Ho appena concluso il mio primo anno scolastico come sostegno di un ragazzo sordo. Il mio compito non era solo fare da tramite tra allievo e professore come traduttrice ma anche l'adattare gli strumenti didattici alle necessità sensoriali del ragazzo.
Bene, il mio ragazzo è arrivato in questa scuola in una condizione abbastanza grave (in età adolescenziale non sapeva nè leggere nè scrivere, e aveva pochissime nozioni di matematica). Così ci siamo messi al lavoro. All'inizio è stato veramente durissimo ma poi le cose sono andate sempre meglio. Devo dire, la cosa più difficile è sempre far capire agli insegnanti quale sia la specificità della condizione dell'allievo: buoni o cattivi, disponibili o no, i professori sembrano non capire -nonostante le spiegazioni a voce, le relazioni, gli articoli che gli si fornisce- che un ragazzo pur di intelligenza normale, se sordo ha un sistema d'apprendimento diverso da quello degli udenti. Proprio non riescono a capirlo.
Tagliamo corto: arriva la fine dell'anno scolastico, il ragazzo viene promosso e tutti sembrano contenti. Ma io so una cosa.
Due settimane prima della conclusione delle lezioni c'è stata una festa e dovevano essere dati dei premi, completamente disgiunti dal rendimento scolastico. Sapevo che un premio sarebbe dovuto andare al ragazzo sordo, ma poi non è stato così. Dopo una breve indagine ho scoperto che in riunione, uno o più docenti ha votato contro, con la motivazione che lui è aiutato da me.
Aiutato? Non mi risulta che nessuno si sia mai preoccupato di quello che faceva lui, e tantomeno io. Non mi risulta che alcuno si sia preoccupato di imparare un segno, un solo segno della Lingua Italiana dei Segni(LIS), a volte neanche si rivolgevano direttamente a lui, passavano subito attraverso di me.
Nessuno, sono certa, ha letto una riga delle mie relazioni ed ha capito quanto lavoro sia stato svolto, nessuno. Pensano che io suggerisca le risposte ed aiuti in modo sleale l'allievo e non c'è niente di più falso. So benissimo che superare l'anno è molto più facile utilizzando il pietismo dei professori, che i propri sforzi intellettivi. Ricordo pure di essere andata di persona a lamentarmi da una professoressa che secondo me c'aveva messo troppo "buon cuore" nel mettere il voto ad un compito in classe.
Mi rendo conto che i disabili vivono ancora in un patetico limbo in cui sono costretti dal perbenismo e dalla scemenza dei cosiddetti normodotati. "Oh, poverino" pensano i prof, e giù coi 6 politici senza neanche guardare il compito, senza neanche considerare lo sforzo compiuto dall'allievo. E se fanno bene, bene davvero, allora non può essere merito loro, ma dell'insegnante di sostegno.
Non sono mai bravi. Possono essere i primi della classe, ma non lo saranno mai. Perchè "poverini", loro sono "disabili", diversi, da compatire, non da trattare come gli altri, non allievi degni di richieste sia didattiche che comportamentali. Non sono capaci. Ma qualcuno li osserva? Qualcuno si prende due minuti per capire che hanno una personalità, un carattere, doti, pregi e difetti? Poi, queste stesse persone vanno al cinema e piangono guardando "Il mio piede sinistro" o "Le chiavi di casa", ma questi film non gl'insegnano niente.
Questo atteggiamento va contro l'etica dell'insegnate, che deve formare l'allievo per permettergli un inserimento sereno nella vita da adulto. Trattati a questo modo, i ragazzi con una qualunque "disabilità" svilupperanno solo insicurezza e solitudine, non riusciranno facilmente ad acquisire autonomia e si sentiranno sempre, irrimediabilmente destinati ad una vita di sopravvivenza nonostante i loro talenti e le loro abilità.
Il mio ragazzo imparerà a leggere e scrivere, ma loro impareranno a non usare i "disabili" per la loro patetica coscienza e per sentirsi TANTO BUONI?
E mi chiedo, chi ha veramente bisogno di un'assistenza?
hai troppo ragione Frittella! si hai ragione, sono proprio dei cretini. Sono loro ad essere disabili, nel cervello!
RispondiEliminaE poi fanno un sacco di storie per la barbie sulla sedia a rotelle.
E' una situazione disgustosa, creso sia una stronzata tipica del perbenismo italiano, dei coglioni che vanno la domenica in chiesa e credono che fare l'elemosina faccia stare meglio tutti...mi vien da vomitare...