sabato 9 maggio 2009

I figli degli uomini- Children of men



Con il consueto ritardo mi avvicino ad un film di cui avevo tanto sentito parlare quando uscì nei cinema.
Ambientato in una fatiscente e spettrale Londra del futuro che assomiglia a Mostar o Dubrovnik (fatta salva la grandiosità urbanistica)è la storia di un mondo destinato a scomparire perchè la natalità umana è scesa a zero. Non nascono bambini e la scienza non sembra sapere perchè e come porvi rimedio. Inconsciamente spinti dalla disperazione gli esseri umani vivono in modo sempre più brutale, divisi tra molto ricchi e molto poveri. I primi sono in minoranza,terrorizzati dai secondi (che sono molti di più)ed in particolare dagli ultimi tra gli ultimi, gli stranieri. Si servono pertanto del governo -che definire reazionario è poco- per perseguitarli. Coloro che non sono Inglesi sono ricercati, ghettizzati, concentrati in grandi campi fuori dalla città.
Theo, un ex attivista per la pace viene coinvolto dalla sua ex moglie nel tentativo di portare una donna immigrata rimasta incinta su una nave dove forse grazie a lei alcuni scienziati dissidenti potranno scoprire la causa dell'infertilità umana.
Le cose non vanno come previsto e Theo si trova a fuggire sia dalla polizia che dal gruppo di attivisti antigovernativi di cui fa parte la ex moglie che vogliono usare il nascituro a scopo politico.

Prima di tutto il film di Alfonso Cuaron è incredibilmente affascinante. Non so se sia la fotografia (quasi un bianco e nero), la sceneggiatura o le scene molto lunghe, ma si viene immediatamente catturati da una storia tutto sommato molto semplice e che in mano a un altro avrebbe potuto facilmente diventare un filmone sparaspara. E' invece talmente credibile, sia come ambientazioni, come previsione di un futuro ahimè non così lontano, come sviluppo psicologico dei personaggi che si rimane incollati allo schermo. E' il futuro, ma potrebbe essere domani e per certi versi è già oggi.
Impossibile non cogliere, dato il momento storico in cui il film è stato realizzato, una critica all'atteggiamento occidentale post 11 settembre. Ma anche un grido d'allarme: le conseguenze delle nostre azioni potrebbero essere inaspettate ed estreme.

Clive Owen (che secondo me potrebbe essere un buon James Bond)è simpatico,ha gli occhi da cucciolone, ma mi è parso un pò inespressivo, almeno a livello facciale. E' comunque a suo agio nei panni di Theo e ci si affeziona a lui, alla sua disinteressata abnegazione priva della pomposa retorica degli eroi dei film d'azione Americani, al suo non chiedersi mai il perchè di niente e al suo passare attraverso le difficcoltà senza cercare spiegazioni.
Da segnalare invece il mitico Michael Caine, meraviglioso scienziato frikkettone

Un film godibilissimo che fa anche pensare...che volete di più?:-)

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