mercoledì 4 settembre 2013

Estate senza fine

L'ho già scritto, per me l'estate non è un momento allegro. Tutte quelle storie sul caldo, il sole, la spiaggia, non le ho mai condivise. E' vero, da piccola giocavo in cortile, andavo in bicicletta e io e Ciambella venivamo scarrozzate fino alla riviera adriatica per due, tre settimane di bagni e giochi nella sabbia, ma c'è sempre stato un fondo amaro nell'estate. Non so perchè. Comunque crescendo le cose non sono cambiate, semmai peggiorate. Dopo un anno di lavoro la funzione dell'estate è di resettarmi i neuroni, calmare le ansie (ahah!) e recuperare energie. Quello che accade è che durante i primi 15 giorni (che di solito passiamo all'estero, ma quest'anno no) emergono tutte le nevrosi accumulate, faccio una serie di bilanci di vita e sclero. Poi, il mese successivo sono molto più rilassata, mentre le ultime tre settimane comincio ad avere delle crisi d'ansia al pensiero di tornare al lavoro. E' quello che sta accadendo ora. Ogni anno ricado nelle stesse dinamiche (e anche questo l'ho già detto), ogni anno peggio, un pò per il logorìo e un pò perchè bene o male il tempo passa. Quest'anno sto cercando di essere più fredda, di valutare più pragmaticamente il mio comportamento. Ad esempio, nel 2012 sono andata in paranoia perchè avevo paura di non avere lavoro e così mi sono affannata, ho accettato casi che NON AVREI DOVUTO ACCETTARE e il risultato è stato devastante. Quest'anno sto cercando di tenere a bada l'ansia e non prendere qualsiasi cosa. Mi sono resa conto che il mondo del lavoro in neanche 10 anni (ho lasciato la banca 6 anni fa) è cambiato totalmente, e di quanto questo sistema di contratti a termine e a progetto generi ansia e una dipendenza psicologica dai datori di lavoro; una dipendenza insana che riduce e infine annulla la volontà d'iniziativa, il ricambio stesso delle energie lavorative. Se poco tempo fa un giovane lasciava un posto di lavoro, poteva subentrargli qualcuno anche migliore. Oggi è tutto al ribasso, un laureato vale lo stesso di una persona che non ha neanche la licenza superiore. Anzi, pare che alcuni laureati omettano questo diploma nel curriculum perchè è un ostacolo anzichè un titolo di merito nella ricerca del lavoro (ahahah! E dire che mi sto facendo un culo così per laurearmi alla mia età!). E poi tutto dipende o sembra dipendere dal denaro: uscire di casa, farsi una famiglia, andare in vacanza, costruirsi un futuro. Perciò, siamo disposti a scendere molto, moltissimo nelle nostre aspettative professionali per uno stipendio, per quanto misero. Abbiamo consegnato il nostro potere decisionale, sulla nostra vita, ad un sistema che ci toglie qualunque prospettiva (e io lo so perchè faccio un lavoro che come prospettiva unica ha quella di continuare a fare questo lavoro, senza scatti economici e di carriera, con lo stesso identico stipendio di una persona che inizia ora a farlo). Sembra banale, ma è vero che ormai tutto viene mercificato, che il denaro è la nostra unica preoccupazione, anche la mia, che pure non ho Ipad, uso un telefonino vecchio di cinque anni e non ho nemmeno la macchina. E forse questo è ancora più grave, perchè non ho desideri (a parte i libri) che giustifichino questa ansia, non ho diritto di sentirmi così oppressa, e proprio perchè di fatto non ho professionalmente quasi nulla (se non un'esperienza e uno studio che sembrano non contare una sega), non dovrei sentirmi impedita nel tentare nuove strade, non dovrei aver paura di perdere nulla. E' questo il furto più grande che è stato perpetrato ai danni di tutti, vecchi e giovani, la spensieratezza e la fiducia. Che non è fare finta che non ci siano problemi e passare il tempo a bere Negroni in Corso Como, non è guardare trasmissioni dementi e credere alle promesse ormai logore, vecchie e nuove, ma affidarsi al flusso della vita sapendo che in qualche modo ci penserà lei. In questi sette anni non abbiamo perso solo potere d'acquisto, abbiamo perso il potere di fregarcene, di essere diversi, di essere noi stessi in barba al “trend” generale. Forse a dire qualche no ci sarebbe più da guadagnare che da una montagna di . Tanto vale tentare.

1 commento: