domenica 21 luglio 2013

Is there a cure for the Summertime Blues?

Ultimamente riconosco una pericolosa ripetitività nella mia vita. Verso marzo, prima di Pasqua, comincio a sognare le vacanze e per maggio sono già febbricitante all'idea di mollare tutto e scappare dalla città. Quest'anno sono arrivata a giugno con un esaurimento nervoso, quindi anche il fatto di non partire per le vacanze (problemi di babysitteraggio di Lena) non mi ha sconvolto più di tanto (anche se mi dispiace per Speck, lui voleva tanto andare in Grecia), l'importante era non andare più in classe e non affrontare certe dinamiche di stress per un po'.

Purtroppo mi ero dimenticata di un'altra fase ricorrente che ogni anno puntuale si verifica. Infatti, appena calato il furore lavorativo e l'euforia dei primi giorni di libertà con le pizzate, i pomeriggi con le amiche, il riappropriarmi del territorio casalingo con pulizie di fino e magari una notte horror a casa del Pizza, mi sento sprofondare in una malinconia terrificante.
E' come se tutti i dubbi e i momenti difficili superati nell'anno scolastico appena concluso riemergessero dal recente passato come il Mostro dalla Palude Nera... Mi chiedo se sia normale ridursi tutti gli anni così, mi dico che avrei fatto meglio a lavorare meno e andare un po' in palestra. Mi chiedo se avrò abbastanza lavoro e la forza di ricominciare a settembre. Ancora peggio, dopo qualche giorno la prospettiva depressiva si allarga a dismisura e diventa un bilancio di vita. Ho fatto bene a non fare figli? Ho fatto bene a scegliere questa strada lavorativa? E' ancora qualcosa che mi piace fare? Ha senso quello che sto facendo? Il centro della mia vita può non essere il lavoro? Dov'è la reale gratificazione? Ha senso farsi queste domande? 
Ogni anno prendo la decisione di pensare di più a me,di fare passi misurarti e non farmi più coinvolgere tanto dalle dinamiche scolastiche, mi riprometto di pensare a me stessa. F ogni anno mi ritrovo a fare lo stesso giro. Sto iniziando a stancarmi, mi sento come un criceto che corre disperatamente dentro la sua ruota senza andare da nessuna parte. Mi duole dirlo, ma comincio a sentire la stanchezza nel corpo, anche se so che è qualcosa che deriva più dal mio stato mentale che effettivamente dall'età.

Insomma, non me la godo mai l'estate. In effetti non è mai stato un periodo particolarmente atteso, se non per le vacanze. So che queste crisi sono salutari, guai ad essere troppo sicuri o far finta che vada tutto bene, ma mi rendo conto di essere bloccata e vorrei che il prossimo anno fosse veramente diverso, dare una svolta a questa confusione, pensare a cose diverse, dire cose diverse e fare cose diverse, divertenti e che abbiano un senso. Non so se ci riuscirò, ma peggio ancora, ormai non so neanche se ci proverò.

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