Venerdì scorso sono stata a teatro per ben due volte: la mattina con la classe nella quale lavoro come assistente alla comunicazione siamo andati all'auditorium Don Bosco a vedere uno "spettacolo" di San Patrignano...Spettacolo è virgolettato perchè lo stesso presentatore lo ha definito un FORMAT.
Il palco del teatro è pieno di valige di varie fogge, simbolo scontato del viaggio.Arriva questo presentatore e come quelli della tv americana fa lo spiritoso per accattivarsi il pubblico: battute sui prof, sugli allievi, ma tu stai dormendo, etc.etc. Poi tira fuori un giornale che dice di aver comprato quella mattina e dice che sui giornali non si parla quasi mai di droga (??????), subito dopo introduce il protagonista della storia che andrà a narrare, Alessandro. Le luci si spengono e inizia un breve filmato con montaggio superveloce che intuisco riguarda due genitori che disperati piangono per il figlio/a.
Attacca una base musicale e dalle quinte emerge cantando un bel ragazzo che sembra uscito da "Amici": palestrato, capello biondo e corto, occhio azzurro. E lui Alessandro ma (con la spontaneità di una poesia studiata a memoria alle elementari)preferirebbe essere chiamato Nico. OK, no problem, ti chiameremo come vuoi. Nico comincia a snocciolare la sua storia: un bravo ragazzo con un padre militare e una madre maniaca della pulizia che a 13 anni comincia a farsi le canne. Buio. Immagini proiettate sullo schermo e poi il presentatore attacca a raccontare quanto fanno male le canne. Quando Nico riprende il suo racconto ci eravamo scordati di lui...
Mi guardo a destra, mi guardo a sinistra, i ragazzi della classe dormono tutti.
Si va avanti per circa un'ora e mezza, sempre più o meno con quest'andazzo. Nico passa dalle canne all'ecstasy, da quello alla coca, dalla coca agli psicofarmaci e da quelli all'eroina fumata. Tra un pippone e l'altro si fa una cantatina e alla fine ricorda di essere ancora in comunità, dove è da 5 anni. Mi sembra di essere in una puntata dei Simpson in cui proiettano qualche film edicazionale nell'auditorium della scuola. Qualcuno si è risvegliato, mentre il ragazzo per il quale traduco in LIS mi dice di smetterla di segnare, si annoia a morte e vuole dormire anche lui.
Il finale è un montaggio di immagini di film al suono di "Wonderful World" fatta dai Ramones: sembriamo babbi ma sentite che musica ascoltiamo...
Mi chiedo, perchè non guardarsi (e magari leggersi) "Trainspotting"? E perchè non preparare i ragazzi con uno studio delle sostanze stupefacenti, invece di aspettarsi che ci pensi uno spettacolo del genere ad informarli?
La sera invece sono stata a vedere lo spettacolo "Jerk" di Gisèle Vienne, coreografa e regista Francese. E' l'abbastanza impressionante ricostruzione di alcuni omicidi perpetrati da un serial killer Americano negli anni 70. Impressionante anche per l'uso del teatro di figura: si tratta infatti di uno spettacolo di burattini e la durezza degli argomenti unita all'apparenza innocua dei pupazzi (e anche all'associazione mentale che molti fanno tra burattini e l'innocenza del mondo dell'infanzia)sono devastanti. Se volete leggere la recensione completa andate sul blog: www.heartofpuppet.blogspot.com
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