Questa commedia francese ha fatto una
fugace apparizione nelle sale cinematografiche italiane totalizzando
un discreto ma non entusiasmante numero di spettatori. L'opera di
Matthieu Delaporte e Alexandre De La Patellière è stata avvicinata
a "Carnage" di Roman Polanski, ma a parte il fatto di
essere tratti da piece teatrali -di cui conservano l'impianto
narrativo e scenografico- e di basarsi su una progressiva spoliazione
(o l'esagerazione) delle premesse iniziali dei personaggi, le due
opere hanno abbastanza poco in comune.
Pierre ed Elisabeth invitano a cena
Vincent (fratello di quest'ultima), sua moglie Anne e l'amico Claude:
una riunione che sembra essere consuetudine tra persone che si
conoscono bene e si frequentano dall'infanzia. Anne è incinta, e la
domanda che viene subito fatta a Vincent riguarda il nome del
nascituro. Da qui inizia una discussione infinita che porterà a una
serie di rivelazioni e di confessioni che minacceranno seriamente la
loro amicizia.
Spiegata così la trama, potreste già
arrivare a capire quale sia il nucleo attorno al quale si sviluppa la
storia. Ma per me che non conosco il francese e non avevo nemmeno
fatto caso alla sigla iniziale in cui non sono riportati i cognomi
dei protagonisti e di tutti gli altri collaboratori, tutta questa
faccenda del nome del bambino che si trascina per un'ora e mezza di
film sembrava un pò troppo pretenziosa e pesante, e terminata la
visione mi sentivo di aver perso qualcosa. Grazie al cielo internet c'è, ed è bastata una breve
ricerca per trovare il tassello mancante: il titolo. Sì, lo so, nella sigla di testa si può leggere quello originale, tuttavia non è tradotto ed è così
diverso da quello italiano da far pensare di non avere importanza.
Invece, è proprio "Il nome" il perno di tutta la vicenda,
che a partire da un'innocente -anche se pesante- scherzo, crea le
condizioni per un epocale litigio che non finirà le amicizie nè i
matrimoni, ma certo ne metterà in luce le ambiguità nonchè i lati
oscuri dei personaggi, con una serie di divertenti equivoci e
ironiche stilettate all'intellighenzia borghese e militante della
gauche.
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Vincent, Anne, Claude, Elisabeth, Pierre |
Ti faccio i complimenti per la recensione, anche se non ne condivido molto i contenuti.
RispondiEliminaCi stanno le differenze con Carnage, ma il campo da gioco dei buoni rapporti (lì sociali, qui di famiglia) che a causa di un imprevisto (lì una lite a scuola, qui uno scherzo degenerato) vengono via facilmente come l'etichetta dal barattolo della nutella sotto l'acqua calda , scoperchiando tensioni e rancori accumulati, è il medesimo. Qui all'inizio si ride di più e il finale tenta di ricondurre alla commedia, ma non di meno lo showdown di Elizabeth vs Pierre è amarissimo e potente.
D'accordo, e anche l'evidenza che il buon Pierre, autore del canicidio in gioventù, se ne volesse fare un vanto, e ritiene che Vincent sia voluto essere comunque protagonista prendendosene la colpa. Certamente Pierre non ha avuto il coraggio di tanto onore quando ha visto le busse che prendeva Vincent. Tuttavia la nascita del bambino in qualche modo addolcisce e mitiga, in qualche modo risolve questi contrasti (Vincent accetta Claude come patrigno), conclusione (consolatoria) che viene a mancare in "Carnage", che finisce con un campanello, come la fine di un round di pugilato, senza alcuna soluzione ma con un'insopportabile stasi.
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