giovedì 12 settembre 2013

Pietre Fasulle

Attenti a questi due
Il crack Parmalat è stato un disastro economico quasi epocale, non solo per il marchio coinvolto, non solo per l'entità del danno ai piccoli risparmiatori, ma perchè ha messo definitivamente in luce anche in Italia un sistema di gestione finanziaria che chiamare disinvolta è dire poco e che è alla base dell'attuale crisi economica. Falso in bilancio, fondi in depositi off shore, Caymans, derivati. Termini tristemente noti che probabilmente fanno ribollire il sangue di coloro che in questa faccenda hanno perso il loro sudato denaro.

Dunque “Il gioiellino” può servire non solo per comprendere meglio quanto effettivamente accaduto, ma anche per tenerne viva la memoria, visto che il sistema -nonostante tutto- da allora non è cambiato.
La LEDA è un'azienda florida, un gioiellino dell'economia nazionale basato non solo sul prodotto, ma anche, come ripete continuamente il suo proprietario Restelli, sui valori. Ovviamente anche sul profitto, che lui difende blandendo qualche politico minore. A capo della contabilità c'è il ragionier Botta (Toni Servillo), devoto al lavoro, scorbutico, che nonostante qualche sveltina con la segretaria passa la maggior parte del tempo in ufficio e a casa è solo, ascolta musica commerciale anni 70/80 e si diletta di buoni vini.
Leda è arrivata al punto in cui un'azienda ha tre opzioni: morire, vivacchiare o fare il botto. Un marchio americano si offre di acquistarla, ma Restelli si oppone e decide di tentare il grande salto allargandosi al mercato dell'Est europeo. Ma queste sono manovre costose e il proprietario, oltre ad assorbire la parte dell'azienda della sorella (che voleva vendere) deve oliare i politici del luogo, piuttosto voraci. Da qui parte la cavalcata disastrosa di un'azienda che comincia subito con il farsi sopravvalutare le azioni al suo ingresso in borsa per rastrellare più fondi possibile, e in fretta. Le cose degenerano e Restelli, coadiuvato dal recalcitrante ma fedele Botta si addentra in una giungla
di corruzione e tranelli finanziari in cui le banche concedono prestiti a condizione che parte dello stesso denaro vada a coprire gli ammanchi di imprese di parenti o amici oppure che sia investito in una serie di operazioni sui derivati. Il finale della storia lo conosciamo tutti, e non è allegro.
Tra i pregi del film v'è certamente la chiarezza di esposizione di questioni tutt'altro che facili da comprendere per chi non sia esperto (anche se ammetto che guardare il film con un ex bancario come Speck accanto aggiunge un certo divertimento alla visione). Toni Servillo e Remo Girone brillano nelle parti borderline del film, uomini di discutibile moralità ma nei quali si trova nostro malgrado qualche lato apprezzabile: Restelli compie nefandezze che trascineranno nel baratro non solo la sua azienda e i suoi dipendenti, ma anche migliaia di famiglie di risparmiatori, tuttavia è sincero quando parla di valori (anche se, per salvare la sua fabbrica di valori è pronto a tradirli); mentre l'abnegazione di Botta verso Leda non si ferma nemmeno di fronte alle grazie della nipote di Restelli (una piuttosto scarsa Sarah Felberbaum)- ragazzotta rampante con una laurea in economia e commercio e la bocca piena di termini inglesi che non si fa scrupoli a rubare all'azienda dello zio- e lo porterà a lavorare per la ditta fino al momento in cui verrà arrestato. Gli uomini che hanno ispirato i personaggi sono probabilmente molto meno positivi e simpatici.
Andrea Molaioli, già autore de “La ragazza del Lago” (bel film con Servillo con i baffi) dimostra una certa gratitudine verso Paolo Sorrentino, a partire dalla colonna sonora per arrivare alla scena della notte in cui tutti i documenti compromettenti delle operazioni di Leda vengono distrutti dai suoi solerti impiegati, ma -visto anche il tema- è decisamente meno lirico, più concentrato sui fatti.
Nel dvd è anche contenuto un simpatico mockumentary dal titolo “The Fake Gem” in cui il regista e i suoi protagonisti raccontano la vera storia di Leda/Parmalat.


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