sabato 9 febbraio 2013

Quando muore un amore

Questa mattina sono andata, ob torto collo, ad una formazione sulla sicurezza. Non ci volevo andare perchè mi sembra tempo sprecato, perchè è sabato, e perchè è obbligatoria. Io odio le cose obbligatorie. Se non mi avessero detto che era obbligatoria l'avrei fatta ma senza questa rabbia che mi è montata dentro e mi ha fatto pure male allo stomaco. Quattro ore di vita buttate nel cesso. La cosa peggiore è che la risacca di questa rabbia ha scatenato un improvviso rigetto per il mio lavoro. Ero lì, stravaccata sulla sedia che osservavo con odio il "povero" formatore e pensavo che non ne posso più di questo lavoro, che ne ho piene le palle di tutte le cazzate di questi lavori sociali pagati noccioline che hanno un corollario di inutili "equipe", "supervisioni", "formazioni". Ne ho piene le balle delle coordinatrici che non sanno un cazzo di sordi e di assistenza alla comunicazione e di essere sempre accomunata con gli educatori, perchè io non sono un'educatrice, sono una cazzo di esperta in sordità. E sono nauseata di sentirmi dire cazzate su come proteggere sempre gli altri ed essere comprensiva con gli altri, quando io non vengo mai protetta e a me brava non lo dice mai nessuno nonostante lo sia e tanto. Siamo carne da macello, e io sono stufa, voglio avere delle opportunità, voglio essere soddisfatta, voglio essere tenuta in considerazione e non asfissiata con le cazzate.
Tutto questo andazzo mi avvelena e ha ormai reso un lavoro che amavo tanto, per il quale mi sono preparata e ho faticato, uno stagno maleodorante. E' forse giunto il momento di lasciare perdere, tutto quanto.

1 commento:

  1. Guarda, hai solo ragione, prendilo come uno stimolo a cambiare rotta. Io l'ho fatto, pur con problemi non me ne pento. Se penso di tornare al mio lavoro precedente mi vengono i brividi.

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