giovedì 21 luglio 2011

Sa Sebadas: Sebadas e Nuraxi

Ieri sera ci siamo spinti fino in paese per la serata delle Sebadas(frittelle sarde ripiene di ricotta): nella piazzetta le vecchiette locali friggevano mentre i vecchietti ballavano i balli tradizionali al suono di una  ripetitiva fisarmonica. Una piccola festa paesana che i turisti guardavano senza particolare interesse. Ma agli abitanti non importava molto. Speck ha preso un paio di Sebadas, poi, sorpreso dall'incredibile bontà, è scomparso ed è tornato con altre due.
E ieri è stata una giornata pazzesca, alimentarmente parlando. A pranzo siamo stati nel ristorante di una cooperativa di pescatori, dove abbiamo mangiato tre portatone di pesce (tra cui una frittura buona come s'è mai visto) a prezzo modico. La sera abbiamo voluto tenerci leggeri con una caprese, ma poi le Sebadas ci hanno dato il colpo di grazia. Oggi a pranzo sono rimasta praticamente digiuna e anche stasera non ho mangiato granchè.
Tra l'altro sto cominciando a farmi delle domande. Mi sento inciccita e mi chiedo se non sia perchè il mio corpo di gattara si sta adattando alla mia miciotta, Lena, 6 chili d'affetto e di pelo. L'abbiamo tenuta a dieta per mesi ma non abbiamo ottenuto praticamente niente, e ormai ci siamo arresi.
Non so se si capisce, ma Lena mi manca tanto.

Ma veniamo ad oggi. Non ci crederete ma non siamo ancora riusciti ad andare al mare. Sono già un paio di giorni che la mattina il cielo è nuvoloso, il vento ci dà dentro e scoraggia i bagni. O meglio, scoraggia Speck. Comunque, stamattina, viste le condizioni abbiamo deciso di puntare sulla cultura e siamo partiti alla volta di Barumini, dove si trova uno dei complessi nuragici più grandi della Sardegna. Nonostante Speck si vanti di conoscere perfettamente la zona continua a chiedermi di fargli da navigatore, cosa che non amo fare perchè non sono capace e se sbaglio sono scazzi. Puntualmente anche stamattina è scoppiato un litigio vulcanico (ogni tanto vorrei avere la webcam in macchina per farvi capire) e io sono finita con una mappa completamente aperta sulle ginocchia, persa in una marea di carta che dovevo gestire senza che finisse sul volante o in faccia a Speck.

Nonostante tutto siamo arrivati sani e Salvi a Barumini. Valeva la pena di andare così lontano, perchè il Nuraxi è veramente grande, imponente, e grazie alla guida abbiamo potuto entrare ed esplorarlo completamente. E' anche ben conservato, anche se tutte le capanne esterne ad esso sono semidistrutte. A pochi metri dal Nuraxi sorge il centro Lilliu, dove vengono organizzate mostre e conferenze. La più interessante che abbiamo visitato era di Costantino Nivola, artista sardo, scultore ed architetto, inventore di una tecnica molto particolare detta Sand Casting. Tra le cose più interessanti esposte (soprattutto foto, disegni e bozzetti) mi ha molto colpito il progetto per un monumento a Gramsci che purtroppo non fu mai realizzato.
Commoventi le fotografie di una mostra delle sue sculture che egli stesso curò portando i suoi lavori nel paese natio. Nivola si era trasferito negli Stati Uniti e lì viveva e lavorava. Eppure ebbe il coraggio di tornare nella sua città, ben sapendo che pochi sarebbero stati in grado di comprendere le sue opere. Pensate che all'inaugurazione, l'unico personaggio "importante" della città presente era il becchino, nè il parroco nè il sindaco si fecero vivi. Il motivo non lo so, però è impressionante come nonostante tutto lui, Nivola, sia sempre rimasto legatissimo alla sua terra e non abbia mai preso la cittadinanza Americana.

Ultima tappa della visita a Barumini è Casa Zapata: Speck è riuscito a farmi credere che fosse la casa di Emiliano Zapata, ma in realtà si tratta del palazzo di una nobile famiglia Spagnola che dominò la zona. L'edificio è bello, ma la cosa sconvolgente è che fu costruito sopra un nuraghe, un gigantesco nuraghe che oggi è possibile vedere dalle passerelle sopraelevate ed attraverso pavimenti di vetro. Una scelta veramente bizzarra quella del costruttore.
Nello stesso edificio c'è il museo delle Launeddas, un flauto tradizionale in canna di bambù. E' sorprendente come uno strumento così semplice possa essere così raffinato (sono esposti diversi modelli di tutte le tonalità) e così celebre nell'area. Esposti nelle vetrine ci sono metodi per le Launeddas, cassette, e fotografie di concerti tenuti al Jazz Festival di Zurigo con le Launeddas... Sorprendente, ammettetelo.
Mentre scrivo questo post si sta scatenando in paese il karaoke: urla disumane (tagliategli le corde vocali, per favore!) e musicaccia ad alto volume arrivano fin qui. Quando vogliono far casino anche questi tranquilli popoli mediterranei possono fare la loro parte....Buonanotte!

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