martedì 2 giugno 2009

"Il Divo"




Questo progetto di Paolo Sorrentino era rischioso come un bagno nelle sabbie mobili infestate di piranha: raccontare la storia di quello che per decenni è stato l'uomo più potente ed enigmatico d'Italia, passato indenne dalla nascita della costituzione fino all'avvento e consolidamento di quella classe politica da avanspettacolo che imperversa a Montecitorio oggigiorno. Un uomo che tutti sanno o sospettano aver fatto cose spaventose per conservare e gestire il potere per cinquant'anni, arrivato (senza varcarla)alla soglia del Quirinale dopo 7/8 governi (schiatta Silvio) e che fa da anello di congiunzione per tutti i misteri che hanno segnato la storia di questo paese.

Poteva venirne fuori un fogliettone che confermasse o smentisse i sospetti di tutti, una denuncia d'impunità, oppure un semplice film storico che ripercorresse la storia d'Italia attraverso quella del "Divo Giulio".
Niente di tutto questo però è successo.
Con un fedele e splendido (al solito) Toni Servillo ad impersonare Andreotti, Sorrentino ha prodotto una psichedelica e a tratti molto divertente biografia, in cui realtà storica, speculazione e fantasia trovano spazio.

Si tratta di un film serio ma non serioso, costruito per essere compreso e gradito anche da chi la storia dei governi italiani non la conosce, con un ritmo deciso e momenti di umorismo insospettati. Vi basti la prima immagine di Andreotti, sofferente di atroci emicranie con la testa trafitta a mò di Hellraiser da decine di aghi da agopuntura, o la scena in cui Giulio e la moglie si tengono per mano mentre alla TV Renato Zero canta "I migliori anni della nostra vita".
Rispettando il rigore dei fatti- dall'omicidio Pecorelli al maxiprocesso contro la mafia che vide il nostro Divo imputato- si cerca di capire quali possano essere i sentimenti e le convinzioni di un uomo evidentemente chiuso e solo, senza dare sostanzialmente giudizi plateali di condanna o assoluzione, ma provando a comprendere quale possa essere stato il motore che lo ha portato a condurre la sua vita come ha fatto.
Viene quasi il sospetto che come Manzoni con i Promessi Sposi, parlando di Andreotti Sorrentino volesse parlare di qualcun altro che oggi come oggi gestisce il potere in modo altrettanto rapace ma privo di una qualsivoglia (giusta o sbagliata) etica.

Se vi aspettate una lista di malefatte che vi faccia indignare (se c'è ancora qualcuno che ci riesce) o una qualche rivelazione storica, rimarrete delusi. Anzi, devo dire che a tratti l'ho pure trovato simpatico, il Giulio. "Il divo" non dà risposte di alcun genere; aiuta però a ricordare e a conoscere la nostra storia recente ed a confrontare (forse) un modo di fare politica che ormai non esiste più e che era contraddistinto nel bene e nel male da una serietà e da "valori" ormai impensabili.

Inutile dire che Toni Servillo è splendido ed inquietante nella sua interpretazione. Una menzione speciale al montaggio ed alle musiche splendidamente accoppiati.

2 commenti:

  1. si si, concordo su tutto quel che dici!
    ma come hai fatto a impaginare le foto cosi?!

    RispondiElimina
  2. Booooh??? Però è venuto bene! E la foto di Andreotti è fighissima!

    RispondiElimina