mercoledì 9 novembre 2011

Philippe l'affabulatore

Mi ricordo quando Philippe Daverio era assessore alla cultura per un sindaco leghista: la sua più grande impresa fu un barocco carnevale ambrosiano da 400 milioni di lire (mi pare), praticamente si bevve tutto il budget di un anno in una settimana. Gli fecero un mazzo così, ma non mi risulta che se preoccupò troppo.
Dopo quell'esperienza (che mi pare non abbia replicato) egli tornò al suo lavoro, cioè il critico d'arte, e cominciò a produrre un piccolo programma trasmesso la domenica, all'ora di pranzo su Rai3.
Un itinerario di un'ora durante il quale Philippe saltella qua e là trasversalmente a mostre, musei e fiere d'arte, collegando elementi magari lontani anni luce l'uno dall'altro (chessò, StarWars, i pittori fiamminghi, "Madame Bovary", i Puffi...) con grande abilità.
"Passepartout" (questo il nome del programma) scandito acusticamente dalla nobile sicumera del conduttore, scorre piacevolmente, anche se a volte faccio fatica a seguire fino alla fine tutto il discorso. Ma l'argomento è interessante, le immagini sono belle, non è necessario capire tutto.
Daverio ha una cultura mostruosa, annichilisce tanto è capace di parlare di TUTTO, dall'estetica della grafica degli incarti di caramelle, all'evoluzione storico, filologico, artistica di Cortina d'Ampezzo, fino al design berlinese degli anni 2000, facendo collegamenti con cinema, architettura, letteratura, poesia, ed esibendo con leggiadrìa mìse che come originalità fanno il paio con quelle di Ciambella. Lo sto guardando ora, ed ha una camicia gialla e una bombetta blu.
A completare il tutto una scelta musicale estremamente originale, poco classica (contrariamente a quello che si potrebbe pensare) e sempre azzeccata.
Non sorprende che "Passepartout" sia diventato in tempi così televisivamente bui -un nuovo medioevo mediatico-un programma con un vasto pubblico che continua a crescere, nonostante RAI 5 stia trasmettendo repliche del 2009 e (purtroppo) pare che non potremo vedere la nuova serie, dato che la RAI lo avrebbe bloccato. Oscuri i motivi di tale scelta, forse è un programma è troppo intelligente, divertente e fuori dai formati classici di una televisione sempre più omogeneizzata.
Per ora accontentiamoci delle repliche, ma speriamo di vedere presto "Le nuove avventure di Philippe Daverio".

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