martedì 30 giugno 2009

Dietro le maschere: Chuck Palahniuk, "Invisible Monsters"


Che strana coincindenza, proprio mentre leggevo “Invisible Monsters”, il primo romanzo di Chuck Palahniuk, giungeva la notizia della morte di Michael Jackson.
Strana perché si tratta di una storia in cui c’è un mucchio di chirurgia plastica, di mutazioni e mutilazioni. E anche perché come nella vita di Jackson la realtà supera vistosamente la già immaginifica fantasia. Proseguite la lettura con quest’idea.
Parliamo di Shannon McFarland, bellissima fotomodella, vittima di un agguato in cui ha perso letteralmente la faccia. Priva della mandibola, irriconoscibile, da centro dell’attenzione di fotografi e ammiratori si trova ad essere peggio che ignorata: nessuno vuole sapere cosa le sia successo, né il suo fidanzato (che la lascia) né la sua “amica del cuore” Evie, che sembra più interessata a rubarle il guardaroba che a conoscere la sua storia. L’unica disposta ad ascoltarla (si fa per dire, Shannon non parla più e si esprime unicamente attraverso la scrittura) è Brandy Alexander, una bellissima donna completamente ricostruita che la prende sotto la sua protezione e la conduce verso una nuova vita.
Di più è impossibile raccontare, altrimenti si rischia di rovinarvi il piacere di una lettura coinvolgente, entusiasmante, piena di colpi di scena.
Invisibile Monsters è come un sommergibile che sonda i personaggi e la realtà surreale che li circonda: appena in superficie appare come un’esilarante critica alla presente società dell’immagine, basata sulla finzione dell’apparenza, sulla perfezione fisica ottenuta a colpi di bisturi, sulla mercificazione volgare del corpo femminile; più sotto però troviamo la solitudine dei protagonisti che buoni o cattivi vivono la loro fetta di sofferenza, desolazione, l’orrore delle loro famiglie postmoderne e reazionarie che s’improvvisano “illuminate” per far tacere i propri sensi di colpa. Più sotto ancora, quando il loro mondo è ormai disfatto, anche i personaggi che abbiamo conosciuto mutano, diventano qualcosa d’altro, irriconoscibili.
I “mostri invisibili” che ci abitano vengono allo scoperto dando una svolta alla storia. Ed è inutile sfuggirli con un’altra operazione, un’altra trasformazione. I mostri siamo noi, i mostri ci troveranno e dovremo per forza affrontarli.
L’unico modo per scoprire come realmente siamo, dice Brandy Alexander, non è fare ciò che vogliamo, perché è ciò che siamo stati addestrati a desiderare. Solo abbracciando ciò che temiamo di più, solo distruggendo quello che conosciamo riusciremo a conoscerci realmente e a ricominciare daccapo, liberi e puri dai condizionamenti della famiglia e della società.
Quando il sommergibile arriva sul fondo tutte le certezze sono evaporate, ogni giudizio morale è impossibile.
Anche se per motivi commerciali la pubblicistica evidenzia unicamente il lato bislacco ed eccentrico delle sue creazioni, i romanzi di Chuck Palahniuk possiedono una qualità di critica e di sensibilità umana ben evidente.
Attraverso la sua realtà che può apparirci esagerata, i suoi personaggi estremi (e Michael Jackson avrebbe potuto benissimo essere uno di loro) Chuck parla di quelle persone “normali” che pensiamo di essere e invece (grazie a dio) non siamo affatto. E ci scopre fragili, impauriti, egoisti, stupidi.
Non è una lettura per tutti, soprattutto se le descrizioni fisiche molto crude vi fanno impressione. Ma se ce la fate, sotto al trucco e al silicone, troverete un tesoro.

venerdì 26 giugno 2009

Gemella Ciambella boicotta il Kreuzburger!!!


Berlino e' una citta' che vive a “quartieri” o zone. Non c'e' un vero centro e si tende a vivere nel proprio “Kiez”, la propria zona.

La mia zona e' Friedrichshain/Warschauer Strasse. Siamo al confine con quel che resta del muro, e siamo vicini di casa di Kreuzberg.

Siamo, come Kreuzberg, piuttosto sgarrupati ma mentre loro hanno un gusto “Turco-a-tutto-tondo”, noi che siamo stati nella germania dell'est siamo piu'...est europa, DDR, etc.

Insomma, ragazzi, con Kreuzberg siamo amici e tutto, pero' “non confondiamo l'urinari col büs del cu'”! Qui siamo a Friedrichshain! E allora, perche' cazzo apre qui, in piena Grünberger Strasse,una filiale del Kruezburger (Kreuzberg-Burger)????

Se lo avessero chiamato Warschauerburger, Grünbergerburger o F'shainburger non me la prenderei, ma questa la vedo proprio come un'invasione di campo, un'invasione del MIO territorio! Cioe', fuori dai piedi, tornate nel vostro ovest!

Sara' tutta questa “aria anarchica” che respiriamo qua, ma mi vien voglia di distruggergli il negozio, adesso che ancora non hanno aperto!

Ma sono una diplomatica: scrivero' al giornalino di zona, e magari apro anche una petizione per fargli cambiare il nome, a sti' stronzi.

Si capisce che a Berlino brontolare per tutto e' una tradizione? Credo di starmi integrando bene...

(PS. accludo mappa delle zone di Berlino per ricordare agli amici di Kreuzberg dove finisce l\ loro zona e dove inizia Friedrichshain)

giovedì 25 giugno 2009

JACK WHITE!


Un'altra reincarnazione per Jack White, nome The Dead Weather.
Il disco ("Horehound") non è ancora uscito ma c'è già un sito (http://www.thedeadweather.com/) e il video è visibile su YouTube (http://www.youtube.com/watch?v=scJ8ITsZsl4 ).
Parrebbe che ci siano con lui alcuni componenti dei Raconteurs...
Aspettiamo elettrizzati il discoooooooooo!

martedì 23 giugno 2009

I brillanti aforismi di Gemella Frittella!

Il cinismo è uno stile di vita.

Sweet Billy Pilgrim


Chi mi conosce sa che per me Kurt Vonnegut è molto vicino alla deità.

Perciò quando ieri passeggiando per la città ho letto il nome di questo gruppo su un cartellone pubblicitario non ho potuto resistere e ne ho preso nota. Per chi non lo sapesse, Billy Pilgrim è il protagonista del suo libro più famoso, "Mattatoio5".

A casa ho cercato il sito (http://www.sweetbillypilgrim.com/ )che ho trovato molto carino e dal quale ho ascoltato un pò di canzoni...Non mi hanno convinto del tutto, ma mi riservo di riascoltarli (e se ne varrà la pena recensirli).

Nel frattempo se avete voglia, fate un giro anche voi.

lunedì 22 giugno 2009

Il referendum è morto, viva il referendum

Anche questo referendum è fallito. Ancora una volta gli italiani hanno dimostrato di non volersi prendere responsabilità e di essere ben felici di delegare qualunque decisione agli altri. No, vi prego, lasciatemi in pace, non fatemi prendere posizione, io voglio solo starmene tranquillo davanti alla tv e sapere se la mia squadra ha vinto.
Va bene.
Allora vi prego signori della maggioranza, abolite del tutto il referendum, toglietelo dai nostri diritti.
E' evidente che non ce lo meritiamo.

domenica 21 giugno 2009

Muse


Arf, mi piacciono i Muse. La prima volta che li ho sentiti li ho scambiati per i Radiohead, la voce del cantante che mugolava melodicamente sembrava proprio quella di Thom Yorke.

I Muse hanno una melodrammaticità quasi paragonabile a quella dei Queen senza essere tanto boriosi e teatrali ("Il gruppo rock per chi non ama il rock ma vorrebbe tanto che gli piacesse" dico sempre io), sono ottimi compagni per la depressione, quella sensazione di non essere capiti dal mondo, quel volersi astrarre, sognare e dare la colpa agli altri dei nostri problemi.

I loro testi evocano oscure catastrofi, la fine del mondo, la fine di tutto. E grandi amori disperati. Cantano brani dolcissimi in puro stile fifties e si lanciano selvaggiamente in assoli di chitarra al limite con l'heavy metal. Ci mettono anche un mucchio di tastiere, come tutti quelli che hanno appreso la lezione degli anni 70.
Con le canzoni dei Muse si salta, si poga, si piange sulla spalla del tuo migliore amico. Si suda allegramente cantando a squarciagola oppure si osserva malinconicamente la deriva dell'umanità verso il disastro. Andate pure, io resto qui a piagnucolare un pò mentre voi vi fare incenerire dalle astronavi aliene.

Mi piacciono un mucchio i Muse. Peccato che loro copertine siano a dir poco orrende, con quelle immagini asettiche e surreali (in stile Pink Floyd) che stridono con la loro musica come i denti di una forchetta sfregati su una lavagna. Ghhh.
E anche se non vado pazza per la musica elettronica, quando loro ci si mettono riescono a farmela digerire, anche perchè non mi fanno mai mancare una schitarrata.
E i loro video a volte sono pure divertenti, come "Knights of Cydonia", che riprende lo stile spaghetti western con visioni mistiche di maestri orientali coperti di cd che fanno taichi...
Eh sì.

martedì 16 giugno 2009

Cattivi Pensieri


Alla vigilia del Referendum noto una cosa strana negli spot che presentano le votazioni.

Dunque, c'è tutta la spiegazione, scheda uno, scheda due e scheda tre. Poi vengono ribadite le date e gli orari del voto. Infine si puntualizza che per essere valida la consultazione deve registrare un'affluenza del 50% +1 di votanti. Fin qui, tutto normale e lecito. Ma subito dopo si puntualizza: "A tale proposito si ricorda che non c'è l'obbligo di ritiro di tutte le schede".

Ok, lecito anche questo? Non lo so. Certo è che gli spot sulle elezioni europee erano conclusi da una frase che invece suonava più o meno come "Votare è un diritto ed un dovere dei cittadini Italiani".

A voi l'ardua sentenza...

lunedì 15 giugno 2009

Le perle di "saggezza" di gemella Ciambella



Quando ti dicono una stronzata, rispondi con una stronzata ancora piu' grande.
L'importante e' sempre la sicurezza con cui la dici.

sabato 13 giugno 2009

Frittella s'incazza sul serio: DISABILI CHI??!?!?!?




Ho appena concluso il mio primo anno scolastico come sostegno di un ragazzo sordo. Il mio compito non era solo fare da tramite tra allievo e professore come traduttrice ma anche l'adattare gli strumenti didattici alle necessità sensoriali del ragazzo.


Bene, il mio ragazzo è arrivato in questa scuola in una condizione abbastanza grave (in età adolescenziale non sapeva nè leggere nè scrivere, e aveva pochissime nozioni di matematica). Così ci siamo messi al lavoro. All'inizio è stato veramente durissimo ma poi le cose sono andate sempre meglio. Devo dire, la cosa più difficile è sempre far capire agli insegnanti quale sia la specificità della condizione dell'allievo: buoni o cattivi, disponibili o no, i professori sembrano non capire -nonostante le spiegazioni a voce, le relazioni, gli articoli che gli si fornisce- che un ragazzo pur di intelligenza normale, se sordo ha un sistema d'apprendimento diverso da quello degli udenti. Proprio non riescono a capirlo.

Tagliamo corto: arriva la fine dell'anno scolastico, il ragazzo viene promosso e tutti sembrano contenti. Ma io so una cosa.

Due settimane prima della conclusione delle lezioni c'è stata una festa e dovevano essere dati dei premi, completamente disgiunti dal rendimento scolastico. Sapevo che un premio sarebbe dovuto andare al ragazzo sordo, ma poi non è stato così. Dopo una breve indagine ho scoperto che in riunione, uno o più docenti ha votato contro, con la motivazione che lui è aiutato da me.

Aiutato? Non mi risulta che nessuno si sia mai preoccupato di quello che faceva lui, e tantomeno io. Non mi risulta che alcuno si sia preoccupato di imparare un segno, un solo segno della Lingua Italiana dei Segni(LIS), a volte neanche si rivolgevano direttamente a lui, passavano subito attraverso di me.

Nessuno, sono certa, ha letto una riga delle mie relazioni ed ha capito quanto lavoro sia stato svolto, nessuno. Pensano che io suggerisca le risposte ed aiuti in modo sleale l'allievo e non c'è niente di più falso. So benissimo che superare l'anno è molto più facile utilizzando il pietismo dei professori, che i propri sforzi intellettivi. Ricordo pure di essere andata di persona a lamentarmi da una professoressa che secondo me c'aveva messo troppo "buon cuore" nel mettere il voto ad un compito in classe.

Mi rendo conto che i disabili vivono ancora in un patetico limbo in cui sono costretti dal perbenismo e dalla scemenza dei cosiddetti normodotati. "Oh, poverino" pensano i prof, e giù coi 6 politici senza neanche guardare il compito, senza neanche considerare lo sforzo compiuto dall'allievo. E se fanno bene, bene davvero, allora non può essere merito loro, ma dell'insegnante di sostegno.

Non sono mai bravi. Possono essere i primi della classe, ma non lo saranno mai. Perchè "poverini", loro sono "disabili", diversi, da compatire, non da trattare come gli altri, non allievi degni di richieste sia didattiche che comportamentali. Non sono capaci. Ma qualcuno li osserva? Qualcuno si prende due minuti per capire che hanno una personalità, un carattere, doti, pregi e difetti? Poi, queste stesse persone vanno al cinema e piangono guardando "Il mio piede sinistro" o "Le chiavi di casa", ma questi film non gl'insegnano niente.

Questo atteggiamento va contro l'etica dell'insegnate, che deve formare l'allievo per permettergli un inserimento sereno nella vita da adulto. Trattati a questo modo, i ragazzi con una qualunque "disabilità" svilupperanno solo insicurezza e solitudine, non riusciranno facilmente ad acquisire autonomia e si sentiranno sempre, irrimediabilmente destinati ad una vita di sopravvivenza nonostante i loro talenti e le loro abilità.
Il mio ragazzo imparerà a leggere e scrivere, ma loro impareranno a non usare i "disabili" per la loro patetica coscienza e per sentirsi TANTO BUONI?

E mi chiedo, chi ha veramente bisogno di un'assistenza?

giovedì 11 giugno 2009

Ad ognuno il suo...

Non so cosa ne pensate voi, ma a me fa sorridere questa cosa: la settimana scorsa Barak Obama, Presidente degli Stati Uniti, s'è fatto un viaggione tra Israele, Egitto ed Europa. Nel nostro augusto continente ha visitato Inghilterra, Germania e Francia. Non l'Italia.
In compenso, ieri è arrivato a Roma il colonnello Gheddafi, simpatico finchè vuoi, uomo di certo gusto per la moda ma insomma..."non troppo vicino a posizioni democratiche"...

Tutti hanno ciò che si meritano...

mercoledì 10 giugno 2009

Gemella Ciambella loves her district!: l'agenda culturale di Berlin Friedrichshain





Dunque, domani tutti al centro sociale RAW di Revaler Straße, per la dimostrazione contro la chiusura del centro sociale. Da quel che capisco sono previsti spettacoli per la raccolta di fondi. Io ci vado

http://www.raw-tempel.de/

Vi segnalo anche la recente apertura di questa piccola ma graziosa galleria d'arte svedese (si, molto specifica...) con degustazione di vini annessa. Fanno anche proiezioni e il programma va oltre cio' che trovate sul sito. Si trova nella sempre piu' popolare Libauer Straße.

http://kunstweinschweden.com/

Questo week end e' fitto di eventi in Friedrichshain: al Lovelite festa a sostegno del partito "Berg partei" (partito della montagna), partito di sinistra il cui motto e' "La politica puo' essere spassosa".

http://www.lovelite.de/veranstaltungen/aktuell#v4a27c9f5dba0b

http://www.bergpartei.de/tiki-index.php

Sempre sabato 13 Giugno, sempre al RAW-Cassiopeia, Diggin Days, la fiera del vinile usato. Entrata gratis fino alle 20, poi c'e' il party coi DJs.

Infine, al Supamolly, sempre sabato, Neofarius Flying K orchestra un gruppo apparentemente Gypsy dell'europa dell'est

http://www.myspace.com/neofarius249

http://www.supamolly.de/molli.swf

E domenica, dato che saremo tutti stanchi, un rilassante pomeriggio allo Störtebacker, bar dei Pirati di fronte al RAW.

Ci vediamo la'

lunedì 8 giugno 2009

Serie Tv: Life on Mars

















Un poliziotto londinese viene investito da una macchina: va in coma e si risveglia negli anni 70'...Puro genio!!!!
Solo alla BBC potevano avere un'idea del genere...

domenica 7 giugno 2009

Sorprese- David Bowie- Lovin' The Alien


Non avevo mai fatto caso al tema del testo...

Watching them come and go
The templars and the saracens
They're traveling the holy land
Opening telegrams oh ho

Torture comes and torture goes
Knights who'd give you anything
They bear the cross of coeur de lion
Salvation for the mirror blind oh ho

But if you pray all your sins are hooked upon the sky
Pray and the heathen lie will disappear
Prayers they hide the saddest view
(Believing the strangest things, loving the alien)
And your prayers they break the sky in two
(Believing the strangest things, loving the alien)

Thinking of a different time
Palestine a modern problem
Bounty and your wealth in land
Terror in a best laid plan

Watching them come and go
Tomorrows and the yesterdays oh ho
Christians and the unbelievers
Hanging by the cross and nail oh ho

But if you pray all your sins are hooked upon the sky
Pray and the heathen lie will disappear oh ho
Prayers they hide the saddest view
(Believing the strangest things, loving the alien)
And your prayers they break the sky in two
(Believing the strangest things, loving the alien)
You pray till the break of ALL.
(Believing the strangest things, loving the alien)
And you'll believe you're loving the alien
(Believing the strangest things, loving the alien)
Believing the strangest things (loving the alien)

giovedì 4 giugno 2009

Peppe Voltarelli, Berlino 28/5/2009


Capita che Frittella va a trovare Ciambella a Berlino.
Ciambella dice "Ti va di andare a sentire Peppe Voltarelli?"
"Beppe Voltarelli, e chi è?"
"E' un Vinicio Capossela senza droghe e senza alcol."
(Gemella Frittella pensa che Vinicio sia un gran fico forse proprio a causa delle droghe e dell'alcol)"Mai sentito."
"Faceva parte del gruppo Il parto delle nuvole pesanti
"Ah, li conosco di nome"(Gemella Frittella pensa che sia un nome alquanto pretenzioso, ma non li hai sentiti suonare...)
"Allora?"
"D'accordo."
Così ci troviamo a Berlino (non so bene se in periferia o meno)in un bar anche abbastanza fighetto che conterrà circa una cinquantina di persone, forse qualcosa di più. Nessuno si è seduto davanti e così ci accomodiamo su alcuni divani e puff sorseggiando birra.
Puntuale alle 20 Peppe arriva, presentato in Tedesco da un tipo dall'aspetto bizzarro. Con lui solo una chitarra acustica amplificata e un percussionista (Gennaro della Rosa) con dei tamburelli per la Taranta (Tamurre? Boh!).

Peppe si presenta, ringrazia e fa un'introduzione in Inglese italianato e tedescato...Non posso dire di capire tutto, ma lui ci dice subito che viene dalla Calabria e attacca a suonare. Ora, non conoscendo neanche una canzone posso dire ben poco, ma certamente mi piace. Assomiglia sì a Vinicio ma non certo a quello di "Non è l'amore che va via" o "Morna" o "Il paradiso dei Calzini", piuttosto a quello del "Ballo di San Vito".
Canta in Italiano e Calabrese, anzi, ad un certo punto fa tutto un discorso sul dialetto Calabrese e su come sia molto più ricco e complicato dell'Italiano. Non mancano simpatici riferimenti alla situazione nazionale Italiana (per la quale, vi rendo noto, i tedeschi ci ridono dietro con particolare gusto).
Si tratta di musica innegabilmente legata alla terra da cui proviene, ma per niente noiosa, cioè, non è come andare ad un concerto hip di musiche tradizionali così di moda che dura ore con pezzi sempre uguali (scusate, ma io li percepisco così alla lunga) o super elaborate, che perdono spontaneità, è proprio gradevole e divertente.

Conquistato il pubblico, Peppe riesce addirittura a fargli cantare un delirante ritornello che suona più o meno "Tittitiritirittitiritirittiti...". Gennaro è trascinante, una specie di Mitch Micthell della Tamorra, e se la cava bene anche quando Voltarelli gli comunica che la prossima canzone lui, Gennaro, non la conosce.
Dopo quasi due ore di musica c'è una pausa di venti minuti e poi si riprende tra canzoni in scaletta e bis vari per un'altra ora: il pubblico non lo vorrebbe lasciar andare, urla "Zutaten!Zutaten!" (che deve essere una specie di "Bis!" anche se letteralmente significa "Ingrediente") ma lui alla fine getta la spugna, un pò per la sana stanchezza e un pò perchè, dice, "Il Signor Zutaten poi chiama la polizei".

Un gran bel concerto, peccato in uno spazio dove fosse impossibile ballare, comunque in equilibrio tra intimità ed entusiasmo da tarantella. Una bella serata, davvero. Adesso aspetto che Ciambella mi presti il cd live che ha comprato il suo fidanzo...
E magari adesso mi cercherò anche un disco del Parto delle Nuvole Pesanti.
Vi lascio con una frase di un ritornello che mi è rimasta in testa, un monito ed un augurio, con un ringraziamento a Peppe e Gennaro (e a Ciambella):
"Tu ti lamenti, di che ti lamenti! Prendi il bastone e tira fuori i denti!"

martedì 2 giugno 2009

"Il Divo"




Questo progetto di Paolo Sorrentino era rischioso come un bagno nelle sabbie mobili infestate di piranha: raccontare la storia di quello che per decenni è stato l'uomo più potente ed enigmatico d'Italia, passato indenne dalla nascita della costituzione fino all'avvento e consolidamento di quella classe politica da avanspettacolo che imperversa a Montecitorio oggigiorno. Un uomo che tutti sanno o sospettano aver fatto cose spaventose per conservare e gestire il potere per cinquant'anni, arrivato (senza varcarla)alla soglia del Quirinale dopo 7/8 governi (schiatta Silvio) e che fa da anello di congiunzione per tutti i misteri che hanno segnato la storia di questo paese.

Poteva venirne fuori un fogliettone che confermasse o smentisse i sospetti di tutti, una denuncia d'impunità, oppure un semplice film storico che ripercorresse la storia d'Italia attraverso quella del "Divo Giulio".
Niente di tutto questo però è successo.
Con un fedele e splendido (al solito) Toni Servillo ad impersonare Andreotti, Sorrentino ha prodotto una psichedelica e a tratti molto divertente biografia, in cui realtà storica, speculazione e fantasia trovano spazio.

Si tratta di un film serio ma non serioso, costruito per essere compreso e gradito anche da chi la storia dei governi italiani non la conosce, con un ritmo deciso e momenti di umorismo insospettati. Vi basti la prima immagine di Andreotti, sofferente di atroci emicranie con la testa trafitta a mò di Hellraiser da decine di aghi da agopuntura, o la scena in cui Giulio e la moglie si tengono per mano mentre alla TV Renato Zero canta "I migliori anni della nostra vita".
Rispettando il rigore dei fatti- dall'omicidio Pecorelli al maxiprocesso contro la mafia che vide il nostro Divo imputato- si cerca di capire quali possano essere i sentimenti e le convinzioni di un uomo evidentemente chiuso e solo, senza dare sostanzialmente giudizi plateali di condanna o assoluzione, ma provando a comprendere quale possa essere stato il motore che lo ha portato a condurre la sua vita come ha fatto.
Viene quasi il sospetto che come Manzoni con i Promessi Sposi, parlando di Andreotti Sorrentino volesse parlare di qualcun altro che oggi come oggi gestisce il potere in modo altrettanto rapace ma privo di una qualsivoglia (giusta o sbagliata) etica.

Se vi aspettate una lista di malefatte che vi faccia indignare (se c'è ancora qualcuno che ci riesce) o una qualche rivelazione storica, rimarrete delusi. Anzi, devo dire che a tratti l'ho pure trovato simpatico, il Giulio. "Il divo" non dà risposte di alcun genere; aiuta però a ricordare e a conoscere la nostra storia recente ed a confrontare (forse) un modo di fare politica che ormai non esiste più e che era contraddistinto nel bene e nel male da una serietà e da "valori" ormai impensabili.

Inutile dire che Toni Servillo è splendido ed inquietante nella sua interpretazione. Una menzione speciale al montaggio ed alle musiche splendidamente accoppiati.