sabato 24 gennaio 2009

Tre passi nel delirio: Joe Lansdale e la saga del Drive In Orbit




Joe Landsale è uno degli autori più geniali delle ultime generazioni.
La sua immaginazione è strepitosa. Più che uno scrittore di genere egli è uno scrittore di generi, giacchè a parte le fiabe per bambini e i romanzi d’amore stile Harmony, nessun territorio narrativo gli è sconosciuto (ma aspettiamo volentieri Joe alla prova anche su questi).

In quest’attività letteraria a dir poco magmatica, il Drive In rappresenta una specie di camera di decompressione, una palestra dove raccogliere le idee più assurde, “fumettose” e inconciliabili con la realtà pure pazzesca delle altre sue opere.
M’immagino Joe seduto alla macchina da scrivere, con la testa piena di pensieri e la voglia di rilassarsi…Che fare…? Ma sì, andiamo al drive in! Ed ecco il cinema all’aperto trasformarsi in un luogo popolato da creature sempre più strane, sempre più pericolose, in cui le leggi della civile convivenza si polverizzano, i comportamenti si fanno imprevedibili e chiunque è capace di qualunque cosa.

“La notte del drive in” (tutt’ora il mio preferito) è l’equivalente letterario di un fuoco artificiale napoletano, un megatrip esaltante, pauroso e divertente. Probabilmente Lansdale pensava che sarebbe finito tutto lì. Invece la sirena del drive in lo ha richiamato e lui ha ceduto, producendo “La notte del Drive in 2”, il meno riuscito forse, nonostante personaggi come il Re del Popcorn e l’implicita critica alla televisione.
Ora “La notte del drive in 3 (la gita per turisti)” fa un altro passo nell’abisso e ci cade dentro con tutte le scarpe.

Ormai la vita all’ “Orbit” ha assunto una sua forma, una sua routine: molto sesso, dinosauri che ogni tanto si pappano qualche umano, antropofagia e sempre,sempre, sempre i film del drive in che scorrono ininterrottamente sugli schermi. Insomma, si è arrivati a una sorta di normalità.
Jack, uno degli abitanti della piccola comunità decide di tentare la fortuna e scoprire se qualcosa del mondo che conosceva è ancora lì, fuori dal recinto. Così attrezza un bus scolastico e insieme ad alcuni compagni parte: ciao, ciao, drive in.

Non dirò altro, ma è ovvio che là fuori non troveranno prati pieni di fiori e pecorelle. Lansdale si lascia portare dalla storia in territori dove il delirio regna sovrano, tra pesci giganti, cannibali affamati, tanta merda e Dio..forse.
L’orrore sconfina nella fantascienza, e ci si perde definitivamente, il mondo che conoscevamo all’inizio della storia è ormai solo un ricordo, pallido, vacuo, forse non è mai esistito. Non è credo casuale la citazione di Philip Dick.

Il mio amico Ciccio, che sta ai libri come Cosmic sta alla musica, dice che questo è il migliore dei Drive In: non so, forse ha ragione lui, ma io per metà del libro, nonostante la genialità delle trovate, non sono riuscita ad appassionarmi né ai personaggi né agli accadimenti. Neppure il gigantesco Bjoe, ce l’ha fatta a rispondere alla domanda che mi ronzava in testa “Ma perché l’ha scritto, questo libro?”.
Probabilmente perché lo voleva scrivere e basta. Motivo più che sufficiente per Lansdale.
E probabilmente sbaglio io, si tratta di un fumetto, un divertimento e come tale va preso, godendosi lo spasso e nient’altro…

Non posso dire che non mi sia piaciuto, ma in fondo non mi ha convinta. Questo non significa che lo sconsigli, anzi. Soprattutto se avete letto gli episodi precedenti, non potete perderlo.
E poi, fatemi sapere.


4 commenti:

  1. "Il mio amico Ciccio, che sta ai libri come Cosmic sta alla musica"...

    cosa intendi?

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  2. bello lárticolo pero'...inizieranno davvero a pensare che tu sei quella intelligente delle due, e io la svaporata...
    Cé'un piano dietro a tutto cio'? ;o)

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  3. AHAHAH! No, tu sei quella simpatica e carina io sono la serial killer...ricordi?

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