giovedì 2 settembre 2010

Country Frittella (1)

Dovete sapere che qualche mese fa Speck ha comprato una casa dalle parti di Caorle. In mezzo ai campi, abbastanza isolata con la vista su un fiumetto che passa vicinissimo alla porta d'entrata. Pare che l'antico proprietario dei luoghi -tal barone Franchetti- fosse amico di Hemingway, il quale amava venire a scroccare ospitalità. Dopo qualche tribolazione siamo finalmente riusciti ad arredarla e due settimane fa siamo partiti  per la prima vera villeggiatura nella casa di campagna. Questo è pressapoco tutto quello che è successo.

18/8
Il viaggio è stato tremendo. Me l'ero aspettato brutto, ma così brutto no.
Infatti, in previsione di una smacchinata di tre ore abbiamo cercato d'intontire Lena coi croccantini calmanti (crocchi rinco) e una pastiglietta calmante. Speravamo che avremmo ottenuto una gatta psichedelica e ronfosa. L'unico risultato è stato quello di non sentirla miagolare mentre la mettevamo nella gabbietta. Il resto purtroppo è stato il consueto, interminabile concerto di miagolii modulati dal terrorizzato al rabbioso. Lena in quanto ad energia polmonare rivaleggia con lo Springsteen degli anni 80, potrebbe tenergli testa per un concerto a San Siro. A parte l'orrendo baccano, la cacca e la preoccupazione, la piccola, dolce Lena ha perso veramente la testa diventando violenta: al colmo della rabbia allungava le zampette fuori dalla grata cercando di brancarmi con i suoi amabili artigli.

Rincoglioniti, stanchi, sudati, sporchi di merda e pieni di pelo felino, siamo arrivati alla nostra casetta...Lena era disperata e noi pure. Lasciatala libera ci siamo concentrati sullo scarico delle carabattole stipate nella macchina, piatti, bicchieri, tazze etc. Dopo un po' di pulizie siamo schizzati alla Coop di San Donà di Piave per fare un po' di spesa, ma non troppa visto che ancora non abbiamo il frigorifero e portarci a casa cibi freschi significa utilizzarli subito.
Alla fine siamo andati a cena in un ristorante vicino a casa. Mentre aspettavamo il menù mi sono ricordata che a pranzo non avevo mangiato. Ho dunque ordinato un piatto di cozze extra, finendo con l'esagerare. Il prosecco locale ha fatto il resto e per le 23 io e Speck eravamo già a letto, con Lena ancora intontita dallo spavento e gli occhi congestionati raggomitolata in fondo al letto.

 19/8
Non è stata comunque una nottata di riposo. Il materasso nuovo che Speck reputa troppo duro (balle), l'agitazione, troppo prosecco, i pensieri, non so cos'è stato, ma verso le 5 mi sono svegliata e non sono stata in grado di riaddormentarmi per un pezzo. Così quando alle nove mi sono costretta ad alzarmi ero pressapoco cadaverica come quando mi sono coricata.
La mattinata sapevamo sarebbe stata devoluta all'acquisizione di suppellettili varie per rendere meno scomoda e più casalinga la nostra magione. In effetti al momento siamo dei baraccati di lusso, abbiamo a disposizione tre bagni ma neanche un portasapone né un porta salviette; la cucina è magnifica ma non possiamo tenere un uovo in casa perchè non abbiamo il frigorifero e nemmeno ganci a cui appendere le presine per non scottarsi le mani.

Non  potendo farci manco la colazione (non avevamo il bollilatte) siamo andati ad un bar al paese vicino, dove una ragazza dall'aria stressata ci ha servito svogliatamente. Le brioches scongelate erano lì da un po', ma tutto sommato commestibili. Mentre masticavo cercavo di farmi un'idea dell'anno di costruzione di quel posto. Sono giunta alla conclusione che probabilmente si trattava degli anni 80: muri arancione, sedie postmoderne da quattro soldi in ferro tinto di nero, un bancone dark, angoletti per le slot machines. Un sacco di vetrocemento. Tutto nel medio squallore dei luoghi di villeggiatura di massa. Dietro al bancone su una colonna vedo un cartello “Nel dubbio mena. Ordine e disciplina”. Minaccioso. Pagando mi sono resa conto: dietro la cassa campeggiava una massima di Mussolini e bustine di zucchero che riportano slogan fascisti erano appese sotto, assicurate con un punto di spillatrice. Oh oh...

Ci siamo tuffati in un mega centro commerciale dove si trova di tutto, dai  transatlantici alle spille da balia. Abbiamo coscienziosamente scelto una lavatrice, un frigorifero, un televisore (piccolo), un mobile per mettercelo, degli specchi e qualche mobiletto per il bagno. Stavamo scegliendo una lampadina da lettura per Speck quando l'altoparlante del negozio ha annunciato la chiusura pomeridiana. Siamo rimasti di stucco. Milanesi abituati all'orario continuato dal lunedì alla domenica, non ci aspettavamo proprio che un negozio di quelle dimensioni potesse chiudere per pranzo come un qualunque fruttivendolo.

Nel pomeriggio mi sono data alla pulitura dei piatti e dei bicchieri che abbiamo portato da casa. Lavare e rassettare in una cucina nuova, in una casa nuova dà una certa gaudenza. Mi sentivo come Barbie nella sua cucina rosa (la nostra è gialla, stile vagamente country) a sciacquare piatti e sostanzialmente pulire sul pulito. Gratificante per una pigra come me. E poi improvvisamente mi sono resa conto del silenzio e dello spazio che mi circondavano. A Milano in confronto vivo in un cubicolo (anche se si tratta di un bilocale). Ma solo quando ti trovi in uno spazio decente ti rendi conto di quanto siano alienanti le metrature della città.

In campagna, almeno in questa campagna, abbondano l'umidità e di conseguenza LE ZANZARE. A qualsiasi ora del giorno e della notte sono lì, appostate in attesa di una succulenta preda da spolpare. Sospettandolo avevo già intimato a Speck di far mettere le zanzariere ed ho fatto bene, anche se non capiamo come mai, sembrano insufficienti a tenere le orde barbariche fuori casa. In due giorni le mie gambe già martoriate da cadute varie si sono ricoperte di bolle pruriginose e Speck ha un pollice che sembra sia stato martellato.
Stiamo provando un po' di tutto, dalle candele di citronella, allo spray alla citronella con il quale ci irroriamo gambe e braccia, all'Autan che però ha un odore decisamente meno gradevole. In preda ad una mezza disperazione ho comprato addirittura il fornelletto a piastrine, una cosa che non amo (è chimico), ma alla quale sono stata costretta dalle circostanze. Ieri ho attaccato l'aggeggio alla spina e ho chiuso le finestre riparando con Speck e Lena al piano di sopra. Le ho stecchite. Poi ci siamo spostati al piano di sopra ed ho finito la strage. Vorrei che fosse chiaro che detesto usare questi sistemi e normalmente offro in sacrificio le mie gambe in modo che le zanzare si distraggano e non mi vengano a ronzare nelle orecchie. Purtroppo il troppo stroppia...Ci sono stata costretta.

20/21

All'entrata del nostro vialetto c'è un alberello, non troppo bello, di una specie che viene usata spesso perchè cresce velocemente e produce un'enorme quantità di grossi fiori lillà. Frank dice che sembra Cinese. Il tronco è ovviamente rigido, ma i rami, che si dispongono come i tentacoli della pettinatura di Telespalla Bob, sono mollicci e sotto il peso dei fiori e dei boccioli, che assomigliano a dei grossi bozzoli di farfalla, si piegano e ti arrivano in testa. La pianta attira una quantità di vespe. Peggio di tutto, i bozzoli cadono a dozzine senza nemmeno schiudersi, ingombrando e sporcando il vialetto.

Speck ama che il suo vialetto sia lindo e praticabile, così ieri, preso dall'entusiasmo per le nuove cesoie, dopo aver potato la siepe (con notevole sprezzo del pericolo, visto che le zanzare si sono buttate su di lui a frotte) ha tagliato i rami spendorlenti del brutto alberello. Poi ha scopato via tutti i cadaveri e li ha messi in un sacco della spazzatura.
Il tempo di riporre il sacchetto e l'alberello quasi per vendetta aveva già mollato una nuova gragnuola di boccioli sul vialetto.
(to be continued)

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