Surreali, esilaranti, bravissimi! I Leningrad Cowboys non hanno tradito le aspettative. L'ormai storica band finlandese immortalata da Aki Kaurismaki in tre film e molti video è arrivata all' Astra di Friedrichshain a Berlino (un piccolo locale dietro casa di Ciambella!) con uno spettacolo divertententissimo e pieno di energia. La sala non è molto grande e il palco piuttosto minuto, soprattutto ricordando quello del Total Balalaika Show. Ma questo giro il coro dell'Armata Rossa non c'è. Ci sono però due "mega"schermi di televisori molto vecchi e due grossi scheletri come scenografia (il loro ultimo album si chiama "Patria o Muerte",d'ispirazione messicana).
Aprono lo show due coriste ballerine tuttofare che improvvisano una danza tzigana in playback su due violini; mentre suonano entra la band, che comprende tre chitarristi, una sezione di fiati e ovviamente un fisarmonicista, tutti forniti di ciuffi, occhiali da sole e scarpe dalla punta spropositata.
Attaccano immediatamente con "Back in the USSR" dei Beatles, creando immediato entusiasmo. Subito dopo "Fight for your right(to party)" dei Beastie Boys incrociata con "Enter Sandman" dei Metallica infiamma ulteriormente il pubblico. Si capisce che non si tratterà di una serata di lenti e balli del mattone. L'enorme cantante biondo (ha un'invidiabile, lunghissima chioma) si rifugia nel retro ed al suo posto ricompare Elvis Leningrad, che altri non è se non il suonatore di trombone. Canta una "Viva Las Vegas"in versione Brasiliana. Subito dopo rientra il cantante "ufficiale" e riprende una raffica di successi per lo più in versione heavy metal. Molto bella "Perfect day" e grandissima "Ring of fire", dedicata a Johnny Cash in una specie di girandola country, metal, balcanica. I Leningrad sono grandiosi strumentisti e per loro è veramente uno scherzo cambiare arrangiamento in continuazione. Non sbagliano una nota, sono veramente infallibili. In ogni cover ne mettono tre o quattro, non risparmiando alcun genere musicale, dal punk al surf, al pop anni 80', a riprova della loro straordinaria abilità.
La loro messinscena è terribilmente ironica: proiettano immagini di filmati della Russia comunista mentre cantano i grandi successi del rock americano, deridono l'occidente che ha demonizzato il comunismo e il comunismo stesso facendosi beffe della guerra fredda e dei blocchi contrapposti. Mentre fuori Berlino celebra la riunificazione a senso unico, il gruppo Finlandese si prende gioco di tutto e di tutti.
Quando sul palco compare l'uomo aragosta (uno dei chitarristi) sappiamo di essere ormai in una dimensione parallela, di esclusiva proprietà dei Leningrad. L'uomo aragosta canta una canzone in Giapponese e poi lascia il microfono alle due coriste, che nel frattempo si sono cambiate credo per la terza volta e ci cantano e fanno ballare la "Ketchup song". E poi ancora, una delle mie canzoni preferite, "Delilah" che cantò Tom Jones e "Sweet home Alabama". Grandi grandi grandi.
Si salta, si canta, si strilla, sono esaltata!!! Sono talmente fuori di me dall'entusiasmo che non mi accorgo della freddezza di parte del pubblico, forse un pò troppo intellettuale e in là con l'età per scatenarsi. Me ne informerà mio cognato Brotchen, visibilmente infastidito da tanta flemma.
Peccato che il concerto duri veramente poco, un'ora e mezza intensissima, ma terribilmente breve. I bis sono due, interminabili e goduti al massimo: il primo è una canzone che purtroppo non ho riconosciuto in versione heavy, e il secondo è "Those were the days".
E' divertente e liberatorio, qualunque sia il vostro gusto i Leningrad possono soddisfarvi con la loro bravura e dimostrarvi che si può suonare bene e fare spettacolo; e sono ironici, una vera manna in questi tempi grami in cui la gente (rockstar ma non solo), soprattutto da noi, si prende tanto sul serio.
Se penso all'Italia mi sembra impossibile che possano venirci in concerto. Soprattutto di questi tempi nessuno capirebbe la loro comicità e magari sarebbero pure censurati.
Meno male che in Germania suonano spesso. Appena possibile voglio rivederli perchè mi sono piaciuti da matti e se avete l'occasione, andateci anche voi!
Vi segnalo il loro sito, dove tra l'altro potete ordinare i dischi (che pare non siano in vendita nei negozi) http://www.leningradcowboys.fi/
Si si, grandisssssimi!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
RispondiEliminaPero' Friedrichshain si scrive senza e finale ;o)))
correggilo, hai l'accesso come me...
RispondiEliminaFatto :o)
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