lunedì 15 marzo 2010

Steady as she goes




Ovvero, impressioni di una seconda visione di "Trainspotting" a distanza di circa 14 anni dalla sua uscita.
Favorita dagli sconti di un negozio Milanese, ho ceduto alla tentazione di acquistare il dvd del film di Danny Boyle tratto dal romanzo di Irvine Welsh. Quando lo andai a vedere al cinema, non ne rimasi particolarmente colpita. Alcune canzoni della colonna sonora erano molto belle, altre veramente bruttine. Dei personaggi non ce n'era uno che mi stesse fino in fondo simpatico e alcune scene mi avevano restituito una realtà scozzese (ma potremmo dire britannica tutta) dalle abitudini pateticamente squallide.
Eccoci dunque a seguire un gruppo di giovani scozzesi dediti all'uso di più o meno qualunque sostanza stupefacente, soprattutto eroina: come cercano di uscirne, come ci restano dentro, cosa fanno per procurarsi la roba eccetera eccetera, tutti meccanismi che ormai da anni ci sono familiari.
Quello che fa diversa la loro dipendenza da quella di Christiane F. e (soprattutto!) da quelle raccontate negli spettacoli perbenisti della comunità di San Patrignano è che loro si divertono.
Ogni tanto gli vengono dei sensi di colpa ed entrano in qualche programma di disintossicazione, ma la verità è che se la spassano alla grande, che finchè c'è ero(ina) c'è non solo speranza, ma anche spasso.
Le loro avventure sono innegabilmente divertenti e spaventose, reali e surreali. Renton, Spud, Sick Boy e tutti gli altri sono immorali e cialtroni e ci dicono qualcosa che nessuno riesce ad ammettere (ho incontrato una sola persona che abbia avuto il coraggio di dirlo a voce alta) e cioè che le droghe ti fanno stare bene. Almeno per un pò. Altrimenti, è logico che nessuno ci cascherebbe. Ti permettono di non scegliere ("Perchè dovrei?" chiede Renton nel monologo inziale), di tenerti fuori dalla deludente società. Una tentazione fortissima a cui cedono con tutte le loro forze. L'eroina risolve tutti i guai, attutisce qualunque dolore: invece di avere mille preoccupazioni, meglio averne una sola, trovare la roba. Perchè la roba non ti chiede di essere o di fare niente altro che quello che vuoi e perchè la vita di uno "regolare" non è poi così entusiasmante. Prendete Begby, detesta le droghe chimiche ma ama attaccar briga ed è di gran lunga il più violento e pericoloso del gruppo di "amici".
L'amoralità di questa combriccola ci permette di mantenerci svegli e valutare le cose per quello che sono. Da un punto di vista educativo ritengo che questo film sia molto più efficace di tante belle parole che si sprecano in televisione e nelle aule scolastiche, perchè allo spettatore non viene detto di non fare qualcosa, ma se lo vuol fare, le cose potrebbero andare così.
"Trainspotting" è comunque un film divertente e il tempo non l'ha fatto invecchiare, affatto.







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