martedì 26 luglio 2011

Sa Sebadas: Fischia il vento

Il perdurare (per altro gradito) del maestrale ci ha costretti a rinunciare alla spiaggia anche oggi. Così siamo partiti per l'ennesimo viaggio culturale, destinazione Tharros, penisola vicino ad Oristano che ci abbiamo messo quasi quattro ore a raggiungere. Mi sembra di passare un mucchio di tempo in macchina ultimamente, ma d'altronde se non vuoi star fermo in casa devi per forza prendere l'auto; poi,  anche distanze non rilevanti qui diventano abbastanza problematiche. Strano, perchè di strade ce ne sono un mucchio e di nuove ne stanno costruendo. Oggi ne abbiamo addirittura scoperta una che non è segnata sulla nostra mappa, un innesto su un'altra strada che abbiamo preso per errore (non manchiamo mai di sbagliare qualcosa).
Durante il viaggio si alternavano sole e nuvoloni, questi ultimi sballottati nell'aere come la nostra macchina sulla strada.
All'una siamo arrivati nella zona di Oristano, dove si trova una serie di stagni o lagune in cui vivono i fenicotteri rosa. Non ci siamo fermati però, schizzando dritti verso Tharros.
Nei ricordi di Speck (che ci sarà stato più di vent'anni fa, beato lui), l'area era totalmente incontaminata, mentre ora c'è una lunga passeggiata sul promontorio che porta a Tharros, ai lati del quale si stendono ventosissime e bellissime spiagge. La più scoperta era praticamente vuota, se si se eccettuano un paio di surfisti, mentre la più interna era sufficientemente presa d'assalto.

Schiaffeggiati dal vento siamo arrivati alla biglietteria, che una volta non c'era ("Ho parcheggiato qui l'altra volta!") e un signore molto gentile e loquace ci ha fatto i biglietti. Quando abbiamo rifiutato la visita guidata (perchè iniziava mezz'ora dopo), vedendo Speck col suo look composto di capi d'abbigliamento di surplus militare tedesco e lo zaino in spalla ci ha chiesto:
"Siete del ramo?"
"Sono già stato qui un sacco di volte..."
Iniziamo la visita, sempre rampognati dall'aria molto corrente.
Tharros è nata come città punica costruita su un insediamento nuragico abbandonato e successivamente divenne romana. Anche se  ne è stata scavata una bella porzione, tutto fa pensare che ci sarebbe ancora un bel pò di roba da scoprire. Una cosa che non avevo mai visto è il sistema delle fogne ancora perfettamente riconoscibile, grazie al fatto che la strada romana è praticamente intatta. Se ne può addirittura percorrere un pezzo piuttosto lungo per arrivare al Tofet, la collina funeraria. Fico, mettere i piedi su un'autentica strada romana!
Il giro dura circa un'ora, durante la quale incrociamo più volte due giovani fotografi che si portano a spasso un'attrezzatura completa dall'aria non proprio leggera e praticamente non scattano fotografie. Chiacchierano un sacco ma se si fermano lo fanno per pochi istanti, senza esplorare le varie possibilità dell'immagine. Mah.
Finito il giro di Tharros siamo ormai totalmente intontiti dal vento e decidiamo di tornare indietro, alla macchina. Prima di ripartire però barcolliamo fino alla chiesetta di San Giovanni, un piccolo edificio paleo cristiano molto semplice e suggestivo.
Al ritorno a casa scopriamo che le nuvole sono aumentate e addirittura da qualche parte deve pure piovere. Lo so che vi sembrerà strano che dica "addirittura" però qui in estate non piove mai.

Dopo cena andiamo a berci un mirto e poi ci spostiamo per andare a vedere la proiezione di un film sul territorio di Malfatano. Protagonisti erano alcuni pastori e pescatori della zona, persone vecchissssssime, macilente, che vivono come si viveva da queste parti cinquant'anni fa. gente che vive in canottiera e a quasi 100 anni si arrampica su e giù dalle scogliere per andare a fare il bagno in mare lontano dai turisti. Finito il cortometraggio, non poteva mancare il partecipato dibattito a cui han contribuito tutti, locali e turisti. La discussione, non molto saporosa per la verità, a tratti diventa surreale, come quando un tizio suppone che uno dei vecchietti sia un pò esaurito dato che racconta di aver visto i demoni...Alla fine comunque ce la caviamo alla grande resistendo fino all'ultimo intervento.
Mentre tutti vanno a mangiare, noi ce la filiamo, siamo stanchi morti...
Domani pubblicherò qualche foto, adesso è troppo tardi...

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