mercoledì 16 marzo 2011

Fight Club per ragazze: Black Swan

Da un po' di anni in qua, il fatto che un film vinca un Oscar e' diventato piu' un segno che marca qualcosa di cui fidarsi poco, piuttosto che un sigillo di qualita' come in realta' vorrebbe essere. Se qualcuno ti dice "Ah, ma quel film/attore/attrice ha preso l'Oscar!" si comincia a dubitare subito della bonta' dell'opera. E anche Black Swan non viene meno a questa legge ormai universale.

Nina (Natalie Portman)  e' una giovane (?!) ballerina che aspira al ruolo di punta nel balletto "Il lago dei cigni". Nina pur essendo brava e' ancora troppo virginale e poco donna per affrontare il doppio ruolo proposto dalla storia: mentre il cigno bianco le viene da dio, il ruolo del cigno nero ovvero la dark lady, non le viene proprio. E chi si stupirebbe di questo fatto, a vedere la sua cameretta rosa-barbie, piena di coniglietti e bambole di porcellana e considerando la madre (una irriconoscibile Barbara Hershey)  iperprotettiva che le sta' addosso come avesse ancora 10 anni?
A cercare di tirare fuori la sua personalita' di donna e con essa il suo lato oscuro, ci pensa Vincent Cassel, nel ruolo del direttore-coreografo mefistofelico che due o tre volte riesce a ficcarle pure la lingua in bocca, ma sempre per il dovere sul lavoro.
L'inaspettata amicizia-rivalita' con Lily, un'altra ballerina piu' grande e molto piu' disinibita, rende le cose ancora piu' complesse perche' Nina comincia ad avere delle visioni in cui tutti i personaggi compresa lei sono coinvolti, tanto da non capire piu' se si tratta di realta' o psicosi.

Invidie, gelosie professionali, passioni nascoste, paranoia e condizionamenti della personalita', c'e' un po' di tutto. Il film di per se' non e' per niente noioso, grazie soprattutto alle scene di danza, passa bene senza  momenti di noia ma e' inevitabile fare il paragone col capolavoro dirompente di David Fincher "Fight Club" e chiedersi "Ci sarebbe stato Black Swan se prima non ci fosse stato Fight Club?".

Nina e' un po' come il personaggio di Edward Norton che non sa di stare facendo tutto da solo. Anche se Nina non ha la sua versione di Tayler Durden si sdoppia e proietta spesso sugli altri cio' che invece fa a se' stessa. Anche Nina cerca una sua liberta', una sua nuova identita', slegata dallo stereotipo che tutti , compresa se' stessa, hanno di lei. Come nel film di Fincher ci sono ferite fisiche oltre che psicologiche ma mentre in Fight Club ci si spaccava la faccia a pugni, in Black Swan ci sono misteriose malattie della pelle di origine nervosa che a volte sono solo allucinazioni. In entrambi i films due chiari messaggi sono: "non puoi demandare il potere decisionale sulla tua vita ad altri" e anche "ognuno ha diritto alla sua unicita' indipendente dalle proprie origini". Infine in entrambi i film le conseguenze dello sdoppiamento psicologico e della ricerca interiore sono reali e soprattutto irreparabili! Ma la differenza e' che nel film di Fincher  tutto era raccontato con ironia ed incredulita' mentre in "Black Swan" l'orrore della psicosi (anche se non viene mai nominata) e' tragico e reale, c'e' sangue, diventa quasi noioso alla fine.

Ci sono alcune cose non molto credibili nel film, del tipo che Nina non ha amici o amiche con cui confidarsi, a cui raccontare degli orribili incubi che ha. E poi l'assurdita' della malattia della pelle: perche' spendere tanti soldi in una crema coprente invece di andare da un dermatologo? E poi non metto in dubbio che Natalie Portman sia brava ma onestamente cercare di farla passare per una 19enne e' un po' azzardato anche perche' di anni ne ha quasi 30. Buffo che Nina critichi la madre dicendo che a 28 anni la sua carriera di danzatrice era terminata mentre in realta' lei e' gia' piu' che 29enne!

Trovo un po' snervante il volto della Portman, sempre contratto in una smorfia di dolore ma  che non riesce a comunicare passione o disperazione o paura o chi sa' il cazzo. A guardare il film ci si chiede se l'Oscar fosse per la "migliore faccia corrucciata"...?  Inoltre ho l'impressione che il regista volesse in realta' una copia della giovane Audrey Hepburn e la Portman non puo' essere un'altra attrice.
Vincent Cassel sa fare bene la sua parte di uomo maliardo e manipolatore. Non si capisce bene perche' citino Benjamin Millepied tra gli attori (non ha 1/2 primo piano...e' sempre ai lati dell'inquadratura), forse solo perche' e'  diventato il compagno della Portman. Brava invece Mila Kunis nel ruolo di Lily, e' simpatica nonostante la rivalita' con la protagonista (anzi, quasi tifiamo per lei). Una sorpresa per la serie "A volte ritornano" e' il cameo di Wynona Ryder nella parte della ballerina alla fine della carriera: col volto costantemente semicoperto e' una presenza inquietante, quasi come la bambina di "Ring". Insieme alla gia' citata Barbara Hershey (orribilmente sfigurata dal Botox), conferisce alle storie secondarie un sapore Aldrich-iano alla "Che fine ha fatto Baby Jane", che se ci si pensa fa gelare il sangue.

Una nota tecnica sulla eccellente scelta dei colori che dominano il film: sono freddi e pochissimi, molto chiari o incredibilmente cupi, rendono l'atmosfera claustrofobica. Il rosso appare solo sul palco della prima, il giallo arancio appare solo nella scena di seduzione tra Lily e Nina.

Ci sono o ci faccio?

Noi ci siamo davvero!
                                                          
Nel complesso Black Swan e' interessante, lascia in qualche modo un messaggio ma manca del mordente che ha fatto di Fight Club un film leggendario. Anche senza Oscar, Fight Club e' stato come una granata nel cervello, ha cambiato la vita di molte persone (compresa quella di chi scrive) con le sue illuminanti situazioni che rappresentano come in un  teatrino delle ombre cingalesi la nostra realta' di tutti i giorni. Black Swan tra qualche anno potrebbe essere ricordato come un grande film horror o come una soap-schizzoide da post adolescente frigida (la cui interprete tanto post adolescente non era), anche grazie al rumore provocato dall'Oscar. Staremo a vedere.

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