venerdì 1 marzo 2013

Tumefazioni

Il 14 febbraio, ricorderete, mentre andavo al lavoro caddi e la mia faccia finì contro un corrimano di ferro procurandomi un vistoso ematoma viola sull'occhio destro.
Tra domenica e lunedì una nuova botta s'è aggiunta, stavolta (e non è un caso) sull'occhio sinistro. Come altro definire il risultato delle elezioni?  Ci ho messo qualche giorno a riprendermi e trovare qualcosa da dire, e anche adesso penso di non essere in grado di fare un'analisi lucida e precisa, almeno dal mio parziale punto di vista.
Posso dirvi che non ero convintissima del mio voto perchè nessuno dei candidati aveva fatto battere il mio cuore con parole convincenti e programmi condivisibili al 100%(a parte uno in una minuscola lista presente alle regionali), ma se da una parte era impossibile che votassi per quello, era altrettanto improbabile che votassi per questo: forse perchè sono una personcina tranquilla che detesta la gente che urla, forse perchè dalla fine della prima Repubblica di insulti ne ho sentiti fin troppi (e troppe volte ho scoperto quanto parte dello spettacolo fossero), forse perchè a quarant'anni cerco di moderare la mia rabbia con un pensiero razionale, non me la sono sentita.

A parte la delusione di non aver imboccato nessuna strada, e la solidarietà umana per una persona (Bersani) che di errori politici ne ha fatti a carriolate ma è sempre parso comunque coerente e ha sempre cercato di mantenere il sangue freddo e non cedere alle lusinghe dei vaffanculo e delle promesse senza senso, a parte il dispiacere, ripeto, umano, di vederlo barcollare in una conferenza stampa nella quale a tratti sembrava volesse mettersi a piangere, sono disorientata.
Penso che in Grecia prima della catastrofe è successa la stessa cosa, elezioni che non hanno portato a nessun governo, nuove elezioni, voti agli estremisti ed ecatombe economica e sociale.
Poi medito che forse sono una vetero comunista attaccata ad un vecchio concetto di Stato e che forse non sono in grado di comprendere il cambiamento epocale, farei meglio a rilassarmi e stare a guardare, "abbracciare il cambiamento", come dicono i buddhisti.
Ma gli insulti non li sopporto, e penso che se giochi a Monopoli non puoi rifiutarti di tirare i dadi, se entri in un meccanismo, anche con l'idea di cambiare le regole, non puoi farlo senza prima conoscerle e rispettarle quelle regole, sennò tanto vale prendere i forconi e le torce e andare al castello del feudatario a dar fuoco a tutto. Avrebbe più senso.
Infine, Franco Battiato dice "Fidatevi, le cose stanno cambiando per il meglio" e mi tranquillizzo...ma anche no.


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