giovedì 16 ottobre 2008

Gemella Ciambella: Giro girotondo...




Ed eccomi qui, di nuovo con le avventure di una neoemigrata a Berlino.

Oggi vi parlero' delle nostre piccole Nazioni UNite della scuola di Tedesco.
Pensate a noi, nella nostra classe (ultimamente un po' stretta e afosa) come a una versone minore dell'ONU: proprio come nel classico Disney "Bianca e Bernie", dove i delegati umani avevano dei corrispondenti in piccoli topolini, noi siamo i corrispondenti senza soldi.

C'e' un po' tutto il mondo, come vi ho detto, e ognuno porta con se' le proprie tradizioni, i propri ricordi (a volte molto duri, anche di guerre)in questa piccola assemblea. Le insegnanti sono le presidentesse del Parlamento e ci calmano quando le discussioni diventano accese...

Ma di che discussioni parliamo???? Ascoltate...

Come in ogni scuola di lingua, si parte spesso da un normale pretesto (del tipo, dove abiti? che colore ti piace? cosa fanno al tuo paese?) per fare conversazione, ma spesso noi degeneriamo, specialmente quando c'e' di mezzo un giovanotto che nomineremo Ministro per il turismo marocchino (MTM). Non credo che sia cattivo, ma e' ancora legato ad un tradizionalismo che a me sembra scioccante, nonostante sia sposato con una donna tedesca.
La prima sparata che fece fu: "le donne sono come bambini, devono essere guidate". E gia' li' gli e' andata bene che ancora respira...
Poi ha avuto la brillante idea di declamare che noi occidentali non amiamo abbastanza le nostre famiglie perche' noi vogliamo vivere da soli da adulti e specialmente quando ci sposiamo. Ah! Quella volta ha fatto venir fuori un casino, U.W. (o Grace, l'insegnante di quel giorno) stava per vampirizzarlo. Ma abbiamo entrambe mantenuto la calma.
L'ultima genialata e' stata quando ha proclamato che la Mafia e' un'organizzazione di Beneficienza...non si rende conto, il nostro, che la parola "Famiglia" (parola che sembra assorbire il 90% dei suoi pensieri) ha ben altro significato.
Un'altro episodio famoso e' quello di quando ho parlato con la mia compagna Albanese, che pur essendo lei donna, e' in favore delle bambine che sgobbano in casa ma anche del trattamento principesco nei confronti dei bambini maschi: pensate che suo figlio a quasi 7 anni non si sa prendere da solo un bicchiere d'acqua!!!

Insomma, di fronte a tutte queste stranezze, la prima reazione e' di rabbia: ma come, dopo le lotte delle suffragette, dopo le lotte di Lincoln, dopo tutto cio' che si cerca di fare per i diritti delle persone, ancora devo sentire queste cagate? Madonnina, e il progressismo, dove e' finito????

Per fortuna pero' prima di comprare un lanciafiamme in super sconto al "Baumarkt" e fare una carneficina, ci ho pensato un po' su: in fondo, chi sono io per dire a loro cosa devono fare? Perche' devo imporre a loro la mia visione occidentale della vita? Certo, nel momento in cui facessero del male a qualcuno mi sento autorizzata a chiamare la polizei, Amnesty e tutti gli altri, ma per ora non e' necessario.

Ha senso che che io cerchi di omologare queste persone a come io ritengo sia giusto vivere? alle mie tradizioni, al mio pensiero, alla mia idea di societa'? Forse la tolleranza e' proprio questo, e' un "vivi e lascia vivere" ma piu' profondo. La tolleranza forse e' riconoscere che uno possa avere un'idea diversa dalla mia, e lasciargliela avere. Questo non vuol dire che le mie vedute sono meno buone o che uno di noi ha il diritto di prevaricare l'altro o che la soluzione sia ignorare come gli altri sono e vivono (errore che fanno molti politici, che per non sembrare razzisti creano ingiustizie tra le varie etnie), ma alla fine, la mia compagna di classe Albanese vuole interessarsi solo della sua famiglia, non le importa di altro. Che male fa?
E MTM, che ne sa lui della nostra societa'? e' appena arrivato qui, ha ancora negli occhi il luccichio della nostalgia quando qualcuno nomina il suo paese. Perche' dovrei essere io a criticarlo?!

Preferisco parlare, discutere, urlare e scherzare con queste persone e vivermi la multiculturalita' vera, quella del rispetto reciproco da entrambi i lati.

Stare in questa scuola e' per me un grande esercizio di comprensione e ammiro le presidentesse della nostra piccola, sgangherata commissione ONU, che cercano di capire tutti i loro delegati, senza giudicarli mai.

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