martedì 21 ottobre 2008

Gemella Ciambella: Le conseguenze della moda






Lo so, Gemella Frittella mi uccidera' per avere sconsacrato il titolo del film con Toni Servillo, ma ci sono cose importanti che voi donne dovete sapere...sui vestiti.

Come quasi tutti sapete io amo i vestiti. Mi piace comprarne, ma soprattutto mi piace trovare nuovi abbinamenti, rinnovarmi di tanto in tanto. In realta' non compro piu' tonnellate di vestiti come 10 anni fa: adesso pochi ma buoni, preferibilmente di giovani artigiani (qui a Friedrichshain ce ne sono piu' che panettieri o salsicciai) o di seconda mano, dato che io non son buona a farmeli. Ma li disegno di tanto in tanto. L'ultimo anno che ho vissuto a Londra facevo le sfilate con le mie amiche per provare nuovi abbinamenti e per vedere cosa era meglio dare via.

Ebbene, adesso vivo a Berlino. La prima cosa che noto e' che qui le catene di negozi (Zara, Mango, Esprit, etc.)
ci sono, ma sono gettizzate a una sola parte della citta', quella piu' centrale. In Friedrichshain imperano i negozietti artigianali o di seconda mano appunto, dove amo sguazzare io.
Il Berlinese medio, mi fanno notare, e' sgrauso, profondamente e nell'anima. Cheggli frega se non hanno la maglietta che non e' sciancrata o la scarpina e' del colore sbagliato? Tutto va bene, tutto fa.
A volte ci sono cose orribili che camminano con dentro delle persone (oggi ho visto una maglietta sintetica leopardata con collane e dentro un tipo che aveva i capelli finti biondi sparati per aria...Uhg...) ma qui devo dire non sento piu' la pressione.

Rispetto a Milano, Londra e' una citta' libera, ti puoi vestire come vuoi: sei un freak anni 80? sei "IN".
Vuoi portare i basettoni e le scarpe appuntite alla "Leningrad cowboy"? ci stai dentro fratello! Sei una bambola zucchero e merletti? vai per la maggiore! sei superdarkettonaevaiingiroconunvestitoda "MOGLIE dI DRACULA in vacanza"? ehi! dammi il 5! insomma, e' una grande festa mascherata. Allo stesso tempo pero', si sente tantissimo la pressione dell'essere "perfetti": a Milano la sentivo gia' parecchio, ma negli ultimi anni a LOndra e' daveero massacrante: continua ad esserci la liberta' di vestirsi come si vuole, ma il modello di donna sexy e' talmente estremizzato dalla pubblicita' che e' difficile non sentirsi attaccate.

Le gambe devono essere depilate e lisce come se fossero state ritoccate in photoshop. I tacchi sono cosi alti che per indossarli devi fare il check-in come in aereoporto, tutto e' "pretty-sexy-sweet-delicious", le parole piu' amate dai giornalisti di moda. Insomma, il modello di donna che ne risulta e' una che deve essere solo pizzi e merletti, sempre ammiccante (un po' puttanone e un po' raffinata diva del cinema), frivola, che non sa nemmeno dell'esistenza dei "PELI SUPERFLUI" e che sui tacchi puo' correre, saltare in alto e fare le piroette.
Ebbene, io devo ammettere che, anche se mi ritengo una piuttosto indipendente da queste logiche, un po' mi sono fatta influenzare.

Ok, sono fasi della vita, ma guardando i miei vestiti arrivati col camion dei trasporti internazionali nel nostro salotto, mi rendo conto che molti di questi vestiti sono stati presi sotto l'impulso di aderire alla mefitica addizione

"pretty-sexy-sweet-delicious", equazione che ovviamente non e' riuscita per niente, perche' io non sono cosi, ma ho speso palettate di soldi nel vano tentativo.
Alcune delle mie amiche si ricordano certo i miei famosi
-Stivali scamosciati Viola con "kitten heel", messi una volta in 2 anni.
-Camicie viola e bianche con volant ovunque (Promod)
-2 gonne, una a fiorellini blu e una viola di panno, strette per evidenziare i fianchi (Promod, messe 1 volta ciascuna, in quella di panno non entro piu' perche' ho messo su due chili...)
-Scarpe col tacco alto, nere scamosciate (messe 2 volte in 3 anni).

E potrei continuare...Insomma, perche' ho buttato cosi tanti soldi in vestiti che non sono parte del mio carattere?
Be', io direi, mi sono fatta influenzare un po' troppo dalla stampa e dalle cose che ho visto, soprattutto in ufficio. Mi sono fatta fregare. Ho dimenticato che non esiste un "modello" di donna, che ognuna di noi a modo suo puo' essere bella e/o sexy e/o attraente.

E allora donne, finalmente, dopo aver visto Milano e Londra, credo che qui a Berlino riusciro' ad essere cio' che sono. Prendiamo tutto cio' come un viaggio iniziatico di estremi:
-Fase 1 Milano: l'introspezione, il tentativo di non conformazione al (triste) gusto locale, basato sull'assioma "se ce l'hanno gli altri lo devo avere anche io".
-Fase 2 Londra: Il momento dell'edonismo piu' sfrenato. In una grande festa mascherata che si celebra ogni giorno, si cerca di apparire i piu' originali. Finalmente tutto e' concesso.
Fase 3 Berlino: la consapevolezza dell'io trovato. Non ho piu' bisogno di travestirmi, posso vestirmi da "me stessa". Come potrebbe aver detto Erich Fromm "mi vesto e non mi travesto".

Vi invito a venire a Berlino e ad assaporare la sensazione di liberta' che si respira', ancor piu' che a Londra, e se non potete, almeno osservate la gente in un paese straniero: scoprirete che cio' che magari ritenevate un abbinamento fuorimoda o semplicemente sciocco in realta' puo' funzionare, e scoprirete che la moda siete voi.
Si, che mi perdoni Francesco de Gregori, ma la storia della moda siamo noi, con tutte le nostre imperfezioni che rendono i vestiti in cui siamo dentro speciali o totalmente sbagliati. Siamo noi che rendiamo "unici i capi" con i nostri abbinamenti, e sta' a noi non vestirci come l'esercito di modaioli che popolano le citta' .

Avanti gente, non vi fate influenzare dalla moda del momento o dal colore dell'anno, fatevi influenzare da voi stessi. I modelli irraggiungibili delle pubblicita' sono solo photoshop.
Quando scrivo cosi, sembro perfino una persona seria...

Prossimamente sul tema moda: "Gli scheletri nel mio armadio"...

5 commenti:

  1. Sei decisamente fuori...Ma è divertente:-) Gemella Frittella non approva il titolo, ma il resto sì...PS controlla l'ortografia!
    Gemella Frittella

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  2. Meglio...Oh, se hai qualcosa che vuoi buttare io lo prendo volentieri..:Sono orgogliona del mio post su Servillo...

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  3. complimenti per il titolo invece... mi fa riderissimo! cmq mi e' venuta voglia di confessarmi pure io... come esempio di estrema refrattarieta' alle logiche della moda.
    fase1: palermo. da bambina (sono gli anni '80) mi vesto da caramella e soffro, ma non troppo, perche' di vestiti firmati ne ho forse 2 che mi dureranno tutto il decennio. poi sono adolescente e cerco l'originalita' e l'alternativismo, senza mai trovarli davvero, mi pare.
    fase2: napoli. studentessa universitaria ne' triste ne' solitaria (ne' incinta grazie a dio x chi si ricorda quell'assurda canzone) "interiorizzo" il mio alternativismo trovando un garbato equilibrio fra capi "sparati" e capi banali. la regola segreta e': rispetto alla moda, un passo avanti o un passo indietro. ma al passo con.
    fase3:torino. la scuola di animazione assorbe tutto il mio tempo ed energia, praticamente a comprare i vestiti neanche ci vado piu' e mi metto quello che mi regalano i parenti a natale (!!!). pero'... mi viene il sospetto di sbagliare in qualcosa... forse mi vesto troppo da maschio, visto che una sera vengo insistentemente pregata di rivelare la mia omosessualita'. che non c'e'. altro indiziato di aver sollevato questi sospetti e' il mio linguaggio colorito da scaricatore di porto livornese (pare siano i migliori nel loro campo). e vabbe'.
    fase4: londra. troppo recente per tirare le somme! per ora mi vesto ancora da ragazzino di 13 anni, ma visto che sto per farne 30 mi viene il dubbio e il terrore di ritrovarmi fra altri 10 ancora vestita tipo bimbo marca chicco. l'idea non mi arride, ma almeno so di non aver seguito altro che il mio istinto. invito tutte a fare altrettanto... ma senza rinunciare ad essere un po' pupette, qualche volta.

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  4. ehmm... mi sono dilungata un pochetto... ma mi avete ispirato confidenza. bello questo blogghe, vai cosi'!!!

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  5. Grazie Giulia, mitica!
    Il fatto e' che tu vai bene cosi come sei!
    Io credo che non ci siano regole, anche se TV, pubblicita' e la "moda" vogliono farci credere il contrario. Il tuoi commento mi ispira un prossimo post, sull'influenza dei mezzi di comunicazione sulle nostre scelte estetiche.
    Bacisssimi :o)
    Ciambella

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