venerdì 17 ottobre 2008

Gemella Frittella: Essere o non essere MADRE?


Quando una donna arriva alla mia età con una relazione mediamente stabile e senza figli, se ancora non ci ha pensato, si fa delle domande: "Lo faccio, anzi, lo facciamo un bambino?", "Cosa cambierà?", "E se poi non mi piacesse essere madre?".

Diciamo che se ci sono troppe domande, forse la risposta è un implicito "Molla, baby, non fa per te", però il fatto che ci sia la domanda in sè e per sè è già un segno di qualcosa che si muove dentro di te.
Non mi sono mai considerata madre, piuttosto figlia, complici anche i genitori, che ancora adesso mi trattano come una cinquenne; ma ora, pure osservando le mie coetanee correre all'acchiappo dell'ultimo treno, chiedendo al mio reticente compagno che (SORPRESA), dopo 8 anni di convivenza e molti interrogatori finalmente fa outing e dice "Sì, mi piacerebbe" (aspetta a dirlo ancora un pò!) e non ultimi amici maschi che parlano della loro prole con gli occhi a forma di cuore, immersi fino al collo in un mare di melassa, adesso boh...Ci sto pensando.

Osservando la vita della mia amica Anna (madre di una bambina fantastica di cui mi vanto essere la zia preferita) non so se ho tanta voglia: non sono nonostante tutto una donna realizzata, ho ancora molte cose da fare e non vorrei proprio che un figlio costituisse un ostacolo. Non vorrei trovarmi a fare la mamma che sbuffa e si sacrifica, perchè non sono affatto convinta che la maternità sublimi tutte le aspirazioni di una donna.

D'altro canto il tempo stringe, e l'altra cosa di cui ho paura è di pentirmi di aver rinunciato, o starci rinunciando per paura: paura della responsabilità prima di tutto, della mutazione fisica (che mi terrorizza), delle conseguenze di ogni tipo sulla mia vita.
Sarebbe atroce svegliarsi una mattina sentendosi madre e scoprire di avere superato il limite e non poter rimediare (caro, vecchio egoismo umano), nonchè di aver commesso l'ennesimo passo infelice.

A parte questo, perchè portare al mondo un'altra creatura e fargli affrontare questo dannato percorso ad ostacoli che è la vita? Perchè condannare un altro essere a patire la tortura di questo mondo sempre più barbaro? I pericoli? La scuola? Gli amori infelici? L'effetto serra? La desertificazione? La fame nel mondo? Le guerre? Non sarebbe meglio estinguersi pacificamene riducendo le nascite?

Tutto questo mi chiedo.

Devo prendere una decisione alla svelta, pormi un termine. Anche perchè il summenzionato compagno ora fa l'entusiasta in proposito, e vuole risposte.

Ma io non so proprio che fare...


3 commenti:

  1. se ti poni tutte queste domande
    secondo me sei più che pronta
    :-)

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  2. mah...una volta mi dicesti che dovevo fare un leap of faith...forse e' anche il tuo momento.

    ma comunque ricorda che per fare del bene nel mondo, per fare qualcosa di buono e amare i bambini, non sempre e' necessario fare pupi.
    Farli sorridere, mostrargli il lato bello del modo e come combattere il lato brutto, come stai facendo col tuo lavoro nella scuola, coi tuoi burattini, mi sembra importante allo stesso modo.

    Mi chiedo anche io se non sia il caso anche per me, cara gemella, ma
    penso quel che ti dico, anche nel mio caso...

    Non e' una tragedia anche se non sforni un erede. Deve essere una scelta SERENA.
    baci

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  3. noi siamo genitori di 2 gemelli di 10 mesi, sulla tua domanda se fare un figlio o no... xchè no??? :-)))

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