domenica 24 luglio 2011

Sa Sebadas: Sardegna e nuvole

Ieri finalmente siamo riusciti a fare il primo bagno. In una spiaggia incredibilmente vuota per essere sabato, io e Speck siamo arrivati, bianchi come due weisswurst, con zainetti e cappello di paglia. Da qualche giorno spira un piacevole maestrale che unito alle nubi che di tanto in tanto oscurano il sole rende più sopportabile il caldo ma tiene lontani i fanatici, quelli che in spiaggia arrivano alle 10 (meglio mezzogiorno che è più caldo) e restano ad arrostire leggendo un giallo di 1450 pagine comprato in edicola o a chiacchierare al telefonino, scofanando panini, pasta al forno e peperonata.
La Grotta di San Giovanni
Comunque, dopo un pò, vento o non vento ha cominciato a fare troppo caldo, così ho preso la via dell'acqua, sguazzando con le mie solite tecniche, due bracciate di rana, due di stile libero, due di dorso, un pò di morto a galla...Nessuna esibizione atletica, insomma. Rientrata alla base (leggi la stuoia di paglia), Speck ha pensato di avvicinarsi lui stesso ai flutti. Dopo qualche incoraggiamento sono riuscita a convincerlo a trasformare il prolungato pediluvio in una decente immersione in acqua. Cinque minuti, non di più, ma almeno s'è immerso fino alle spalle.

Oggi, vista la persistenza del vento ce ne siamo andati alla Grotta di San Giovanni, vicino ad Iglesias. Si tratta di una grotta gigantesca attraverso la quale era addirittura possibile passare con la macchina, anni fa. Oggi è rimasta la strada ma ci passano solo pedoni e ciclisti. E' una passeggiata di mezz'ora nel cuore della montagna, facile facile ma suggestiva, che sbuca dall'altra parte in un bosco.
Qui sotto potrebbe esserci un villaggio nuragico!

Il Nuraghe dimenticato
Dopo la gitarella ci siamo fermati al ristorante vicino all'entrata della caverna, dove abbiamo ripetuto l'approvvigionamento di Sebadas.
Poco lontano abbiamo visitato il Nuraghe Sa Domu s'Orco. Benchè recintato e ricordato da cartelli (incredibilmente abbondanti in questa zona) e guide, di fatto non è mai stato scavato e  di fatto non c'è molto da vedere. L'area è completamente abbandonata (sembra di poter veder arrivare Clint Eastwood a cavallo del suo mulo da un momento all'altro) e siamo entrati da un buco fatto nella recinzione da qualche bulldozer o grosso camion. Ci si sente un pò immersi in un'atmosfera ottocentesca, quando l'archeologia interessava a pochi nobili fessi ricchi e non era considerata una risorsa economica per il territorio. Mboh, forse è meglio così.

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