Ultimamente riconosco una pericolosa
ripetitività nella mia vita. Verso marzo, prima di Pasqua, comincio
a sognare le vacanze e per maggio sono già febbricitante all'idea di
mollare tutto e scappare dalla città. Quest'anno sono arrivata a
giugno con un esaurimento nervoso, quindi anche il fatto di non
partire per le vacanze (problemi di babysitteraggio di Lena) non mi
ha sconvolto più di tanto (anche se mi dispiace per Speck, lui
voleva tanto andare in Grecia), l'importante era non andare più in
classe e non affrontare certe dinamiche di stress per un po'.
Purtroppo mi ero dimenticata di
un'altra fase ricorrente che ogni anno puntuale si verifica. Infatti,
appena calato il furore lavorativo e l'euforia dei primi giorni di
libertà con le pizzate, i pomeriggi con le amiche, il riappropriarmi
del territorio casalingo con pulizie di fino e magari una notte
horror a casa del Pizza, mi sento sprofondare in una malinconia
terrificante.
E' come se tutti i dubbi e i momenti
difficili superati nell'anno scolastico appena concluso riemergessero
dal recente passato come il Mostro dalla Palude Nera... Mi chiedo se
sia normale ridursi tutti gli anni così, mi dico che avrei fatto
meglio a lavorare meno e andare un po' in palestra. Mi chiedo se avrò
abbastanza lavoro e la forza di ricominciare a settembre. Ancora
peggio, dopo qualche giorno la prospettiva depressiva si allarga a
dismisura e diventa un bilancio di vita. Ho fatto bene a non fare
figli? Ho fatto bene a scegliere questa strada lavorativa? E' ancora
qualcosa che mi piace fare? Ha senso quello che sto facendo? Il
centro della mia vita può non essere il lavoro? Dov'è la reale
gratificazione? Ha senso farsi queste domande?
Ogni anno prendo la decisione di
pensare di più a me,di fare passi misurarti e non farmi più
coinvolgere tanto dalle dinamiche scolastiche, mi riprometto di
pensare a me stessa. F ogni anno mi ritrovo a fare lo stesso giro.
Sto iniziando a stancarmi, mi sento come un criceto che corre
disperatamente dentro la sua ruota senza andare da nessuna parte. Mi
duole dirlo, ma comincio a sentire la stanchezza nel corpo, anche se
so che è qualcosa che deriva più dal mio stato mentale che
effettivamente dall'età.
Insomma, non me la godo mai l'estate.
In effetti non è mai stato un periodo particolarmente atteso, se non
per le vacanze. So che queste crisi sono salutari, guai ad essere
troppo sicuri o far finta che vada tutto bene, ma mi rendo conto di
essere bloccata e vorrei che il prossimo anno fosse veramente
diverso, dare una svolta a questa confusione, pensare a cose diverse,
dire cose diverse e fare cose diverse, divertenti e che abbiano un
senso. Non so se ci riuscirò, ma peggio ancora, ormai non so neanche
se ci proverò.
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