giovedì 12 agosto 2010

Come eravamo

Per una con la vocazione della millenarista come me la tecnologia è spesso una noia. Viva il computer, viva wi fi ed internet, ma non c'è bisogno di Ipad, Iphone e di telefoni cellulari supersofisticati, nè tantomeno di tenerli sempre accesi, schermi ultrapiatti e cose di molta apparenza e poca sostanza ed utilità.
Però bisogna ammettere che la tecnologia ha cambiato il mondo degli spettatori di concerti.

Quando ero pischella ai concerti non di potevano portare macchine fotografiche nè registratori. Uno sfrigolante mercato di bootleg clandestini (quanto non si sa) si diffondeva, ci si scambiavano cassette, c'era un posto dove tutte le domeniche c'era una bancarella che vendeva registrazioni. Alcuni negozi di musica indipendente (ora purtroppo quasi non ce ne sono più) le vendevano e a volte avevano anche materiale che veniva dal Giappone!!! Addirittura c'era una vetrina di un fotografo che esponeva immagini riprese ai concerti milanesi, immagini che per i costi e la bellezza (non erano sfocate o mosse) diventavano regali per amici e parenti coetanei.
Per non parlare delle riviste come "Ciao 2001", "Cioè" eccetera che per vendere pubblicavano articoletti sul colore dei calzini di una star infarciti di fotografie dell'idolo stesso. E noi bambocci a comprarle ed a scambiarci gli articoli, io ti dò un Simon Le Bon se tu mi dai un Talk Talk eccetera.

A pensarci mi viene da ridere. A partire dall'introduzione delle macchine fotografiche nei cellulari questo mercato costruito sulle nostre viscerali passioni di adolescenti è andato sgretolandosi. I telefoni hanno dato la prima spallata, poi le macchine fotografiche elettroniche (sempre più piccole), le video camere da nascondere sotto un'ascella, gli mp3 players che registrano anche l'audio. E poi Youtube ha dato la botta finale, permettendoci lo scambio di files da tutto il mondo senza guadagno, per il solo gusto di condividere le emozioni provate con tutti. AHAHAHAH! Mi faccio una risata tonante, sono contenta, sono contentissima perchè prima di tutto è caduto un divieto stupido (prova a beccare qualcuno in mezzo alla folla che riprende col telefono cellulare..) e poi perchè ci siamo liberati di una struttura che legava il godimento postumo ed il ricordo dei concerti, nonchè la condivisione con gli amici ad un giro di denaro.
Ora possiamo vedere tutte le foto che vogliamo e ascoltare parti di concerti o concerti interi gratuitamente, con una qualità non sempre ottima, ma se qualcuno si ricorda anche i bootleg erano un terno al lotto, potevi pagarli una fortuna e quando te ne tornavi a casa e li ascoltavi scoprivi che in pratica non si sentiva niente a causa dei fruscii o del tizio accanto al registratore che si sgolava dietro al cantante.
Certo, le major non ne hanno pagato il prezzo ma almeno adesso non lo paghiamo neanche noi.

Non sempre il passato è meglio del presente.

3 commenti:

  1. hai ragione, e' bello vedere come le cose sono cambiate. Nonostante tutto pero', chi ne fa le spese sono gli artisti, perche' non riescono piu' a vendere abbastanza cds. CHi purtroppo non ne fa le spese sono i discografici...

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  2. Ma sai, coi bootleg non li vendevano comunque gli artisti...e poi basterebbe farli pagare meno i cd, costano troppo! Poi è normale che uno si rovini scaricando mp3 (che rimane inferiore come qualità al cd, per non parlare del vinile)se vuol continuare ad ascoltare musica...

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