domenica 7 novembre 2010

A serious man

Dopo l'inspiegabile ed incomprensibile "Burn after reading" i fratelli Cohen sono tornati loro stessi.
"A serious man" è un film sul destino di ognuno e su ciò che non riusciamo a prevedere e come affrontiamo l'imprevisto quando arriva a scompaginare la nostra vita.

La trama è quella che si può trovare in molte altre pellicole: l'esistenza ordinata e quasi sicura di un uomo qualunque (qui un professore universitario di fisica) viene improvvisamente capovolta da una serie di eventi imprevedibili fino a quel momento. La moglie lo lascia per un amico di famiglia, lui viene cacciato da casa insieme al fratello che viveva con lui e si trova a soggiornare in un motel. Il figlio più giovane, prossimo al Bar Mizvah, combina una serie di pasticci. La promozione che da tempo aspettava è messa in pericolo da una serie di lettere anonime che arrivano alla facoltà. Un allievo Coreano cerca di corromperlo. L'inquietante vicina di casa turba i suoi sogni.
Travolto da tutto questo e dai sentimenti scatenatisi, il novello Giobbe non sembra in grado di sopravvivere al disastro senza aiuto. Si rivolge dunque ad una serie di Rabbini che dispensano consigli incomprensibili (soprattutto se non siete ebrei) o del tutto inutili. Disperato, cercherà di essere ricevuto dal più saggio di tutti i Rabbini della città, che però rifiuterà di vederlo.

Sotto la superficie di una vicenda tragicomica  Joel ed Ethan s'inoltrano in argomenti tutt'altro che facili, quali il legame profondo, quasi mistico tra l'esistenza dei padri e quella dei figli, il destino di ogni uomo, come e se questo possa essere controllato, la visione della vita che abbiamo con i valori ai quali ci teniamo stretti in cerca di una stabilità e come questi vengano messi in dubbio e annullati dalle situazioni in cui realmente ci troviamo.
Ci mostrano che la sostanza delle cose è spesso diversa dall'apparenza, come le capacità di partenza non bastino a farsi strada e in persone dipendenti e incapaci si nascondano intelligenza e talento che qualcosa -la sfortuna o il destino, appunto- non hanno permesso di fiorire.
Di fronte alla vita sembra non ci siano vere soluzioni se non quella suggerita dal padre dello studente corruttore, "accettare il mistero".

Forse il pubblico estraneo alla cultura della comunità Ebraica Americana farà un pò fatica a cogliere tutte le sfumature, il carattere di alcuni personaggi (le storie apparentemente senza senso che i rabbini raccontano per dare soluzioni ai loro fedeli), l'umorismo paradossale con cui alcuni passaggi vengono trattati, ma gli amanti del cinema dei Cohen resteranno certamente soddisfatti da questo film quasi filosofico che contiene tutte le atmosfere, le visioni, il delirio di questi fantastici fratelli.

3 commenti:

  1. Bella recnsione! Ho sentito parlare di questo film e della "midlife crisis" che propone...finalmente non e' piu' un tabu' entrere in crisi...

    RispondiElimina
  2. ...e forse si vede anche la possibilita' di superarla, cambiati, migliorati :o)

    RispondiElimina
  3. chi lo sa...?Devi vedere il film per saperlo...Ma è un qualcosa di ancora più profondo secondo me...

    RispondiElimina