...e il suo nome e' Peppe Voltarelli!
Con incredibile ritardo recensisco il concerto di Peppe Voltarelli tenutosi a Berlino il 24 settembre, che ho visto col mio fidanzo Brötchen (ovviamente lo pseudonimo tedesco e' d'obbligo). Stavolta Peppe Voltarelli ha suonato in un locale Jazz chiamato B-flat, nella zona Mitte di Berlino. Sorvoliamo sul fatto che gli amici che ho invitato mi hanno paccata TUTTI, parliamo del B-flat: e' un localino tipicamente jazz, piccolo e a suo modo chic, con la particolarita' che deve essere stato una volta un negozio, perche' invece di essere totalmente chiuso, ha due enormi vetrine, attraverso cui la gente che passa per strada vede gli spettatori, e la schiena degli artisti. Questa caratteristica conferisce a ogni spettacolo un'aria vagamente surreale, coi tram che sfrecciano alle spalle dei musicisti, le facce stupite della gente che si ferma a guardare la scena, etc.
Questa volta, Voltarelli ha suonato su un vero palco con una band di tre elementi: Gianni Cerone (batteria), Italo Adriani (basso) e Alessandro Palmitessa (sax), un vero e proprio "Rat pack" alla Sinatra.
Devo dire fin da subito, che l'impatto e' stato per me e Brötchen molto diverso dal concerto precedente: mentre nell'appuntamento di giugno eravamo in uno spazio piccolo, neutro e c'erano solo Voltarelli e Gennaro de Rosa a reggere quasi due ore di spettacolo, questa volta l'impressione e' di qualcosa di piu' sofisticato, ricercato, come alcuni arrangiamenti proveranno.
Tra gli altri pezzi, ricordo il tango travolgente e minaccioso di "Distratto ma pero' ", a cui e' seguita una versione swing-western-be bop di "Gerofalicchio mio": un invito a ballare, ma purtroppo nessuno mi aiuta a spostare i tavolini.
Peppe parla al pubblico nel suo personale melange poliglotta di inglese, italiano, calabrese e tedesco, e subito conquista i tedeschi e le tedesche presenti nel pubblico: ridacchiano soddisfatti e chiedono traduzioni agli amici italiani.
Ci esaltiamo tutti per "Il paese dei Ciucci", con tanto di pantomima voltarelliana, e il pubblico partecipa gioioso al coro di "i-hoooo, i-hooooooooooo!" richiesto da Peppe.
Non manca il classico della pomiciata anni 60' "Quando calienta el sol" (di Tony Vilar, un cantante calabrese, a cui Voltarelli ha dedicato un documentario on the road "La vera leggenda di Tony Vilar"), ma e' con "Onda calabra"che si sparge il delirio in sala, e io ho una delle mie celebri visioni alla Giovanna d'Arco, vedo tutto chiaramente: Peppe Voltarelli e' il Bruce Springsteen Calabrese! Si, sara' anche un locale Jazz ma tutti han voglia adesso di alzare il pugnetto per aria e urlare a squarciagola"und die Kleine und die spielen und die Arbeit"!
Segue il classico "Tittitiritittitirititittiritiri", che scivola nel consueto omaggio alle musiche dei film di Sergio Leone. Dopo la pausa, il medley che entusiasma le posse romane presenti: Chitarra romana e Tanto pe' canta' . Intanto un'anarchia surreale pervade il B-flat: un gruppo di ragazzi fuori dalle vetrine salutano e fanno di tutto per distrarre i musicisti, mentre Voltarelli ci fa applaudire un ipotetico pianista che siede al piano nel mezzo del palco, in strada brillano i fari delle auto che fan manovra e abbagliano il pubblico, un passante dall'aria quanto totalmente confusa, fissa la scena, cercando di dare un senso al tutto.
Seguono "Leggeroleggeroleggero" e la tammurriata "Raggia" ( qui veramente e' stato difficile trattenersi dal ballare sui tavoli).
L'unico bis (o Zugabe) e', purtroppo, Bartali di Conte: intendiamoci, mi piace Conte, ma una canzone di Voltarelli sarebbe stata meglio, o perlomeno una canzone di Modugno (devo dire che mi e' mancata "Malarazza"). Voltarelli e i suoi ringraziano e abbracciano ancora una volta il pianista invisibile per il suo supporto. Infine, come uno scherzo della luce, Peppe improvvisa una cover di Modugno, in stile Modugno, ma quando vede che la band sgattaiola via si intimidisce e se la batte.
Insomma, bel concerto, bravo Peppe brava la band, brava Ilaria di Bocconcini.net che ha organizzato tutto. E' stato un bel biglietto da visita per coloro che non conoscono ancora Peppe Voltarelli. Peccato pero' il tempo limitato e la scaletta quasi identica a quella di giugno.
Vorrei aggiungere una riflessione mia e di Brötchen: abbiamo la sensazione che Voltarelli non abbia bisogno di luoghi sofisticati e arrangiamenti elaborati perche' stanno stretti all'esuberanza della sua musica energetica e diretta. Brötchen sostiene addirittura che Beppe non necessiti che di se' stesso e una chitarra, al massimo un altro musicista (a scelta).
Aspettiamo il sciur Voltarelli l'anno prossimo, di ritorno dalla sua tournee' Americana con nuove canzoni dal suo nuovo album. Spero che la prossima volta ci sia spazio per ballare come tarantolati. E dato che ci sono stati omaggi a mezza italia, spero in un medley "Polenta taragna" con "Oh mia bela madunina/Vecchio scarpone/Sul ponte di bassano".
Enjoy America Peppe, viel Glück!
Grazie a Ilaria di Bocconcini.net per le notizie, il permesso di fare le foto e i link con alcuni momenti del concerto!!
http://www.youtube.com/watch?
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