martedì 14 dicembre 2010

Sorprendente Tarantino...

Non mi aspettavo granchè da questo film. Dopo la sconcertante logorrea di "A prova di morte" e vedendo la facciotta di Brad Pitt nei trailer pensavo che mi sarei trovata a piagnucolare sul divano del Pizza durante uno dei nostri cineforum casalinghi rimpiangendo ancora una volta "Le Iene", "Pulp Fiction" e "Jackie Brown".

Mi sbagliavo. Per quanto sia lontano anni luce dai primi lavori di Quentin e riprenda in qualche modo proprio lo stile di "A prova di morte" basato su lunghi dialoghi e qualche scoppio d'azione violenta, improvvisa e devastante,"Bastardi Senza Gloria" funziona, funziona alla grande.
E, a partire dalla prima, lunghissima scena, tutta in francese, dimostra come il nostro sappia costruire tensione, dilatata al massimo, da far tremare i polsi.

La storia si svolge durante la Seconda Guerra Mondiale e si apre con un massacro ad opera dei nazisti di una famiglia ebrea, a cui scampa solo un'adolescente, Shosanna.
Poi, facciamo conoscenza dei "Bastardi", un gruppo di Ebrei cacciatori di scalpi di nazisti formato da Americani, disertori Tedeschi, e scampati alla deportazione.
Le loro storie si svilupperanno separatamente per poi incontrarsi in un doppio complotto per uccidere Hitler al quale sia Shosanna che i Bastardi parteciperanno, l'una ignara degli altri e viceversa. Nonostante si sfiorino, convivano negli stessi spazi anche se per un breve periodo, non si conosceranno neppure.

I personaggi che attraversano la storia sono decine, alcuni memorabili come il sergente Hans Landa interpretato dal formidabile Christoph Waltz, o i componenti del gruppo dei "Bastardi", alcuni così divertenti che quando li fanno fuori ci si resta male. Ma si sa che Tarantino è così, oggi dà, domani toglie (la fine di Vince Vega è per me ancora scioccante), senza rimpianti e con parecchio sangue.
La storia si snoda attraverso una serie di "coincidenze" quasi vonneguttiane, attraverso soprattutto i dialoghi e parecchie situazioni cariche di suspance che sfogano in scene di violenza che dopo tanto parlare arrivano quasi inaspettate.
Quasi ci rende simpatico un eroe dell'esercito tedesco invaghito di Shosanna, ma non rinuncerà a mostrarcelo per la carogna che è. E nonostante le situazioni paradossali e divertenti, i momenti di dramma non mancano.

Non sono citati fatti storici precisi e il nostro Quentin non ha particolare interesse a riportarli con fedeltà. Hitler, Goebbels e Churchill sono personaggi di contorno, semplici ingranaggi per introdurre elementi della storia o farla procedere.
E' interessante il ruolo che nel racconto assume il cinema, quasi tutti i personaggi, per un motivo o per l'altro vi sono connessi: Shosanna gestisce un cinema, il soldato tedesco che le fa la corte è attore nel film che verrà trasmesso nella sala, nel complotto per uccidere Hitler sono coinvolti un ufficiale Inglese esperto di film ed un'attrice tedesca. Tutto sembra suggerire un sottotesto che riguarda la lotta contro l'oppressione da parte dei mezzi d'espressione e d'intrattenimento. Tenetelo presente quando vedrete il finale.

Nonostante la lunghezza devo dire di non essermi annoiata e perfino Brad Pitt per una volta mi è rimasto simpatico nella parte di Aldo Taine, insieme al suo manipolo di cacciatori di scalpi.
La colonna sonora è ancora una volta citativa, ma più cinematografica, non ci sono scene destinate a diventare videoclips come in passato. I brani utilizzati vengono da film spaghetti wester, repertorio anni 80 e rythm n' blues.

Ho letto recensioni buone e meno buone, di questo lavoro e devo dire che a me è piaciuto, lo vedo come un'evoluzione dello stile di Tarantino, sempre citativo, cannibale del cinema che ama (questo film è ispirato ad una pellicola italiana) ma capace di evolversi in una direzione completamente opposta a quella a cui eravamo abituati.

5 commenti:

  1. Io mi sono commossa. E' la fine che avrei voluto ci fosse realmente stata. Tarantino ha letto i miei desideri.

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  2. Lo devo ancora vedere ma Waltz deve essere quello che ha vinto il premio come miglior attore non protagnista...

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  3. Sì, è lui, è veramente bravo, l'oscar se lo meritava tutto...anzi ne meritava due

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