domenica 9 maggio 2010

Con le migliori intenzioni


Il Politically Correct è una delle piaghe del nostro presente, qualcosa che costringe a non dire mai chiaramente le cose come stanno in virtù di un rispetto per l'altro.
A livello di espressione personale (in politica, nel giornalismo etc.) fino ad ora s'è dimostrato inadatto, costringendo a volte a vere e proprie mutilazioni dei concetti, ad arrivare in modo astratto ad immagini reali.
Quello che però vi racconto è paradossale.
Due sere fa ero a lezione di Lingua dei Segni e l'insegnante (sorda) ha evidenziato come la dicitura "Italiano per non udenti" che compare sulle copertine dei dvd finisca per indicare nei sordi degli essere imperfetti. La normalità, sostiene, è sottintesa essere l'udente e la non normalità diventa il "non udente".
In effetti ha ragione, dal suo punto di vista. Potrà sembrare un questione marginale, ma per i sordi (e penso anche le altre categorie che rientrano nel gruppo dei "disabili" o "diversamente abili") diventa importante.
Infatti credo che il problema sia tutto nostro (udenti, vedenti ecc), che soffriamo di un pietismo cronico e non riusciamo a rapportarci in modo equilibrato con chi è diverso ma uguale a noi, quindi a chiamare le cose col loro nome e nel tentativo di essere delicati finiamo per offendere.

2 commenti:

  1. Guarda, in generale il discorso non fa una piega e hai ragione sul pietismo. In questo caso particolare pero' non capisco la questione: come vorrebbero essere chiamati? Se sordo non va bene, non udente non va bene...?
    Mi sbaglieor' ma in questo caso mi pare unza questione di lana caprina

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  2. Il punto è questo, gli udenti pensavano che SORDO fosse offensivo, ed hanno inventato "Non udente", ma la ragazza diceva "Sordo va benissimo!!!"

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