sabato 16 maggio 2009

Sergio Leone



Pubblico col permesso dell'autore ("C'era una Volta in IACine") questo pezzo che commemora Sergio Leone in occasione del ventennale della sua scomparsa. E' anche una buona scusa per piazzarci un'altra foto di Clint Eastwood...Enjoy!

Sergio Leone (Roma, 3 gennaio 1929 -- Roma, 30 aprile 1989)

"Guarda guarda chi si vede: il fumatore. Ti ricordi di me, amigo?... Ma
sì, El Paso."
"Il mondo è piccolo"
"Sì, e anche molto cattivo... Prova a accendere un altro fiammifero..."
"Abitualmente fumo dopo mangiato. Perché non torni tra dieci minuti?"
"Tra dieci minuti fumerai all'inferno. Alzati"

Questo scambio di battute tra Lee Van Cleef (Col. Mortimer) e Klaus
Kinski in "Per qualche dollaro in più" è solo uno dei tanti
memorabili
dialoghi presenti nei film di Sergio Leone, di cui oggi, 30 aprile,
ricorre il decimo anniversario della scomparsa.


"Al cuore Ramon, quando vuoi uccidere un uomo devi sparagli al
cuore!"
Il primo e più famoso teorema della filmografia leoniana ("Quando un
uomo con il fucile incontra uno con la pistola, quello con la pistola
è
un uomo morto") viene confutato nel finale di "Per un pugno di
dollari"
dall'eroe biondo, senza nome e senza passato (Clint Eastwood) che,
terminato il suo "compito", se ne va in groppa al suo mulo senza una
meta precisa.
E' l'inizio della leggenda e della fortuna che avvalsero a entrambi
(Leone e Eastwood), i quali si incontreranno anche nei due successivi
film per poi lasciarsi definitivamente, seguendo ognuno la propria
strada.


Ma la figura dell'eroe solitario, individualista e un po' anarchico
rimarrà una costante di tutta la produzione di Leone, attraverso i
personaggi di Armonica (Charles Bronson) e John (James Coburn) fino
ad
arrivare a quello più completo, il malinconico e perdente Noodles,
interpretato in maniera magistrale dal grande Bob De Niro.


Questo, come il tema dell'amicizia virile da una parte e la spietata
visualizzazione della violenza dall'altra, saranno gli elementi
cardine
del discorso cinematografico di Leone, ai quali bisogna aggiungere,
per
avere un minimo di completezza del quadro, il tocco ironico sempre
presente a vari livelli e spesso nelle situazioni più tragiche.


Ovviamente l'ironia, che la fa da padrona in tutta la trilogia del
dollaro, raggiungendo il suo apice ne "Il buono, il brutto, il
cattivo",
pian piano viene stemperata nella trilogia americana, quando il gioco
si
fa più serio, e arriva a toccare note molto amare nel dialogo finale
tra
Noodles e Max al termine di "C'era una volta in America":
"Un amico tradito non ha scelta. Deve sparare!"
"Vede senatore Bailey, in passato abbiamo ucciso per molti motivi, ma
il
suo caso non l'avremmo mai accettato"
"E' il tuo modo di vendicarti?"
"No, è solo il mio modo di vedere le cose."


Non è da meno, tuttavia, un altro grande scambio di battute alla fine
di
"C'era una volta il West" tra Armonica e Frank, sullo sfondo della
ferrovia che avanza inesorabilmente (il progresso) e che sta per
cancellare definitivamente le mitiche figure del vecchio e selvaggio
West:
"E così hai scoperto che non sei un uomo d'affari"
"Solo un uomo"
"Una razza vecchia, verranno altri Morton e la spazzeranno via"


Sono così tante le cose che emergono dalla visione dei suoi film, che
viene da chiedersi se Leone stesso fosse sempre stato pienamente
consapevole di tutti gli aspetti, le connessioni, i sentimenti e le
sensazioni che è riuscito a far scaturire, a provocare e a suscitare
con
le immagini, o se il tutto sia stato solo il frutto di una grande
abilità istintiva, di un talento naturale e innato che ha trovato
sfogo
in quel grande mezzo artistico che è il cinema.
Non lo so, forse è un po' dell'uno e un po' dell'altro. Poco importa
però, visti gli eclatanti risultati raggiunti.


Ci sarebbero, ovviamente, tanti altri aspetti da prendere in
considerazione, da quelli spettacolarmente tecnici, che vanno
dall'uso
particolare dello zoom agli stupefacenti dolly e piani sequenza (uno
su
tutti: l'arrivo di Jill alla stazione in "C'era una volta il West"),
al
montaggio (vedi il triello de "Il buono, il brutto, il cattivo"),
all'utilizzo della musica, che forse mai come nei film di Leone, ha
avuto un peso così determinante nella riuscita delle opere. Ma non
voglio tediare ulteriormente chi è arrivato a leggere fino a questa
riga, e soprattutto mi auguro, in futuro, di poter riuscire a
sviscerare
altri temi al riguardo.


Oggi, a conclusione di questo umile e modesto omaggio, voglio
ricordare
quella che per me resterà per sempre la più bella sequenza di tutti i
suoi film:
un uomo si rialza da terra, dopo che una cannonata l'ha fatto cadere
da
cavallo e si ritrova ai margini di un cimitero con le tombe disposte
in
cerchio. Parte un tema musicale inedito (e che verrà sfruttato solo
in
questa sequenza) e l'uomo inizia a correre tra le tombe. Alternando
campi lunghi a primi piani e a soggettive, in un crescendo musicale
sempre più alto, assistiamo per quattro minuti alla ricerca affannosa
dell'uomo che terminerà davanti alla croce con su scritto Arch
Stanton.
Protagonista, ovviamente, il grande Eli Wallach!


L'ultima immagine prima dei saluti va, invece, al fermo sul sorriso
di
Bob De Niro, l'ultimo fotogramma girato da Leone. Un sorriso
enigmatico,
che lascia lo spettatore nel dubbio se tutto quello che ha visto
nelle
quattro ore precedenti sia realmente accaduto o sia solo un sogno, il
frutto della fantasia di un consumatore di oppio.
Ma... ha forse un senso porsi questa domanda, quando tutto il cinema,
in
fondo, non è altro che un sogno...

Con immenso amore.

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