Nelle scorse due serate mi sono dedicata a un' Operazione Nostalgia: mi sono riguardata la serie "A come Andromeda", prodotta dalla Rai all'inizio degli anni settanta. Ero piccolina ai tempi e mi ricordo che ne rimasi molto turbata. Mi è sempre rimasto dentro un atroce senso d'angoscia collegato a quel mitico sceneggiato e adesso che non sono più un batuffolino spaurito privo di difese contro le suggestioni dello schermo televisivo, ho deciso di affrontare le mie antiche paure.
Che dire, a quasi 40 anni di distanza, c'è da farsela addosso. La storia (tratta da un romanzo di Fred Hoyle di cui ho recensito su questo blog "Quinto Pianeta")è la seguente: in un osservatorio astronomico si riceve un messaggio dalla lontanissima galassia di Andromeda, una specie di libretto d'istruzioni per la costruzione di un supercalcolatore. I terrestri son tutti entusiasti dell'idea e non si fanno pregare, in men che non si dica realizzano il progetto. La macchina comincia a chiedere dati su dati e gli zelanti scienziati la nutrono con tutte le informazioni che hanno a disposizione. Il calcolatore macina e macina e alla fine produce una bionda. Sembra il plot di un filmino anni 80 ma non è così. La bionda, battezzata Andromeda è un terminale del computer, una specie di periferica che serve all'acquisizione e trasmissione di dati, in modo che l'allegro computerone possa impadronirsi della Terra. Andromeda però è pur sempre un essere umano (anche se artificiale) e comincia a sviluppare sentimenti di lealtà verso i terrestri. E comincia a porsi delle domande.
Già così ce n'è abbastanza per tenermi sveglia la notte: l'essere umano sintetico prodotto da una macchina costruita con un progetto di qualche intelligenza aliena...Brrrr...
Se poi ci aggiungete la colonna sonora (la sigla iniziale è eseguita da un inquietante coro con uno stile ormai passato di moda), l'ambientazione in interni di buona parte dello sceneggiato con la conseguente sensazione di claustrofobia, il bianco e nero...Beh ragazzi, vi sfido a mantenere la calma.
L'elemento più inquietante è Andromeda, la donna creata dal computer che inizialmente, guarda un pò, doveva essere interpretata da Patty Pravo: una platinata dallo sguardo fisso e algido, che sfoggiava tutine zampate e abitini bianchi. Ricordo con terrore quando si tagliava con le forbici la bionda chioma per ripresentarsi con una testa di ricci, ricordo le mani bendate a causa delle bruciature (che nella mia fantasia diventarono un tentato suicidio con taglio delle vene), ricordo la sensazione maligna emanata dalla relazione macchina-Andromeda, e l'oscena umanità che usa questa poveretta per i suoi scopi.
La cosa che mi sorprende di più è che quando fu trasmesso avevo 4 anni! E me lo ricordo ancora, mi ricordo non solo immagini, ma interi pezzi, tanto che potevo prevedere molti degli sviluppi della storia. Il terrore continua...
ecco, adesso non dormiro' neanche io stanotte :o(
RispondiEliminaio ero solo poco più grande, 6 anni, ma me lo ricordo, seppur non nei dettagli. molto bello e con una grande suspence.
RispondiEliminac'è da dire che la rai a quei tempi era davvero una televisione di qualità: vorrei solo citare "la freccia nera".
eh, c'hai ragione, me ne parlano tutti e so di quello sceneggiato, ma non me lo ricordo...:( comunque adesso si trovano in dvd. E
RispondiElimina"I sopravvissuti" della BBC ve lo ricordate? altro strizzachiappe...
vagamente, tra l'altro andromeda ho scoperto che era una sorta di remake della bbc che aveva come protagonista una giovanissima julie christie
RispondiEliminasi mi sa che prima o poi me li compro e me li rivedo quando vado in pensione...