lunedì 2 agosto 2010

Sas Sebadas, mangiati vivi!

Un cane? Uno sciacallo? Un lupo?
Domenica. Peggio di sabato per le spiagge. E poi IO voglio camminare. Anzi, voglio fare trekking. Allora che si fa? Si va a Villacidro dove pare ci sia uno splendido bosco con tanto di cascate. Uao.
Col solito tempismo partiamo alle 10 del mattino e considerando che per arrivare a Villacidro ci vogliono circa due ore, il conto è presto fatto.
Dopo un'infinito sterrato che parte a poco più venti minuti dal centro abitato, molliamo la macchina, non ne possiamo più di star seduti. Ci mettiamo gli scarponi e partiamo.
Ma non sappiamo che la strada praticabile in automobile è ancora parecchia e che i locali sono usi venire qui a fare la gitarella domenicale. Veniamo impunemente sorpassati da alcune macchine che ci sbeffeggiano coprendoci di polvere. Una di queste, carica di giovinastri casinisti si ferma al limitare del bosco e scarica vettovaglie. Ma non abbassa l'orrido volume della musica tecno, che fa rimbombare (letteralmente) i luoghi vicini.
Noi, intrepidi esploratori, proseguiamo nel nostro cammino alla ricerca del sentiero n.109 o 113 per le cascate. Non troviamo indicazione alcuna e andiamo avanti per circa un'ora a camminare seguendo il sentiero. Maaaaa un pericolo è in agguato! I TAFANI ci attaccano! Cattivissimi, coriacei e indistruttibili, se la prendono soprattutto con Speck (sarà l'affumicato che piace?) ed io continuo a segnalargli quale polpaccetto gli stanno rosicchiando.

Comunque le cascate non si trovano. Stiamo quasi per tornare indietro quando Speck, guidato dal suo fiuto di esploratore trova una radura e un ponte sgangherato (che probabilmente non è mai stato in grado di reggere il peso di un procione) che dovrebbe portare dall'altra parte del fiume fino allora seguito.
Eccolo! E' il ponte di cui parlava la guida! Meno male che d'estate i fiumi Sardi diventano dei rigagnoli, così possiamo passare dall'altra parte e trovare finalmente il segnale della strada 109.
Speck si è perfino rassegnato alla presenza dei tafani, che si fanno portare a spasso saldamente attaccati ai suoi pantaloncini.
Da lì proseguiamo per una buona mezz'ora incontrando un luogo dove il fiumetto forma una specie di stagno, e ci arrampichiamo ancora. In una stradina secondaria troviamo il teschio di una creatura non meglio identificata che fa molto far west. Comunque, alla fine la cascata non la troviamo, o meglio, troviamo il punto in cui in primavera probabilmente c'è la cascata, ma dove all'inizio di agosto c'è solo roccia.
E' ora di tornare indietro e di mangiare qualcosa in una tranquillissima area da picnic. Diamo botte ai tafani, che sembrano non volerci proprio abbandonare. Speck ne prende in mano uno e cerca inutilmente di stritolarlo con le dita. Quello se la fila in volo.
Io che sembravo immune ai loro morsi, quando mi tolgo lo zaino scopro che semplicemente ho la schiena più appetitosa delle gambe.
E poi capisco che è vero quello che diceva Speck, col caldo secco non ti accorgi di sudare e a momenti muori disidratato: infatti mi guardo la maglietta e scopro che è zuppa di sudore, ma io mi sentivo quasi fresca!

Il bosco è bellissimo, ma c'è da dire che nonostante ci sia una gigantesca struttura della guardia forestale all'inizio della strada, nessuno si è preoccupato di indicare chiaramente e rendere agibili i percorsi a piedi. Nella bacheca all'entrata c'è appesa solo una mappa sbiadita della zona dove non è nemmeno indicato il "voi siete qui". Non c'è neanche un cestino per i rifiuti ma ci sono decine di cartelli che vietano l'abbandono e l'accensione di fuochi. E si trovano tracce di fuochi accesi per arrostire le salsicce.
Diciamo che se vi piace un trekking un pò primordiale e non avete paura di perdervi, beh, questa zona fa per voi....

2 commenti:

  1. Ma siete due sfigati! mai sentito parlare dei repellenti per insetti? Cioe', dovete venire in vacanza con me e Brötchen! vi insegnamo noi come combattere contro le bestiolacce!

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  2. AHAH! Il repellente l'abbiamo comprato appena arrivati ma ce lo siamo dimenticati a casa

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