sabato 1 novembre 2008

Ancora sulle manifestazioni per la scuola

"La mia generazione è un trucco buono, critica tutti per non criticar nessuno... E fa rivoluzioni che non fanno male, così che poi non cambi mai. Essere innocui insomma che sennò è volgare..." Afterhours

Qualcuno di voi saprà che lavoro in una scuola professionale. Il mio ruolo è praticamente invisibile, sono un tutt'uno col soffito e il pavimento, non conto niente di niente.
Però questa mia posizione mi permette di assistere come un osservatore esterno alle lezioni e al dipanarsi dei rapporti e all'esemplificazione delle strategie.

L'altro giorno ho assistito a una micro discussione sulle manifestazioni che si stanno svolgendo in difesa della scuola pubblica. Il direttore, pur dicendosi consapevole del rischio che corre la scuola pubblica e in qualche modo il corso di cui si occupa (finanziato a quanto pare dalla regione), ravvisava negli studenti manifestanti solo la voglia di perdere un giorno di scuola.
Io stessa, parlando con la coordinatrice mi son sentita dire che lo scipero del 30/10 era "strumentale" e che se la riforma è una schifezza, bisogna protestare in altro modo. Ci ho pensato un pò. L'unica alternativa che mi sia venuta in mente è quella di scrivere una letterina a Babbo Natale, ma qualcuno dice che non esiste.

Uno dei grandi successi mediatici della politica di questi anni è stato questo, convincerci che manifestare sia rozzo e inutile, che bisogna protestare efficacemente, con classe e senza creare disturbo ad alcuno. A dire, limitatevi a sgruntare nei vostri tinelli tra un cucchiaio e l'altro di minestra...Mah!
La memoria italiana è più corta che quella degli altri paesi evidentemente.

Ed è molto più comodo stare col culo sulla sedia di una classe, anche se non riscaldata, a far finta di seguire una lezione che finirà in bagarre, accettando che gli altri pensino per te, ti dicano cosa è meglio che tu faccia, piuttosto che prendersi la responsabilità di dire "No, io questo per me non lo voglio" e uscire sotto la pioggia (a momenti anche grandine) per farsi sentire. Dire la propria opinione è sempre più difficile che uniformarsi, perchè bisogna vincere la paura e la pigrizia ed esser pronti a sostenere una discussione. Troppa fatica per certa gente. Peccato che siano ragazzi con un grande potenziale, che vengono subito convinti che c'è qualcuno che ha già pensato per loro e non dovranno sforzare le loro celluline grigie per arrivare a una conclusione, quale che sia.

Se non fossi una cinica mi si spezzerebbe il cuore.

1 commento:

  1. Anche a me queste cose non fanno piacere, ma posso solo dire che la pagheranno. La storia non fa sconti.
    Ho comunque fiducia nel fatto che i ragazzi intelligenti, in un modo o nell'altro, poi ne escono. Speriamo :o)

    Ciambella

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