampo!

Questa settimana devo cucinare per tutti il risotto alla milanese...ma questo giro daro' a tutti i partecipanti alla cena precise limitazioni...

L'amore è imperfetto


Qualche tempo fa mi sono ho chiesta se sia normale stare con un uomo e pur amandolo occhieggiare di tanto in tanto qualche bel ragazzo e farsi film su un'eventuale nuova relazione.

Capita, sei su un mezzo pubblico e dici "Caspiterina, e quello chi è?" e fai di tutto per non guardarlo, ma non puoi farne a meno. Oppure intuisci che un collega ha un qualche interesse per te e anche se non te ne frega niente di lui ne sei lusingata, o ancora, conosci un tipo veramente fico a qualche corso e istintivamente cerchi di capire se ci sia di mezzo una tipa o meno.
Non so quanti lo ammetterebbero, ma succede più spesso di quanto uno creda.
Improvvisamente le nostre molecole iniziano a vibrare in modo nuovo a causa di un incontro.
Ma è un male?
Io credo di no. Prima di tutto perchè la vita è una cosa fluida e cambia in continuazione, come adesso il tipo dell'autobus ci piace, dopo non ci piacerà più (anche se potrebbe pure succedere che scappi via con questo tipo).
Poi, la mente ha bisogno di passatempi e questo è meglio delle parole crociate.

Infine, non siamo perfetti. Veniamo cresciuti con l'idea dell'amore assoluto, inattaccabile come una torre di titanio, che resiste a tutto, resiste alle insidie, alla routine (il nemico più insidioso), resite alla tentazione. Tua moglie sarà sempre l'unica e non proverai attrazione che per lei e viceversa.
Ma esisterà questo amore assoluto puro e cristallino? Antiruggine e anticalcare? Io non ne vedo molto in giro. Un sacco di mariti tradiscono le moglie, a volte addirittura nascondono la loro omosessualità, un sacco di mogli tradiscono il marito, a volte a pochissimo tempo dalle nozze.
E chi lo dice che ti devi innamorare della persona giusta? Che non ti capiti la disgrazia di amare qualcuno che non ti ama o di essere amata/o da qualcuno che non ami? E che non ti devi innamorare di una sola, unica persona contemporaneamente?

Io non ci credo alla perfezione cinematografica dell'amore. E' un'altra bufala per farci sentire sempre in errore, sempre in debito. Come l'idea che essere sempre giovani sia l'unico modo per essere felici. Son tutte cazzate.
L'amore è come ti capita (vi ricordate la scatola di cioccolatini di Forrest Gump?) e quando ci sei dentro vedi di cavartela come meglio puoi.

Che vuoi che sia un sogno ad occhi aperti...


mercoledì 22 ottobre 2008

Libri sul metrò






In metrò si studia, si scrive, si ascolta musica, si legge.
Non tutti si limitano a Metro o City o un'altro dei giornaletti gratuiti che ti fanno annusare le notizie.

Ecco i libri visti questa settimana sui mezzi pubblici di Milano...(Sarebbero molti di più ma cerco di essere discreta nello sbirciare i titoli....)



"Attrazione in camice bianco" (romanzo Harmony)
"Lo scudo di Talos" Valerio Massimo Manfredi (archeologico)
"Vento Nero" Clive Cusser (best seller)
Titolo misterioso Michael Connelly (thriller)
"L'ultimo appello" John Grisham (legal thriller)
"Gli Ascoltatori" James Gunn (Urania)
"Saulina" Sveva Casati Modignani (sentimentale)

martedì 21 ottobre 2008

Ecco una donna che farebbe meglio a smettere di far cazzate e tornare a scrivere belle canzoni...


Guardate che caruccia era. E in gamba. I suoi testi mi fanno sempre un pò senso, tanto vanno dritti al bersaglio...

Amy Winehouse - Love is a Losing Game

For you I was a flame,
Love is a losing game
Five story fire as you came,
Love is losing game

One I wish I never played,
Oh, what a mess we made
And now the final frame,
Love is a losing game

Played out by the band,
Love is a losing hand
More than I could stand,
Love is a losing hand

Self professed and profound
'Til tips were down
Know you’re a gambling man
Love is a loosing hand

Tho’ I battled blind,
Love is a fate resigned
Memories mar my mind,
Love is a fate resigned

Over futile odds,
And laughed at by the gods
And now the final frame,
Love is a losing game.

Gemella Ciambella: Le conseguenze della moda






Lo so, Gemella Frittella mi uccidera' per avere sconsacrato il titolo del film con Toni Servillo, ma ci sono cose importanti che voi donne dovete sapere...sui vestiti.

Come quasi tutti sapete io amo i vestiti. Mi piace comprarne, ma soprattutto mi piace trovare nuovi abbinamenti, rinnovarmi di tanto in tanto. In realta' non compro piu' tonnellate di vestiti come 10 anni fa: adesso pochi ma buoni, preferibilmente di giovani artigiani (qui a Friedrichshain ce ne sono piu' che panettieri o salsicciai) o di seconda mano, dato che io non son buona a farmeli. Ma li disegno di tanto in tanto. L'ultimo anno che ho vissuto a Londra facevo le sfilate con le mie amiche per provare nuovi abbinamenti e per vedere cosa era meglio dare via.

Ebbene, adesso vivo a Berlino. La prima cosa che noto e' che qui le catene di negozi (Zara, Mango, Esprit, etc.)
ci sono, ma sono gettizzate a una sola parte della citta', quella piu' centrale. In Friedrichshain imperano i negozietti artigianali o di seconda mano appunto, dove amo sguazzare io.
Il Berlinese medio, mi fanno notare, e' sgrauso, profondamente e nell'anima. Cheggli frega se non hanno la maglietta che non e' sciancrata o la scarpina e' del colore sbagliato? Tutto va bene, tutto fa.
A volte ci sono cose orribili che camminano con dentro delle persone (oggi ho visto una maglietta sintetica leopardata con collane e dentro un tipo che aveva i capelli finti biondi sparati per aria...Uhg...) ma qui devo dire non sento piu' la pressione.

Rispetto a Milano, Londra e' una citta' libera, ti puoi vestire come vuoi: sei un freak anni 80? sei "IN".
Vuoi portare i basettoni e le scarpe appuntite alla "Leningrad cowboy"? ci stai dentro fratello! Sei una bambola zucchero e merletti? vai per la maggiore! sei superdarkettonaevaiingiroconunvestitoda "MOGLIE dI DRACULA in vacanza"? ehi! dammi il 5! insomma, e' una grande festa mascherata. Allo stesso tempo pero', si sente tantissimo la pressione dell'essere "perfetti": a Milano la sentivo gia' parecchio, ma negli ultimi anni a LOndra e' daveero massacrante: continua ad esserci la liberta' di vestirsi come si vuole, ma il modello di donna sexy e' talmente estremizzato dalla pubblicita' che e' difficile non sentirsi attaccate.

Le gambe devono essere depilate e lisce come se fossero state ritoccate in photoshop. I tacchi sono cosi alti che per indossarli devi fare il check-in come in aereoporto, tutto e' "pretty-sexy-sweet-delicious", le parole piu' amate dai giornalisti di moda. Insomma, il modello di donna che ne risulta e' una che deve essere solo pizzi e merletti, sempre ammiccante (un po' puttanone e un po' raffinata diva del cinema), frivola, che non sa nemmeno dell'esistenza dei "PELI SUPERFLUI" e che sui tacchi puo' correre, saltare in alto e fare le piroette.
Ebbene, io devo ammettere che, anche se mi ritengo una piuttosto indipendente da queste logiche, un po' mi sono fatta influenzare.

Ok, sono fasi della vita, ma guardando i miei vestiti arrivati col camion dei trasporti internazionali nel nostro salotto, mi rendo conto che molti di questi vestiti sono stati presi sotto l'impulso di aderire alla mefitica addizione

"pretty-sexy-sweet-delicious", equazione che ovviamente non e' riuscita per niente, perche' io non sono cosi, ma ho speso palettate di soldi nel vano tentativo.
Alcune delle mie amiche si ricordano certo i miei famosi
-Stivali scamosciati Viola con "kitten heel", messi una volta in 2 anni.
-Camicie viola e bianche con volant ovunque (Promod)
-2 gonne, una a fiorellini blu e una viola di panno, strette per evidenziare i fianchi (Promod, messe 1 volta ciascuna, in quella di panno non entro piu' perche' ho messo su due chili...)
-Scarpe col tacco alto, nere scamosciate (messe 2 volte in 3 anni).

E potrei continuare...Insomma, perche' ho buttato cosi tanti soldi in vestiti che non sono parte del mio carattere?
Be', io direi, mi sono fatta influenzare un po' troppo dalla stampa e dalle cose che ho visto, soprattutto in ufficio. Mi sono fatta fregare. Ho dimenticato che non esiste un "modello" di donna, che ognuna di noi a modo suo puo' essere bella e/o sexy e/o attraente.

E allora donne, finalmente, dopo aver visto Milano e Londra, credo che qui a Berlino riusciro' ad essere cio' che sono. Prendiamo tutto cio' come un viaggio iniziatico di estremi:
-Fase 1 Milano: l'introspezione, il tentativo di non conformazione al (triste) gusto locale, basato sull'assioma "se ce l'hanno gli altri lo devo avere anche io".
-Fase 2 Londra: Il momento dell'edonismo piu' sfrenato. In una grande festa mascherata che si celebra ogni giorno, si cerca di apparire i piu' originali. Finalmente tutto e' concesso.
Fase 3 Berlino: la consapevolezza dell'io trovato. Non ho piu' bisogno di travestirmi, posso vestirmi da "me stessa". Come potrebbe aver detto Erich Fromm "mi vesto e non mi travesto".

Vi invito a venire a Berlino e ad assaporare la sensazione di liberta' che si respira', ancor piu' che a Londra, e se non potete, almeno osservate la gente in un paese straniero: scoprirete che cio' che magari ritenevate un abbinamento fuorimoda o semplicemente sciocco in realta' puo' funzionare, e scoprirete che la moda siete voi.
Si, che mi perdoni Francesco de Gregori, ma la storia della moda siamo noi, con tutte le nostre imperfezioni che rendono i vestiti in cui siamo dentro speciali o totalmente sbagliati. Siamo noi che rendiamo "unici i capi" con i nostri abbinamenti, e sta' a noi non vestirci come l'esercito di modaioli che popolano le citta' .

Avanti gente, non vi fate influenzare dalla moda del momento o dal colore dell'anno, fatevi influenzare da voi stessi. I modelli irraggiungibili delle pubblicita' sono solo photoshop.
Quando scrivo cosi, sembro perfino una persona seria...

Prossimamente sul tema moda: "Gli scheletri nel mio armadio"...

lunedì 20 ottobre 2008

Gemella Frittella: Ma quanto è figo Toni Servillo?







Dopo averne sentito tanto parlare, finalmente ho scoperto chi è.

Il suo nome turbinava nelle orecchie da tempo ma non mi era mai capitato di vederlo nè al cinema nè' a teatro. Infine ho avuto modo di guardare "Le conseguenze dell'Amore", e mi si è aperto un mondo.
Nessun attore italiano mi ha mai interessata particolarmente. Ma Toni Servillo è proprio un'altra classe.
Prima di tutto è bravissimo, di quelli che non strafanno mai e non enfatizzano la recitazione (uno dei vizi capitali del cinema e del teatro italiani), tutto pare essere per lui perfettamente naturale, più naturale che per DeNiro.

Poi, è simpatico. Non fa l'istrione, il supersimpaticone come, per esempio, Roberto Benigni, non ha bisogno di raccogliere incondizionati favori: sanamente timido (l'ho visto arrossire per i complimenti di una signora ad un incontro al Piccolo Teatro Studio) non si esibisce mai troppo; la misura anche fuori dal palco/set è un pregio di pochi.

Tutto questo, unito a un volto estremamente espressivo e a un sorriso solare, lo rendono mooooolto fascinoso! Nonostante la calvizie, nonostante il fatto che dimostri più anni del mio compagno pur essendo più giovane di 8 anni, Toni è proprio figo...Provare per credere! Ammiratelo ne "Le conseguenze dell'amore" e capirete...

venerdì 17 ottobre 2008

Gemella Frittella: Essere o non essere MADRE?


Quando una donna arriva alla mia età con una relazione mediamente stabile e senza figli, se ancora non ci ha pensato, si fa delle domande: "Lo faccio, anzi, lo facciamo un bambino?", "Cosa cambierà?", "E se poi non mi piacesse essere madre?".

Diciamo che se ci sono troppe domande, forse la risposta è un implicito "Molla, baby, non fa per te", però il fatto che ci sia la domanda in sè e per sè è già un segno di qualcosa che si muove dentro di te.
Non mi sono mai considerata madre, piuttosto figlia, complici anche i genitori, che ancora adesso mi trattano come una cinquenne; ma ora, pure osservando le mie coetanee correre all'acchiappo dell'ultimo treno, chiedendo al mio reticente compagno che (SORPRESA), dopo 8 anni di convivenza e molti interrogatori finalmente fa outing e dice "Sì, mi piacerebbe" (aspetta a dirlo ancora un pò!) e non ultimi amici maschi che parlano della loro prole con gli occhi a forma di cuore, immersi fino al collo in un mare di melassa, adesso boh...Ci sto pensando.

Osservando la vita della mia amica Anna (madre di una bambina fantastica di cui mi vanto essere la zia preferita) non so se ho tanta voglia: non sono nonostante tutto una donna realizzata, ho ancora molte cose da fare e non vorrei proprio che un figlio costituisse un ostacolo. Non vorrei trovarmi a fare la mamma che sbuffa e si sacrifica, perchè non sono affatto convinta che la maternità sublimi tutte le aspirazioni di una donna.

D'altro canto il tempo stringe, e l'altra cosa di cui ho paura è di pentirmi di aver rinunciato, o starci rinunciando per paura: paura della responsabilità prima di tutto, della mutazione fisica (che mi terrorizza), delle conseguenze di ogni tipo sulla mia vita.
Sarebbe atroce svegliarsi una mattina sentendosi madre e scoprire di avere superato il limite e non poter rimediare (caro, vecchio egoismo umano), nonchè di aver commesso l'ennesimo passo infelice.

A parte questo, perchè portare al mondo un'altra creatura e fargli affrontare questo dannato percorso ad ostacoli che è la vita? Perchè condannare un altro essere a patire la tortura di questo mondo sempre più barbaro? I pericoli? La scuola? Gli amori infelici? L'effetto serra? La desertificazione? La fame nel mondo? Le guerre? Non sarebbe meglio estinguersi pacificamene riducendo le nascite?

Tutto questo mi chiedo.

Devo prendere una decisione alla svelta, pormi un termine. Anche perchè il summenzionato compagno ora fa l'entusiasta in proposito, e vuole risposte.

Ma io non so proprio che fare...


Gemella Ciambella: due o tre cose che so di Berlino







Come sapete adoro Berlino...mi affascina la sua storia controversa, la mentalita' Tedesca e' qui del tutto diversa e originale rispetto, per dire, al sud della germania.
Mi piace notare anche i piccoli particolari quelle minute differenze che rendono davvero un posto diverso dall'altro...

Cominciamo con i semafori: la storia dei semafori Berlinesi e' strarisaputa, ma la ripetero' per chi ancora non la sa.
Durante la divisione tra DDR e DBR ognuno si faceva le cose a modo suo, voglio dire, piu' del solito...
Anche i semafori della Berlino Est non sfuggivano, infatti gli ometti Verdi e Rossi erano proprio pupazzetti squadrati, cicciotti e portavano il cappello...mentre quelli della Berlino Ovest erano slanciati, sottili e privi di orpelli sul capino.

Ebbene, avviene la riunificazione nel 1990 e il tifone invade la citta', che cerca di cucire la spezzatura occorsa anni prima, e cosi quei geni del comune decidono di eliminare gli obsoleti ometti dell'Est, cosi' "out"... ed ecco che avviene la rivolta popolare! I cittadini dell'est si oppongono, si incazzano scendono in piazza!, be', magari questo no, pero' alla fine ottengono che i loro amati pupazzetti rimangano al loro posto. Diventano anzi mega famosi tra i turisti che comprano tonnellate di Souvenirs che rappresentano i "semaforetti", se vogliamo chiamarli cosi. Addirittura oggi, anche nell'Ovest della citta' compaiono questi pupazzetti, che sono stati dichiarati simboli di Berlino nella sua totalita'.

Gia' solo per questo i semafori Berlinesi sono una figata, da guardare con ammirazione, ma non e' finita qui: alla faccia delle piu' sofisticate tecniche di promozione e pubblicita', i semafori a Berlino (in particolare qui a Friedrichshain) giocano un ruolo fondamentale nell'economia locale.

Cercate casa? avete perso il cane? cercate una palestra che fa corsi di Kendo? oppure volete passare la serata in qualche club locale? dove trovare tutte le informazioni piu' recenti e sicure? Sui pali dei semafori, ovvio! Guardate le foto: le persone si armano di fogli con gli annunci e scotch e via, attaccano i loro annunci sui pali, dove certo verranno letti! Alcuni pali hanno "messo su peso" da tanti sono gli annunci!
Mi dicono che anche in Sicilia si fa cosi, ma non so se su questa scala! al diavolo Virals, strategie di comunicazione e Saatchi & Saatchi! qui i semafori funzionano meglio...

giovedì 16 ottobre 2008

Me tocca...

Cioè, devo ancora commentare una notizia dal mondo degli umani.
Ok, cominciamo dicendo che lavoro in un istituto professionale finanziato dalla regione. Su una classe di circa 20 allievi, poco più della metà proviene dall'estero: Russi, Brasiliani, Cinesi, Filippini, Peruviani, Salvadoreni, Romeni...

Mi piacciono tutti, italiani e stranieri, ma è innegabile che a parte alcuni, i ragazzi extracomunitari sono più vispi, interessati, dannatamente in gamba. Alcuni di loro sono arrivati in Italia da pochissimo tempo e sanno già la lingua quasi senza accento, ma tutti cercano di seguire il programma. Nessuno gli fa sconti, ma sono certa che se fossero nei loro paesi d'origine, a parlare la loro lingua, sarebbero tra i primi della classe.

Dunque, vengo a sapere che si sta approvando un provvedimento con cui si istituiscono classi separate per stranieri e italiani.
Il nome appropriato per questa pratica è aparthied, già noto in Sud Africa e Stati Uniti, e consiste nel tenere separate le razze, i bianchi dai neri, gli eletti dagli schiavi, i locali dagli stranieri.
La via Italiana all'integrazione?

I mezzi d'integrazione scolastica esistono già, perciò non crederò alle baggianate sulle "classi d'inserimento" che sarebbero solo un passaggio, e tantomeno perderò il mio tempo a discutere questo punto.
Mi limiterò ad evidenziare come questi stranieri siano più svegli e in gamba della media dei nostri ragazzi, ammorbati dalla vita facile, corrotti da genitori distratti che non si interessano a loro e li tengono buoni comprandoli con cose inutili e dando la colpa dei loro fallimenti a chi viene da fuori ed è più povero e più assetato di lavoro di loro.

Allora, mi vien da pensare che forse le classi separate servono a nascondere la triste verità di giovani italiani inadeguati alla competizione con i compagni stranieri, che hanno certamente la mente più aperta e sono forniti di una voglia di emergere che si farà sempre più determinante.
Invece di prepararli ad integrarsi in un mondo che non si fermerà nonostante questi patetici sforzi, si vuole convincerli di essere (immeritatamente) migliori di qualcuno che invece è buono quanto loro, capace quanto loro, con una caratteristica che se inizialmente può sembrare un handicap, si rivelerà un punto di forza, cioè l'essere stranieri e doversi adattare alla lingua e agli usi di una società diversa da quella che conoscono.

Fateci un pensierino.