martedì 13 aprile 2010

MATUSA!

Normalmente non ascolto i talk show televisivi. Una sera però m'è capitato di vederne uno (ora non saprei neanche dire quale), in cui Natalia Aspesi -titolare di una rubrica tipo "posta del cuore" sull'inserto del Venerdì di Repubblica- osservava come l'uomo Italiano sia ossessionato dall'idea di stare con una donna -o potremmo dire ragazzina- molto più giovane di lui. Per questo motivo diceva, molte scattanti e intelligenti e belle quarantenni single hanno difficoltà a trovare un compagno. Lì per lì c'ho fatto poco caso. In fondo, questo mito dell'uomo che si accoppia con una donna più giovane esiste da sempre, fa parte di quella cultura tribale che ancora esiste dentro la nostra società, anche se non lo ritengo positivo se assume toni Loliteschi, o d'incapacità di uno dei due di assumere un ruolo adulto (lui sempre bambino, lei in cerca di un padre), quando cioè sia l'espressione di una mancata autonomia e presa di coscienza di sè.

Quando però una persona che conosco è stata protagonista (per fortuna senza danni) di un approccio sfrontato da parte di un cinquantenne, e ripensando ad altri "uomini" sicuramente più giovani (sui 20, 25) che so se la spassano con ragazzine di 14-15 anni, ho cominciato a riflettere. Sappiamo tutti che la donna italiana è sottoposta a pressioni e richieste come nessun' altra in Europa (deve essere bella, magra, sempre giovane, deve lavorare, essere in carriera ma anche madre e moglie affettuosa, pulire, stirare, fare l'amore e far contento il marito dimostrando di godere, fingere di non vedere i tradimenti; tuttavia, l'intelligenza è una dote non richiesta), non riceve alcun sostegno dallo Stato (all'estero non è così), viene tutt'ora pagata meno dei colleghi maschi a parità di lavoro (e lavorando spesso meglio di loro).
A tutto questo, si è aggiunta recentemente l'autorizzazione non scritta ma universalmente accettata all'uomo di darsi da fare con donne giovanissime (rispetto a lui), infischiandosene di quel minimo di senso del pudore richiesto (potrebbe essere tua figlia). Il maschio italiano insomma (non tutti, intendiamoci!), confortato da trasmissioni rigurgitanti veline, dalle imprese di Briatore nonchè (e soprattutto?) del presidente del consiglio, si sente ormai una specie di cacciatore con il diritto divino di cacciare qualunque specie femminile. E chissenefrega se importuna una ragazzina di 30 anni più giovane di lui, è suo diritto, che cazzo!

E' ovvio che non tutti gli uomini sono così, ma l'andazzo non mi sembra confortante. La cultura presente del paese a volte è un inno alla pedofilia, tende a mortificare le donne oltre i 25 anni perchè non più acerbe e appetitose, ed a fare delle ragazzine dei piccoli robot del piacere (altrui) completamente ignare di esser inserite all'interno di una logica utilitaristica del sesso, una logica in cui il proprio corpo diventa una merce (a volte anche per far piacere ai genitori) usa e getta.

E' ora di darsi una regolata, tutti quanti. E forse la cosa auspicabile (visto che gli adulti si stanno dimostrando inetti) è che siano le ragazze ed i ragazzi a prendere coscienza di questa cosa e cominciare a rifiutare questi modelli degeneri.

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