sabato 22 ottobre 2011

L'orrore corre sul filo

Ultimamente ho scritto molto poco su questo blog: oltre alle solite questioni lavorative e di corsi, si sono aggiunti influenze e mal di denti cosmici che mi hanno colpita.
Ma non siamo qui per lamentarci, il motivo per cui scrivo oggi è Gheddafi.
La questione è già ampiamente dibattuta sui giornali e dal tg7 di Mentana ma è comunque materiale che dà da pensare: la crudeltà, l'umiliazione e l'esposizione del corpo del tiranno come un trofeo, l'accanimento di Bruno Vespa a mostrarci esattamente il buco da cui è entrato il proiettile nella testa del morto, il riprendersi col telefonino vicino al cadavere per poi diffondere questi filmetti sulla rete e le implicazioni morali e di buongusto di questi atti.
Personalmente non ho dubbi, tutto questo mi fa orrore. Ho la ferma convinzione che le vittime della follia di un dittatore non siano in gran parte capaci, nonostante tutto, di questo genere di violenza che denota spregio della vita, perchè le vittime sanno bene cosa sta provando il loro aguzzino e non sanno veramente se sono in grado di essere altrettanto vili e insensibili alla sofferenza.
La violenza delle vittime è sempre qualcosa di terribilmente doloroso a sua volta, e se si compie è qualcosa di talmente grave che non si ha davvero voglia di riprenderlo, di pubblicarlo in rete in modo da ricordarlo e farlo ricordare.
Tanto per fare un esempio legato al nostro quotidiano, quante volte ci siamo vendicati, vendicati veramente di Mobbing subìto? Io ne so qualcosa, quando riesci ad uscirne non ne vuoi più sapere niente, hai solo voglia di cominciare qualcosa di nuovo e lasciarti il passato alle spalle.
Chi ha bisogno di documentare un gesto del genere non prova niente, sta solo pensando ad un vantaggio futuro, a costruirsi un curriculum che gli assicuri un ruolo a venire in qualche ministero, o nell'esercito, un ruolo che potrebbe un giorno replicare quello del tiranno con cui oggi si sta fotografando.
Heichmann avrebbe potuto essere ucciso allo stesso modo di Gheddafi, portato in Israele e linciato da una folla colma di rabbia per il male subito, per le ferite ancora sanguinanti. Ma non è stato così: benchè palesemente colpevole, egli ha avuto un processo ed una sentenza. E le vittime hanno avuto una dolorosa giustizia, probabilmente inutile a consolarle, ma pur sempre giustizia.

Un processo a Gheddafi (come quello a Saddam Houssein) non avrebbe potuto, per ovvii motivi (anche e forse soprattutto politici e sociali) concludersi con un'assoluzione, ma questa violenza priva di rispetto, che viene utilizzata ed ampliata dai nostri mezzi di comunicazione non ha motivo di essere, è solo pornografia.

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